3º Reggimento genio guastatori

Reggimento dell'Esercito Italiano

Il 3º Reggimento Genio Guastatori è un reparto dell'Esercito Italiano con sede a Udine; dipende dalla Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli".

3º Reggimento Genio Guastatori
Descrizione generale
Attiva1º aprile 1920 - oggi
NazioneItalia (bandiera) Italia
Italia (bandiera) Repubblica Italiana
Servizio Regio esercito
Esercito Italiano
TipoGenio
RuoloGuastatori
DimensioneReggimento
Guarnigione/QGUdine Caserma "G.B.Berghinz"
PatronoSanta Barbara
Motto""Arresto e Distruggo""
ColoriNero e Cremisi
Anniversari4 maggio, Festa dell'Esercito Italiano
24 giugno, battaglia del Piave, 1918
4 dicembre, Santa Barbara
Patrona del Genio
DecorazioniMedaglia d'Argento al Valor Militare Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito Medaglia di bronzo al Valor Militare Medaglia di bronzo al Valor Militare Medaglia di bronzo al Valor Militare Medaglia di bronzo al Valore dell'Esercito
Parte di
Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli"
Reparti dipendenti
  • Comando di reggimento
  • 1 compagnia Comando e Supporto Logistico
  • 1 battaglione guastatori su 4 compagnie
Comandanti
Comandante attualeColonnello: Filippo GABRIELE (dal 25/09/2015)
Degni di notaTen.Col.: Gianfranco OTTOGALLI (1981-82)
Simboli
Fregio per berretto rigido
Fregio per Basco
Scudetto Omerale per Uniforme da Servizio e Combattimento
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Storia

Il 3º Reggimento Genio Guastatori trae origine dal 3º Reggimento Genio, il quale si formò a Lodi il 1º aprile 1920. Le Sue origini storico-spirituali però risalgono ai Battaglioni Guastatori che nel secondo conflitto mondiale furono protagonisti di gloriosi fatti d’arme nei Balcani, in Russia, in Africa Settentrionale e, infine, sul patrio suolo. Dopo il 1945 nell’Arma del Genio furono costituiti in Pionieri d’Arresto, particolari unità capaci di incentrare le loro azioni sul binomio fuocoostacolo. Il 1º aprile 1954 fu costituito il Raggruppamento Genio Pionieri di Arresto a Conegliano Veneto che inquadrò quattro battaglioni. Il 1º aprile 1955 il Raggruppamento si trasformò in Reggimento; nacque il 3º Reggimento Genio Pionieri d’Arresto che si trasferì a Orcenico Superiore di Zoppola nella Caserma Giovanni Leccis. Il 1º ottobre 1972 il Reggimento mutava la sua fisionomia organica e denominazione. Nasceva il 3º Reggimento Guastatori d’Arresto che inquadrava due Battaglioni: il XXX ed il XXXI. Il 30 settembre 1975 e, successivamente, il 31 dicembre 1975, per effetto della ristrutturazione dell’esercito, venivano sciolti rispettivamente il XXX Battaglione ed il Comando del Reggimento. Sotto la stessa data del 31 dicembre 1975 il XXXI Battaglione, rimasto unico Battaglione Guastatori, assumeva la denominazione di 3º Battaglione Guastatori "Verbano", ereditando, dal disciolto 3º Reggimento, la Bandiera e le tradizioni. Nel luglio 1976 il 3° "Verbano" si trasferiva a Udine presso la caserma "Pio Spaccamela" e successivamente, nel settembre 1991 presso la caserma "G.B.Berghinz". Il 1º settembre 1992, per effetto della nuova ristrutturazione dell'esercito, il 3º Battaglione Genio Guastatori "Verbano" ritornava a costituirsi in Reggimento dando vita al 3º Reggimento Genio Guastatori.

Dipendenza

Il 3º Reggimento genio guastatori fa parte della Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli", che a sua volta dipende gerarchicamente dalla Divisione "FRIULI" e Comando delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER).

Struttura

  • Comando di Reggimento;
  • Battaglione Genio Guastatori "Verbano" (articolato in 4 compagnie);
    • 30 ^ Compagnia Supporto alla Mobilità
    • 31 ^ Compagnia Guastatori
    • 32 ^ Compagnia Guastatori
    • 8 ^ Compagnia Supporto allo Schieramento
    • 5 ^ Compagnia Comando e Supporto Logistico

Le Attività del Reggimento oggi

Plotoni EOD

Il personale EOD effettivo al reparto è inquadrato nella 30ª Compagnia Supporto alla Mobilità del Battaglione “Verbano”. Le attività EOD vengono svolte quotidianamente su di un vasto territorio che comprende tutto il Friuli Venezia Giulia e l’area sotto giurisdizione di due Prefetture Venete: Treviso e Venezia. Gli interventi riguardano principalmente la rimozione e la neutralizzazione di ordigni residuati bellici della 1ª e 2ª guerra mondiale. Mediamente, ogni anno vengono svolti circa 500 interventi di bonifica su tutto il territorio sopra menzionato. Gli stessi specializzati che lavorano sul suolo Nazionale, sono chiamati anche ad operare in tutte le missioni internazionali a cui l’Italia prende parte. Di seguito alcune delle terminologie e degli acronimi più frequentemente usati nel settore.

Bonifica di ordigni esplosivi (Esplosive Ordnance Disposal – EOD)

L’insieme di operazioni comprendenti la rivelazione, l'identificazione, la valutazione, la messa in sicurezza, la rimozione e l'eliminazione finale di ordigni inesplosi. Questo può anche includere la messa in sicurezza e l’eliminazione di ordigni esplosivi divenuti pericolosi per aver subito danni o deterioramenti e quando la bonifica di tali ordigni esplosivi è al di fuori delle capacità del personale a cui sono normalmente assegnate le responsabilità della bonifica di routine. In relazione alla tipologia degli ordigni su cui vengono svolte le operazioni, l’ EOD si può suddividere in attività di bonifica di:

  • a. Munizionamento chimico biologico.
  • b. Munizionamento convenzionale.
  • c. Ordigni esplosivi improvvisati.
  • d. Ordigni nucleari.
  • e. Munizionamento subacqueo.

La missione EOD (EOD Task)

La missione EOD consiste nel fornire alle Forze Militari NATO le capacità ad effettuare operazioni EOD consistenti nel rilevare ed eliminare le cause degli eventi EOD che, allorquando si verificano, compromettono la manovra delle unità combattenti, distruggono le comunicazioni, attentano al morale, o paralizzano i complessi industriali, i porti, le vie d’acqua, le basi aeree o i centri abitati.

Ordigno esplosivo (Explosive Ordnance – EO)

Tutte le munizioni contenenti esplosivi, materiali a fissione o fusione nucleare, agenti chimici e biologici. Questi includono le bombe e le teste di guerra; i missili guidati e balistici; il munizionamento di artiglierie, di mortai; i razzi e le munizioni di armi portatili; tutte le mine, le torpedini e le cariche di profondità, le cariche da demolizione; gli artifizi e gli ordigni pirotecnici; i clusters e i dispensers; i cartocci e i dispositivi auto-propulsi; i dispositivi elettro-esplosivi; gli ordigni esplosivi improvvisati e le trappole; e tutti gli oggetti similari o correlati o i componenti di natura esplosiva.

Riconoscimento di ordigni esplosivi (Explosive Ordnance Reconnaissance – EOR)

L’attività EOR comprende la ricerca, la rivelazione, la localizzazione, la segnalazione, l’identificazione iniziale e la compilazione di un rapporto su ordigni inesplosi, condotta da operatori EOR, al fine di determinare le azioni successive da intraprendere.

Bonifica di munizionamento convenzionale (Conventional Munition Disposal – CMD)

La rivelazione, l’identificazione, la valutazione sul terreno, la messa in sicurezza, il rimozione e l’eliminazione finale di ordigni inesplosi, eccetto gli ordigni esplosivi improvvisati e gli ordigni chimici, biologici e nucleari. Tale attività può anche includere la messa in sicurezza e/o la eliminazione di ordigni esplosivi (eccetto gli ordigni improvvisati e gli ordigni chimici, biologici e nucleari) che sono divenuti pericolosi per danni o deterioramenti.

Ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Device – IED)

Quegli ordigni collocati o costruiti in una maniera improvvisata e che inglobano materiali distruttivi, letali, velenosi, pirici o incendiari e che sono progettati per distruggere, deturpare, distrarre o molestare. Essi possono comprendere parti di uso militare, ma normalmente sono costruiti con componenti di impiego non militare.

Bonifica di ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Device Disposal – IEDD)

La rivelazione, l’identificazione, la valutazione sul terreno, la messa in sicurezza, il recupero e l’eliminazione finale degli IED.

Ordigno inesploso (Unexploded Ordnance – UXO)

Ordigni esplosivi che sono stati innescati, spolettati, armati o preparati in altro modo per l’azione e che sono stati rilasciati, sparati, lanciati, proiettati o collocati in maniera da costituire un pericolo per le operazioni, installazioni, personale o materiale e che sono rimasti inesplosi per un malfunzionamento, per difetto di costruzione o per ogni altra causa.

Procedure di messa in sicurezza (Render Safe Procedures –RSP)

Sono le procedure applicate dagli operatori EOD per rendere sicuro un ordigno. Tali procedure prevedono quelle azioni atte a interrompere (in maniera permanente o momentanea) la catena di funzionamento dell’ordigno fino al momento della sua distruzione finale.

Punto di controllo dell’incidente EOD (Incident Control Point – ICP EOD)

Un’area sicura, entro il cordone di sicurezza, da cui la squadra EOD gestisce le operazioni di bonifica (l’IC può, se vuole, sostare in quest’area).

Punto di controllo dell’incidente (Incident Control Point - ICP)

Un’area posta al di fuori del cordone di sicurezza in cui stazionano i membri delle organizzazioni chiamate a supporto dell’attività EOD (Vigili del Fuoco, Ambulanze, ecc.) e da cui l’IC controlla le operazioni.

Comandante dell’incidente (Incident Commander – IC)

La persona sulla scena dell’incidente che ne assume il comando e controllo.

Procedure EOD

Quelle particolari linee d’azione che consentono la localizzazione, l'accesso, il recupero, la messa in sicurezza e la bonifica finale di esplosivi ordinari o di altri materiali comunque associati con incidenti EOD

Localizzazione dell’ordigno

L’attività consiste nell’effettuare la ricerca dell’ordigno nei casi di seguito descritti:

  • (1) La ricerca di ordigni posti tra la vegetazione in superficie o ad una limitata profondità nel terreno.
  • (2) La ricerca di ordigni situati in acque poco profonde come acquitrini e fiumi.
  • (3) La localizzazione di ordigni collocati in profondità nel terreno.

Per tutte le situazioni elencate si procede direttamente con la ricerca visiva mediante l’ausilio di binocoli e cannocchiali (per gli ordigni posti al di sotto del terreno è possibile individuare visivamente i fori di entrata) e con strumenti rivelatori di metallo (AN-19/2, Ferex 4.021). Per la rivelazione di ordigni collocati a profondità notevoli, occorre trivellare dei fori nel terreno per permettere l’introduzione della sonda del Ferex 4.021). Gli strumenti citati sono solo i più rappresentativi della vasta gamma di attrezzature in uso (es.: rivelatori di rumori, specchi, endoscopi, aste di sondaggio, ecc.).

Accesso all’ordigno

La fase di accesso all’ordigno include quelle operazioni necessarie a raggiungere fisicamente l’ordigno. Questo problema riguarda sia gli ordigni situati in profondità nel terreno, sia gli ordigni posti in superficie (anche all’interno o all’esterno di costruzioni, di aerei caduti, di veicoli, ecc.). Per quanto attiene agli ordigni in superficie o appena al di sotto, occorre accedere ad essi utilizzando: l’osservazione a vista, i “feeler” e i “prodder” per le mine e le Booby Traps, badili e gravine, in modo da rendere sicuro il percorso di avvicinamento e la successiva messa allo scoperto. Per gli ordigni in profondità, l’accesso si ottiene tramite l’escavazione di buche o pozzi utilizzando macchinari (trivelle, escavatori) o direttamente badili e picconi. Spesso, data la scarsa consistenza del terreno, per impedirne il crollo, è necessario rivestire gli scavi con strutture di sostegno costruite in legno o metallo leggero.

Identificazione dell’ordigno

Questa fase prevede l’identificazione certa dell’ordigno, del suo funzionamento e delle condizioni attuali (armato o non armato, perdita del caricamento, ecc.). Per l’identificazione, l’operatore si avvale della sua esperienza, di manuali tecnici, “database” ovvero consigliandosi con altro personale esperto nel settore specifico. È di vitale importanza che l’ordigno venga identificato con certezza. Nell’eventualità che ciò non fosse possibile, occorrerà considerare la situazione attribuendole il massimo della pericolosità (esplosivo più potente, sistema di spoletta più sensibile, ecc.).

Valutazione della situazione

È la fase in cui, una volta identificato l’ordigno, occorre adottare tutte le misure di sicurezza opportune (cordonamento, evacuazione); effettuare i lavori di protezione (copertura, trinceramento, ecc.) e formulare un piano, per la risoluzione del problema, che sfrutti il criterio del rischio minore con il massimo dei risultati.

Messa in sicurezza dell’ordigno

In questa fase occorre porre in atto il piano formulato precedentemente. Tale piano deve prevedere l’attuazione di una determinata azione da compiere scelta fra più opzioni possibili. Queste opzioni sono:

  • Rimozione a distanza delle spolette (chiave a razzo, tiranterie, estrattore, dearmer).
  • Immunizzazione delle spolette (Sistema di refrigerazione, Gomma di Parigi, ecc.).
  • Rimozione manuale delle spolette (Con chiavi e attrezzi).
  • Rimozione dell’ordigno per la successiva distruzione in un’area idonea (in genere cave).
  • Brillamento in alto ordine (detonazione) in sito dell’ordigno.
  • Distruzione in basso ordine (combustione o deflagrazione per ridurre i danni).

Bonifica finale

È l’ultima fase delle operazioni. Essa prevede la bonifica del sito di ritrovamento o di distruzione dell’ordigno. Tale attività comporta l’eliminazione completa delle parti esplosive dell’ordigno mediante brillamento, deflagrazione o combustione.

Plotoni A.C.R.T.

Il plotone ACRT è inserito organicamente nel 3º Reggimento Genio Guastatori ed in particolare nelle Compagnie Guastatori, che sono la 31^ cp.g.gua. e la 32^ cp.g.gua. L’acronimo inglese significa ADVANCED COMBAT AND RECONNAISSANCE TEAM, ed è traducibile con l’espressione italiana TEAM AVANZATO PER LE RICOGNIZIONI ED IL COMBATTIMENTO. Il compito principale del plotone è sicuramente quello di fornire un adeguato supporto tecnico effettuando ricognizioni, al fine di raccogliere dati ed informazioni essenziali per lo sviluppo della manovra in ambiente permissivo e non. Questi dati e informazioni si concretizzano in particolar modo in:

  • Localizzazione ed identificazione di campi ed aree minati;
  • Classificazione di opere d’interesse tattico (ponti, guadi, attraversamenti, corsi d’acqua, gallerie, etc.);
  • Classificazione di strade ed itinerari in relazione agli STANAG di riferimento. Un altro compito che spetta al plotone ACRT, è quello di fornire supporto alle forze di manovra nelle operazioni offensive nel combattimento nei centri abitati, con particolare riferimento a:
  • Ricognizioni per determinare l’entità e tipologia di ostacolo esistente;
  • Ricognizioni per determinare possibili vie d’accesso/fuga delle aree sensibili;
  • Accesso ad edifici/locali mediante l’ausilio di attrezzature meccaniche ed esplosive.

Oltre a fornire supporto nelle operazioni offensive sopraccitate, il plotone ACRT è impiegato nell’acquisizione di informazioni relative agli assetti Guastatori avversari, effettua quindi attività di “Intelligence”; può essere impiegato in attività di “Terrain Analysis” e di “Terrain Intelligence”, attività traducibili in ricognizione e studio del terreno; un ulteriore compito è quello di assicurare la gestione degli elementi fondamentali dell’Engineer Intelligence inerenti alle principali aree tematiche sopra descritte, mediante i più sofisticati e recenti sistemi informatici.

La capacità “Military Search” (Ricerca Militare), svolta in supporto alla strategia C-IED, consiste nella ricerca finalizzata ad individuare gli IEDs o parte di essi (componenti), i luoghi di occultamento degli stessi e gli elementi costituenti il “Sistema IED” che consentono alle Forze avverse di mettere in atto il “ciclo dell’attacco IED”

Attraverso l’acquisizione della capacità di Military Search, la strategia di contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati (C-IED) si dota, di fatto, di uno strumento fondamentale per “creare coerenza e sinergia” tra i pilastri della strategia C-IED “defeat the device” e “defeat the Sistem by attacking the Network”. In funzione della natura delle operazioni che devono essere condotte (offensive o difensive) si possono configurare i seguenti obiettivi della Ricerca Militare:

“Military Search” in operazioni offensive

La condizione necessaria e sufficiente affinché possa aver luogo la condotta di un’operazione di “Military Search” offensiva è il mantenimento dell’iniziativa che si consegue limitando/annullando la “libertà di manovra” dell’avversario e privandolo delle proprie risorse fondamentali (materiali e strutture). Le “Military Search” nell’ambito di operazioni offensive possono essere considerate quale “strumento non letale” e, quindi, a basso impatto sulla popolazione locale, condizione, quest’ultima, che favorisce il ripristino delle condizioni di normalità e la premessa favorevole per la successiva fase di stabilizzazione. In particolare, le “Military Search” offensive consentono di:

  • privare le Forze avverse delle risorse che potrebbero essere impiegate per nuocere,limitandone la capacità di attacco;
  • raccogliere dati informativi sul “Sistema IED”;
  • favorire le condizioni per la raccolta delle prove legali da utilizzare contro la componente umana del “Sistema IED”

“Military Search” in operazioni difensive

Tali attività sono finalizzate a ripristinare o aumentare la “libertà di manovra delle Forze Amiche in specifiche aree e/o itinerari e ad incrementaresignificativamente il livello di protezione delle Forze Amiche (Force Protection - FP). Tali operazioni consentono di assicurare, con un certo grado di accuratezza e con un certo livello di garanzia, la “NON PRESENZA” di ordigni esplosivi in determinate aree, aumentando di conseguenza la percezione di “ambiente sicuro”. Ad oggi, solo alcune Nazioni alleate si sono dotate della capacità in parola (GBR, USA, NDL, FRA). Altre nazioni stanno sviluppando tale capacità ed altre ancora si sono affidate all’Italia che ha assunto la chairmanship dello sviluppo della capacità in titolo in ambito “European Defence Agency - EDA”. Il 3º Reggimento Genio Guastatori nell’aprile 2010 ha qualificato, presso il Centro addestramento contro ostacolo della Scuola del Genio, i primi tre CEIST (Combat Engineer Intermediate Search Team) che svolgeranno la fase di sperimentazione di questa nuova capacità sia sul territorio nazionale che nei teatri di operazione.

Unità Anfibia

Capability Basket

Sulla base delle indicazioni formulate nel documento JIC 001” Capacità di Proiezione dal mare” dello Stato Maggiore Difesa, il 3º Reggimento Genio Guastatori è coinvolto nel fornire un “Pool” di assetti e capacità che insieme ad altre componenti dell’Esercito e della Marina Militare, dovranno costituire una “Landing Force Nazionale” per operazioni “expedicionary” che prevedono l’inserimento di forze in ambiente ostile, incerto o permissivo. In particolare, alle componenti del 3º Reggimento Genio Guastatori si chiede di assicurare interventi di mobilità, contro mobilità, engineer intelligence anche con dispositivi autonomi.

Formazione del personale

Il processo di alimentazione del Capability Basket della Landing Force vede nel conseguimento della Qualifica Anfibia Esercito (QAE) - di tipo Alpha, Bravo e Charlie - la sua formalizzazione tecnico-operativa.

Il personale in possesso di Qualifica Anfibia Esercito tipo Alpha e dei requisiti sanitari potrà acquisire successivamente la “ Abilitazione Anfibia MMI” (AAM) rilasciata da COMFORSBARC al termine del “Corso Integrativo di Abilitazione Anfibia per personale EI.

A premessa del conseguimento dell’AAM e quale completamento della QAE “ALPHA” sono prevista per il personale del 3º Reggimento Genio Guastatori anche le seguenti attività formative:

  • Attività roccia;
  • Aeromobilità.

Operazioni Fuori Area

  • operazione “Pellicano” (Albania) nel 1991 e 1993 (3º Battaglione Genio Guastatori “verbano” e 3º Reggimento Genio Guastatori) ;
  • operazione “Joint Guardian” (Albania) nel 2001 a livello battaglione ;
  • operazione "Joint Guardian" (Albania) nel 2003 a livello battaglione;
  • operazione “Joint Guardian” (Kosovo) nel 2002 a livello reggimento ;
  • operazione “Antica Babilonia” (Iraq) nel 2003 a livello reggimento ;
  • operazione “Antica Babilonia” (Iraq) nel 2004 a livello reggimento ;
  • operazione “ISAF” (Afghanistan” nel 2004 a livello battaglione) ;
  • operazione "ISAF" (Afghanistan” nel 2006 a livello battaglione) ;
  • operazione "Leonte" (Libano nel 2006-07 a livello reggimento) ;
  • operazione "Leonte" (Libano nel 2008-09 a livello reggimento) ;
  • operazione "Leonte" (Libano nel 2010-11 a livello battaglione) ;
  • operazione "Leonte" (Libano nel 2013 a livello battaglione) ;
  • operazione "Leonte" (Libano nel 2015 a livello compagnia) ;

Operazioni in Concorso alle Forze di Polizia

Soccorso alla popolazione

  • Maggio 1976: Il Reggimento è stato impegnato nelle operazioni di soccorso per il Sisma del Friuli
  • Maggio-Dicembre 1998: Alluvione che ha colpito le province di Avellino, Salerno e Caserta
  • 2008-09: Operazione Strade Pulite in Campania
  • Febbraio 2012: Aliquote di personale e mezzi del 3º Rgt. genio guastatori sono mobilitati per l'emergenza maltempo e sono intervenuti per ripristinare la viabilità nelle provincia di Forlì - Cesena.[1]

Onorificenze

Nella sua storia il 3º Reggimento Genio Guastatori ha meritato le seguenti onorificenze alla bandiera (La più Decorata dell'Arma del Genio):

«Decreto 23 settembre 1949 In intima collaborazione con le grandi unità in linea dell'Armata, pronto sempre al sacrificio e a prezzo, ogni volta, di sanguinose perdite che lo ridussero, alla fine a poche decine di superstiti, contribuiva in modo decisivo, con perizia, audacia, tenacia, al felice esito di aspre operazioni offensive o alle più ostinate azioni di resistenza. Accerchiato durante un ripiegamento rifiutava sdegnosamente la resa, riusciva ad aprirsi un varco ed a riunirsi ad altre truppe, per continuare, con immutato valore, una indomita resistenza. Esempio mirabile di cameratismo e di elevato spirito di sacrificio (al XXXI battaglione guastatori del genio).»
— Africa settentrionale, marzo - novembre 1942
«Decreto 4 aprile 2007 Fiero interprete delle tradizioni dell’Arma del Genio, partecipava all’Operazione "Antica Babilonia" in IRAQ, inquadrato nella Italian Joint Tak Force, portando a termine con successo le molteplici attività ad esso assegnate. In un contesto operativo caratterizzato da un clima di diffuso pericolo, da condizioni ambientali e climatiche spesso proibitive e dall’accesa contrapposizione tra le varie fazioni in lotta, il Reggimento si adoperava, con straordinario spirito di sacrificio, per assicurare il pieno successo della missione. Profondendo le migliori energie fisiche, morali e professionali, gli uomini e le donne del Reggimento conducevano, con coraggio e sprezzo del pericolo, interventi importantissimi per la ricerca e bonifica di mine ed ordigni esplosivi e realizzavano pregevoli ed indispensabili opere per consentire il ripristino di infrastrutture essenziali, riportando così, in tutta la provincia di Dhi Qar, condizioni di sicurezza e vivibilità e consolidando fortemente il processo di ricostruzione dell’IRAQ. In particolare, nei giorni del 5 e 6 agosto 2004, il Reggimento partecipava con i suoi assetti ai violenti combattimenti nella città di An Nasiriyah e, sostenuto da un indomito ardore combattivo, supportava efficacemente le forze di manovra, fornendo il suo prezioso contenuto allo svolgimento ed al successo delle operazioni. Fulgido esempio di Unità fortemente motivata e coesa che, grazie alla professionalità ed al valore dei suoi uomini, ha elevato il prestigio dell’Esercito e dell’Italia nel contesto internazionale.»
— An Nasiriyah - Iraq, 5 – 6 agosto 2004
«Decreto 3 ottobre 1860 Per essersi lodevolmente diportata alla presa di Perugia, il 14 settembre 1860 (alla 1ª Compagnia Zappatori).»
— Perugia, settembre 1860
«Decreto 31 dicembre 1947 Durante dodici mesi di ininterrotta attività bellica, sempre primo al sacrificio nella difesa a oltranza come nell'impeto dell'assalto vittorioso, trovava nella fierezza delle sanguinose perdite subite la più nobile consacrazione del dovere e della gloria (al XXXI battaglione guastatori del genio).»
— Marmarica, novembre - dicembre 1941; Tobruk, maggio -giugno 1942; El Alamein, agosto 1942
«Decreto 15 aprile 1949 Superbo reparto d'assalto, fucina di valorosi, durante 20 mesi di dura campagna sul fronte dell'Africa Settentrionale, impegnato in tutte le più aspre battaglie, esprimeva nel valore di tutti e nell'eroico olocausto di molti il più luminoso prodigio dell'arditismo e del dovere fino al sacrificio. (al XXXII battaglione guastatori del Genio).»
— Africa settentrionale, gennaio 1941 - luglio 1942
«Decreto 4 gennaio 1978 Impiegato in operazione di soccorso alle popolazioni del Friuli duramente colpite da un grave sisma, si prodigava tempestivamente, con generoso slancio e non comune senso di abnegazione, per più giorni, nell'opera di rimozione delle macerie, riuscendo a salvare numerose persone rimaste sepolte nei crolli. Con elevato coraggio operava all'interno di agglomerati urbani, ove avvenivano improvvisi crolli per il succedersi delle scosse sismiche, eseguendo puntellamenti e demolizioni di edifici incombenti sui soccorritori. Avuto successivamente l'incarico di provvedere alla costruzione di prefabbricati per il provvisorio ricovero dei senza tetto, si sottoponeva ad un durissimo periodo di lavoro, in zone isolate ed impervie, in condizioni climatiche particolarmente avverse,, riuscendo a portare a termine il programma alla scadenza fissata. (Al 3º battaglione genio guastatori "Verbano")»
— Friuli, 6 maggio 1976 - 30 aprile 1977

Stemma Araldico

Scudo

È inquartato. Il primo quarto è d’oro con croce di rosso, simbolo di LODI, ove fu costituito il 3°REGGIMENTO GENIO. Il secondo e il terzo sono d’argento a ricordo delle prove di valore della 1ª Compagnia Zappatori, a Perugia nel 1860. Il secondo e il quarto contengono una granata fiammeggiante di rosso con gladio romano a ricordo dei ripetuti atti di eroismo di cui sono stati protagonisti nel primo conflitto mondiale i Reparti Zappatori del Genio entrati a far parte del 3° REGGIMENTO GENIO, nonché i legami e di denominazione con i Battaglioni Artieri d’Arresto e con i Battaglioni Guastatori del Genio particolarmente distintisi durante il secondo conflitto mondiale.

Ornamenti

Da essa scendono i nastri indicativi delle ricompense al valore di cui il Reggimento ha titolo di fregiarsi. Sotto lo scudo, su lista bifida, il motto “ARRESTO E DISTRUGGO” già del 3° REGGIMENTO GUASTATORI D’ARRESTO.

Armamento in Dotazione

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni