Alfredo Reichlin
Template:Membro delle istituzioni italiane Alfredo Reichlin (Barletta, 26 maggio 1925) è un politico e partigiano italiano.
Biografia
Erede per parte di famiglia del clima multiculturale e multietnico dell'Europa adriatico-danubiana (la madre, Lisetta Liebman, era di famiglia ebrea triestina), all'età di cinque anni Reichlin si trasferì a Roma, dove il padre esercitò la professione d'avvocato non proseguendo l'attività industriale iniziata in Puglia dal nonno svizzero di Alfredo[1]. Nella capitale Reichlin partecipò alla Resistenza con le Brigate Garibaldi, facendo parte dei GAP[1]. Catturato dai fascisti fu provvidenzialmente liberato dall'intervento del futuro giornalista de L'Unità Arminio Savioli[1]. Ottenuta la Maturità classica al Liceo ginnasio Torquato Tasso, nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, di cui fu uno dei dirigenti più importanti per circa trent'anni. Allievo di Palmiro Togliatti, fu vicesegretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entra ne l'Unità, di cui dopo un anno diventa vice-direttore. Promosso a direttore nel 1958, negli anni sessanta si avvicina alle posizioni di Pietro Ingrao, le più a sinistra nel partito. Quando l'attrito tra Togliatti e la corrente di Ingrao diventa inconciliabile, Reichlin è allontanato dai quadri de l'Unità per far spazio alla nuova direzione di Mario Alicata.
Da Segretario regionale del PCI in Puglia fu molto attento alla questione meridionale, alla quale dedicò anche le sue opere Dieci anni di politica meridionale. 1963-1973 (1974) e Classi dirigenti e programmazione in Puglia (1976).
Deputato nazionale fin dal 1968, durante gli anni Settanta entrò nella direzione nazionale del partito e collaborò gomito a gomito con Enrico Berlinguer. Successivamente fu favorevole alle trasformazioni del partito da PCI in Partito Democratico della Sinistra prima, da PDS in Democratici di Sinistra poi, ed infine da DS in Partito Democratico.
Dal 1989 al 1992 fu "Ministro dell'Economia" del governo ombra del Partito Comunista Italiano[2].
Alfredo Reichlin è stato il presidente della commissione per la stesura del "Manifesto dei Valori" del Partito Democratico[3].
Sposato in prime nozze con la militante comunista (espulsa nel 1969 per aver aderito al gruppo de Il manifesto) Luciana Castellina, ha avuto due figli: Lucrezia e Pietro, entrambi economisti[4]
Reichlin dal 1982 è sposato con Roberta Carlotto, che aveva avuto a sua volta una figlia, Silvia, dal precedente marito.
Opere
- Dieci anni di politica meridionale. 1963-1973, Roma, Editori Riuniti, 1974
- Mario Alicata intellettuale e dirigente politico, con Carlo Salinari, Aldo Tortorella e Giorgio Amendola, Roma, Editori Riuniti, 1978
- Una nuova frontiera per lo sviluppo. Il PCI e l'imprenditoria diffusa, con altri, Milano, Angeli, 1985
- L'energia del terzo millennio. Le relazioni al seminario di Frattocchie, con altri, Roma, l'Unita, 1987
- Governare il bilancio. Finanza pubblica e politiche fiscali, con altri, Roma, l'Unita, 1988
- Italia e Europa. La sfida dell'unione, con altri, Roma, Effepi, 1996
- Note sul decennio. La sinistra e la crisi della nazione italiana, Milano, Editoriale il Ponte, 2000
- Il silenzio dei comunisti, con Vittorio Foa e Miriam Mafai, Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-06-16353-1
- Ieri e domani. Memoria e futuro della sinistra, Firenze, Passigli, 2002. ISBN 88-368-0728-3
- Riformismo e capitalismo globale. A nuove domande nuove risposte, con Giorgio Ruffolo, Firenze, Passigli, 2003. ISBN 88-368-0782-8
- Il midollo del leone. Riflessioni sulla crisi della politica, Roma-Bari, Laterza, 2010. ISBN 978-88-420-9315-2
Onorificenze
Note
- ^ a b c Antonio Gnoli, Alfredo Reichlin “La politica la fa chi crede in se stesso su di me ho avuto più di un dubbio”, in La Repubblica, 7 dicembre 2014.
- ^ Ecco le ombre rosse, in La Repubblica, 18 luglio 1989. URL consultato il 26 giugno 2009.
- ^ Commissione Manifesto dei Valori, su Sito ufficiale Partito Democratico. URL consultato il 26 giugno 2009.
- ^ Paolo Foschi, I tre Reichlin, dal Partito comunista all'alta finanza, in Corriere della Sera, 3 maggio 2009, p. 12. URL consultato il 29 settembre 2013.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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