Storia d'Italia
Template:Storiaitalia Per storia d'Italia si intende per convenzione la storia della regione geografica italiana e dei popoli che l'hanno abitata, dotata - al di là delle molteplici differenze culturali e delle successive trasformazioni politiche - di una specifica identità che l'ha condotta nei secoli a essere riconosciuta come un unico soggetto storico. In un'accezione più ristretta, per storia d'Italia si intende unicamente la storia dello stato unitario, ossia la storia della Repubblica italiana e del Regno d'Italia, nonché degli eventi che condussero alla sua formazione, ossia la storia dell'espansione del Regno di Sardegna, tradizionalmente conosciuta come Risorgimento.
Etruschi e Genti Italiche
Le informazioni sulle genti abitanti la penisola in epoca preromana, sono in taluni casi incomplete e soggette a revisione continua. Popolazioni di ceppo indoeuropeo trasferitesi in Italia dall'Europa Orientale e Centrale in varie ondate migratorie (veneti, umbro-sabelli, latini, ecc.), si sovrapposero ad etnie pre-indouropee già presenti nell'attuale territorio italiano, o assorbendole, oppure stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse.
Presumibilmente queste migrazioni ebbero inizio in età del bronzo medio (e cioè attorno alla metà del II millennio a.c.), e si protrassero fino al IV secolo a.c. con la discesa dei Celti nella pianura padana. Fra i popoli di età preromana meritano una particolare menzione gli Etruschi che, a partire dall'VIII secolo a.c., iniziarono a sviluppare una civiltà raffinata ed evoluta che influenzò enormemente Roma e il mondo latino. Le origini di questo popolo non indoeuropeo stabilitosi sul versante tirrenico dell'Italia Centrale sono incerte.
Secondo alcune fonti, la loro provenienza andrebbe ricercata in Asia Minore, secondo altre, avrebbero costituito una etnia autoctona.Certo è che già attorno alla metà del VI secolo riuscirono a creare una forte ed evoluta federazione di città-stato che andava dalla Pianura Padana alla Campania e che comprendeva anche Roma e il suo territorio. In Italia settentrionale accanto ai Celti (comunemente chiamati Galli), troviamo i Liguri (originariamente non indoeuropei poi fusisi con i Celti) stanziati in Liguria e parte del Piemonte mentre nell'Italia nord-orientale vivevano i veneti (paleoveneti) di probabile origine illirica o, secondo alcune fonti, provenienti dall'Asia Minore.
Nell'Italia più propriamente peninsulare accanto agli Etruschi, cui abbiamo già fatto accenno, convivevano tutta una serie di popoli, in massima parte di origine indoeuropea fra cui: Umbri in Umbria, Latini, Sabini, Falisci, Volsci ed Equi nel Lazio; Piceni nelle Marche ed in Abruzzo Settentrionale, Sanniti nell'Abruzzo Meridionale, Molise e Campania, Apuli, Messapi e Iapigi in Puglia, Lucani e Bruzii nell'estremo Sud, Siculi, Elimi e Sicani in Sicilia. La Sardegna era abitata, fin dal II millennio a.c. dai Sardi, il risultato di un connubio tra le preesistenti popolazioni megalitiche presenti nell'Isola e il misterioso popolo dei Shardana.
Alcune di queste popolazioni, stanziate nell'Italia meridionale e nelle isole, si troveranno a convivere, dall'VIII fino al III secolo a.c., con le colonie Greche e Fenicie (Puniche) successivamente assorbite dallo stato romano. Fra le popolazioni citate, oltre agli Etruschi, di cui si è già parlato, ebbero un ruolo importante in epoca preromana e romana i Sanniti, che riuscirono a costituire una importante federazione in una vasta area dell'Italia appenninica e che contrastarono lungamente (ed eroicamente) l'espansione romana verso l'Italia meridionale.
Nell'area laziale, invece, un posto a se stante meritano i Latini protagonisti, assieme ai Sabini della primitiva espansione dell'Urbe e forgiatori, insieme agli Etruschi e ai popoli italici più progrediti (Umbri, Falisci ecc.) della futura civiltà romana.
Magna Grecia
Tra l'VIII ed il VII secolo a.C., coloni provenienti dalla Grecia cominciarono a stabilirsi sulle coste del sud Italia e della Sicilia. Le prime componenti stabilitesi in Italia furono quella ioniche e quelle peloponnesiache: gli Eubei e i Rodii fondarono Kymai, Rhegion, Parthenope, Naxos e Zankle , i Corinzi Syraka, i Megaresi Leontinoi, gli Spartani Taras, mentre i coloni provenienti dall'Acaia fondarono Sybaris e Kroton.
I contrasti fra le colonie greche e gli indigeni furono frequenti, ma i Greci cercarono di instaurare rapporti pacifici con le popolazioni locali, favorendo in molti casi un lento assorbimento delle stesse. La ricchezza e lo splendore delle colonie furono tali da far identificare l'Italia meridionale dagli storici romani con l'appellativo di Magna Grecia. A partire dal III secolo a.C. le colonie cominciarono a declinare nel loro splendore, a causa dell'ascesa di Roma.
Roma
La fondazione di Roma avvenne secondo la leggenda da parte di Romolo e Remo nell'VIII secolo a.C.. Secondo gli ultimi ritrovamenti archeologici invece, la presenza umana nell'area centrale dell'Urbe è documentata fin dal X secolo a.C.. In epoca regia (date tradizionali 753-509 a.C.) la civiltà romana conobbe una prima fase di espansione. L'unificazione della penisola e delle isole principali venne completata nel periodo della repubblica (509-27 a.C.), e precisamente nel III secolo a.c.,dopo la vittoria nella I e II guerra punica su Cartagine.
Nel I secolo d.C. Roma dominava il Mediterraneo, ma a seguito di alcune lotte interne, si ebbe l'evoluzione da repubblica ad impero. Il governo nei territori controllati da Roma fu caratterizzata dal rispetto delle culture locali e dallo sviluppo economico, anche grazie alla realizzazione di grandi infrastrutture.
Sul finire del IV secolo iniziò una lunga serie di invasioni barbariche ad opera di Visigoti, Unni ed Ostrogoti. L'impatto di questo tragico evento dette un forte impulso alla divisione del mondo romano in un Impero Romano d'Occidente, che però si sfaldò ancor prima della fine de V secolo, ed in un Impero Romano d'Oriente (o Impero Bizantino), che sopravvisse per un ulteriore millennio.
Medioevo
Dopo la perdita di unità politica a seguito della fine del controllo di Roma nel V secolo d.C., nella penisola continuarono le invasioni e le lotte interne, che portarono ad una rapida successione di piccoli stati, principati e regni, spesso vittime delle mire espansionistiche delle potenze straniere.
L'unica potenza in grado di conservare e continuare la cultura latina fu la Chiesa, sia con il Monachesimo, sia con la creazione di un potere temporale concretizzatosi nel centro Italia con lo Stato della Chiesa. Questo si dimostrò in grado di contrapporsi a nuove invasioni, come quelle Longobardi, ed all'influenza di altre potenze europee, come quella dei Franchi, dell'Impero Bizantino e del Sacro Romano Impero.
Per quanto riguarda il meridione, nell'XI secolo si ebbe l'invasione dei Normanni che riuscirono a sviluppare un forte controllo del territorio, continuato con l'invasione spagnola, al contrario di quanto avveniva con il progressivo sfaldamento del Feudalesimo al nord.
Rinascimento
Ad iniziare nel XI secolo, le turbolenze politiche portarono ad una crescente autonomia delle città italiane del centro-nord, che fu la premessa per la ripresa del commercio e l'industria, con l'inizio di una nuova era di prosperità economica e culturale, che durò fino al XVI secolo e portò al grande sviluppo intellettuale ed artistico del Rinascimento.
Per difendere la propria autonomia dall'Impero al nord e dalle invasioni arabe al sud, i Comuni iniziarono a costituire leghe che non furono mai, però, sufficientemente robuste per opporsi all'influenza papale o feudale a causa di forti rivalità interne. Si segnalarono, però, alcune città, come Milano (città del Regno d'Italia, e quindi dell'Impero) per quanto riguarda la lotta contro il potere imperiale e Forlì (città nominalmente compresa nello Stato della Chiesa) per quanto riguarda la lotta contro il dominio pontificio. Il protrarsi degli scontri tra impero e chiesa, poi, portò nel XIII secolo allo suddivisione di nobili e città nei due schieramenti dei Guelfi e Ghibellini. Altro fenomeno che vide unite motivazioni politiche e religiose furono le Crociate, spinte dalla volontà di contrapposizione verso il crescente potere islamico e di espansione verso i commerci con l'oriente.
Per quanto riguarda le forme di governo, si assisteva all'affiancamento di governi legati a famiglie nobili e Signorie (come i Visconti e gli Sforza a Milano, i Gonzaga a Mantova, gli Este a Ferrara, gli Ordelaffi a Forlì, ed i Savoia, in realtà rappresentanti dell'antica feudalità) a forme di governo repubblicane (come a Venezia, Genova e Firenze, quest'ultima prima dell'avvento dei Medici).
Dominazione straniera
Nel XVI secolo gran parte degli stati italiani furono sconfitti e conquistati da potenze straniere, quali la Spagna al sud e l'Austria al nord. Tra gli effetti di queste dominazioni vi fu l'asservimento dei territori a forti tasse, che minarono il loro tessuto economico.
Inoltre, l'Italia soffrì lo spostamento dei commerci dal Mediterraneo all'Atlantico ed il blocco dello sviluppo culturale conseguente alla Controriforma, con il risultato dell'inizio di un lento declino.
In questa situazione di crisi economica e sociale, la Rivoluzione Francese accese le speranze per un ritorno all'indipendenza dalla potenze straniere, aspirazioni che vennero deluse dal sostanziale assoggettamento alla Francia a seguito delle Campagne napoleoniche.
La restaurazione vide la fine anche delle ultime realtà autonome, come Venezia passata all'Austria e la Liguria passata al Regno di Sardegna.
Il Regno di Sardegna
Risorgimento
Dopo le campagne napoleoniche, spinte nazionalistiche appoggiate dai Savoia, che videro in queste un'opportunità per l'espansione del Regno di Sardegna, portarono ad una serie di guerre di indipendenza contro l'Impero Austro-Ungarico, grazie anche all'appoggio esterno della Francia. Decisiva in questo senso fu la presenza alla guida dell'esecutivo del Regno Sabaudo di Camillo Benso, conte di Cavour.
Decisiva fu la Seconda guerra di indipendenza italiana, che, con la spedizione dei Mille al sud e la conseguente discesa da nord dei Piemontesi, riuscì ad unificare sotto i Savoia gran parte della penisola (26 ottobre 1860, incontro di Teano (Caserta) (Ponte S.Nicola)(ad esclusione di Roma e del Veneto, che sarà annesso al Regno nel 1866) ed a portare alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861.
Nel 1870 anche Roma venne annessa al Regno d'Italia, con l'inizio di una frattura tra Stato italiano e Chiesa, conclusasi con i Patti Lateranensi del 1929. La forma di governo proclamata fu quella di una monarchia costituzionale, con un parlamento eletto a suffragio limitato.
Regno d'Italia
L'inizio del regno vide l'Italia impegnata in una serie di guerre di espansione coloniale in Libia, Somalia, Etiopia, Eritrea e anche, più tardi, in Cina, con la Rivolta dei Boxer.
Nella Prima Guerra Mondiale l'Italia rimase inizialmente neutrale, per poi scendere al fianco degli alleati il 23 maggio 1915. Alla fine della guerra, l'Italia completò il suo assetto territoriale acquisendo alcuni territori austriaci nel nord-est del paese.
Sulla spinta del malcontento dovuto alle difficoltà economiche e sociali del dopoguerra, nel 1922 si assisté alla salita al potere del Fascismo, che relegò il ruolo dei Savoia ad aspetti puramente formali. Nel 1926-27 l'Albania passa sotto il dominio italiano.
Nel 1940 l'Italia fu alleata con la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale contro Francia e Regno Unito, dichiarando con l'Impero giapponese nel 1941 guerra a Stati Uniti d'America ed Unione Sovietica. A seguito dell'invasione alleata in Sicilia del 1943, vi fu la caduta del Fascismo e lo schieramento dell'Italia (o Regno del Sud) a fianco degli alleati contro la Germania ed i reduci fascisti della Repubblica Sociale Italiana. Nell'aprile del 1945 le forze nazi-fasciste vennero sconfitte.
Repubblica italiana
Nel 1946 un referendum istituzionale sancì la fine della monarchia e la nascita della repubblica. La nuova costituzione entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
Nel 1956 l'Italia aderì alla NATO (North Atlantic Treaty Organization) e nel 1955 venne ammessa alle Nazioni Unite. Il 1957 vide la nascita della Comunità Economica Europea, il primo passo verso la realizzazione dell'Unione Europea. Il 1968 vide l'Italia trasformarsi significativamente sul piano sociale, in seguito alle migliorate condizioni di vita dovute al boom economico degli anni precedenti, e il sorgere di movimenti radicali, soprattutto comunisti, di giovani e operai, che portarono profonde modifiche al costume, alla mentalità generale e particolarmente alla scuola. Nel 1970 venivano varate importanti riforme istituzionali e sociali: lo Statuto dei diritti dei lavoratori, l'ordinamento amministrativo regionale, la legge sul divorzio e quella per l'esercizio dell'istituto costituzionale del referendum. Negli anni settanta alcuni di quei movimenti, che sorgevano numerosi, degenerarono nel terrorismo rosso, accompagnato da quello nero.
La Democrazia Cristiana (DC), partito moderato conservatore di centro, fece parte del governo della Repubblica Italiana dal 1946 al 1993, generalmente in coalizione con gli altri partiti di centro PSDI, PRI, PLI. Nel 1962 entrava nelle maggioranze governative anche il Partito socialista italiano (PSI), mentre, per qualche anno, il PLI andava all'opposizione. Salvo poche eccezioni, dal 1946 al 1993 la Presidenza del Consiglio fu democristiana.
Nel 1992 iniziano dei processi per corruzione (il cosiddetto pool di "Mani pulite" o "Tangentopoli") che coinvolsero tutto il pentapartito e che ne distrussero di fatto la struttura, colpendo anche partiti esterni come la Lega Nord.
Nel caos politico derivato dalla disintegrazione dell'ordine precedente emergeva un nuovo partito, Forza Italia, che otteneva un forte successo alle elezioni nel 1994, con due distinte coalizioni, al Nord con la Lega Nord, e al Centro Sud con Alleanza Nazionale. Alla coalizione erano presenti anche il CCD e partiti minori. Le due coalizioni ottennero la maggioranza assoluta alla Camera, ma non al Senato.
In questa fase, definita "Seconda Repubblica", si consolida il principio del bipolarismo e l'alternanza fra i governi dei due schieramenti di centrosinistra e centrodestra: dal 1996 al 2001 i governi dell'Ulivo, dal 2001 al 2006 quelli della Casa delle Libertà e dal 2006 quello dell'Unione, una nuova coalizione dei partiti di centro-sinistra.