Organo meccanico (strumento musicale)
L'organo meccanico o orologio meccanico (in tedesco Flötenuhr o Spieluhr o Orgeluhr) è uno strumento musicale meccanico (automa) della famiglia degli aerofoni, consistente in un orologio combinato con un piccolo organo. A un'ora determinata l'orologio attiva un rullo dentato sul quale è inciso il brano da riprodurre; il rullo a sua volta attiva il mantice che immette aria nelle piccole canne.
Storia
Le sue esatte origini sono ignote. Nel XVII secolo fu costruito come orologio di lusso dai maestri orologiai di Augusta, e verso il 1760 apparve nel Giura sotto forma di pendola. L'epoca d'oro della sua produzione fu il tardo XVIII secolo. Semplici orologi meccanici furono fabbricati dal 1770 al 1850 in un gran numero di pezzi nella Foresta Nera.[1] Gli organi meccanici erano destinati di solito a una clientela d'alta classe, ricca e culturalmente elevata, a personaggi istruiti con un'adeguata competenza musicale e artistica. Gli esemplari più eleganti furono prodotti a Vienna e a Berlino.[2]
Esemplari
Tra i più noti organi meccanici storici si annoverano i tre storici esemplari creati dopo il 1782 da fra Primitivo Niemecz, bibliotecario degli Esterházy, orologiaio e amico di Haydn, che proprio a questi commissionò la composizione di brani per il proprio strumento. Niemecz fu assai rinomato ed esportò le sue creazioni fino in Inghilterra; due esse sono conservate al castello di Esterháza, una terza a Vienna.[3]
Al castello di Elisabethenburg si trova una comtoise musicale dell'orologiaio berlinese Louis George. Un orologio simile, dell'epoca di Federico il Grande, è conservato nel palazzo di Sanssouci. È un orologio da parete che proviene a sua volta dallo stabilimento di George ed è collocato a muro in una stanza degli ospiti delle Neue Kammern. Possiede una cassa lignea con rivestimento d'ottone intarsiato di fiori di madreperla e altri materiali, e munita di una ricca decorazione d'ottone dorato (rocaille, acanto, rami fioriti).
Il museo degli orologi di Furtwangen conserva un grande orologio meccanico fabbricato nel 1840, con tre registri e ottantadue canne, recante un dipinto sul soggetto della morte di Gessler per mano di Guglielmo Tell. Il suo carillon offre un repertorio di dodici melodie, una per ogni ora, e figurine animate di danzatori e orchestrali. È conservata quasi nelle condizioni originali ed era l'attrazione della casa privata francese che l'ha posseduta fino al 1999.
Musica per organo meccanico
L'organo meccanico è uno strumento dalle capacità piuttosto limitate sul piano espressivo: quello per il quale compose Mozart, ad esempio, possedeva solo due piccoli flauti.[4] Lo stesso compositore, caso raro nella sua carriera, lo stroncò ferocemente:[5]
«... sì, se questa cosa fosse un grande orologio e sonasse come un organo, allora mi farebbe contento; ma così il meccanismo consiste in piccoli zufoli rumorosi, che suonano acuti e a me troppo infantili.»
Un'altra limitazione era di durata, poiché il rullo aveva dimensioni limitate;[6] né erano praticabili variazioni troppo complesse.[7] Ciò nonostante gli strumenti meccanici ebbero una seppur breve stagione di celebrità,[4] e molti compositori scrissero appositamente per l'organo meccanico: oltre a Mozart si ricordano Händel, W. F. Bach, C. Ph. E. Bach, Haydn, Salieri, Cherubini, Beethoven.[4]
Gli esemplari conservati e ancora muniti del rullo rappresentano una sorta di «registrazione» ante litteram utile per comprendere, ad esempio, la realizzazione degli abbellimenti, o a fornire indicazioni sul tempo. L'orologio viennese di Niemecz, costruito nel 1796, testimonia ad esempio l'anomalo impiego di trilli diretti in Haydn,[3][8] il cui repertorio (Hob:XIX)[9] peraltro include arrangiamenti di alcuni frammenti di opere, sinfonie, quartetti, Lieder e altre composizioni.
Mozart e Beethoven scrissero per organo meccanico sotto l'impulso di un personaggio stravagante, il conte Joseph von Deym, che aveva allestito a Vienna un museo delle cere nel quale commemorava la scomparsa di personaggi illustri, in particolare il feldmaresciallo von Laudon morto il 14 luglio 1790.[4] Le pagine mozartiane presentano difficoltà e virtuosismi consentiti dalla mancata destinazione alla mano umana.[10][11]
Varie composizioni sono state trascritte per pianoforte (pianoforte solo, pianoforte a quattro mani, due pianoforti), organo, orchestra.
Note
- ^ Jüttermann.
- ^ Darstellung des Fabriks- und Gewerbswesens, pp. 175-181.
- ^ a b Jackson, p. 185.
- ^ a b c d Carli Ballola-Parenti, p. 277.
- ^ Mozart.
- ^ Rattalino, p. 378.
- ^ Carli Ballola-Parenti, p. 280.
- ^ Hinson-Roberts, p. 489.
- ^ Catalogo delle composizioni di Franz Joseph Haydn, su flaminioonline.it. URL consultato il 17 ottobre 2015.
- ^ Schaper.
- ^ Andante in fa maggiore per organo meccanico K 616, su flaminioonline.it. URL consultato il 17 ottobre 2015.
Bibliografia
- (DE) Wolfgang Amadeus Mozart, Briefe und Aufzeichnungen, su Digitale Mozart-Edition. URL consultato il 15 ottobre 2015.
- (DE) Johann August Donndorff, Geschichte der Erfindungen in allen Theilen der Wissenschaften und Künste von der ältesten bis auf die gegenwärtige Zeit. In alphabetischer Ordnung, Quedlinburg-Lipsia, Gottfried Basse, 1817, p. 201.
- (DE) Darstellung des Fabriks- und Gewerbswesens in seinem gegenwärtigen Zustande, vorzüglich in technischer, mercantilischer und statistischer Beziehung, Vienna, Mörschner und Jasper, 1824, pp. 175-181.
- (EN) Karl Geiringer, Haydn. A creative life in music, revised and expanded, Berkeley-Los Angeles-Londra, University of California Press, 1983, p. 316, ISBN 978-05-20-04317-6. URL consultato il 17 ottobre 2015.
- Giovanni Carli Ballola e Roberto Parenti, Mozart, Milano, Rusconi, 1990, pp. 277-281, ISBN 978-88-18-21015-6. URL consultato il 15 ottobre 2015.
- (DE) Herbert Jüttermann, Schwarzwälder Flötenuhren, Waldkirch, Waldkircher Verlag, 1991, ISBN 978-38-74-07933-4.
- (DE) Helmut Kowar e Heinz Zemanek, Die Wiener Flötenuhr: «Sie spielt besser als das Orchester im Kärntnertor», Vienna, Technisches Museum Wien, 2001, ISBN 978-39-02-18300-2.
- (EN) Roland Jackson, Performance practice: a dictionary-guide for musicians, New York-Londra, Routledge, 2006, p. 185, ISBN 978-04-15-94139-6. URL consultato il 17 ottobre 2015.
- Piero Rattalino, Guida alla musica pianistica, collana Le guide Zecchini, Varese, Zecchini, 2012, pp. 377-378, ISBN 978-88-65-40015-9. URL consultato il 15 ottobre 2015.
- (EN) Maurice Hinson e Wesley Roberts, Guide to the pianist's repertoire, collana Indiana Repertoire Guides, 4ª ed., Bloomington, Indiana University Press, 2014, p. 489, ISBN 978-0-253-01023-0. URL consultato il 17 ottobre 2015.
Collegamenti esterni
- (EN) Sjoerd J. Schaper, Mechanical Mozart, su versatel.nl, marzo 2002. URL consultato il 16 ottobre 2015.