Fondo sovrano
Sono denominati fondi sovrani alcuni speciali veicoli di investimento pubblici controllati direttamente dai governi dei relativi paesi, che vengono utilizzati per investire in strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, immobili) e altre attività i surplus fiscali o le riserve di valuta estera.
I fondi sovrani sono nati soprattutto nei paesi esportatori di petrolio: Emirati Arabi Uniti, Qatar, Norvegia, ma anche Singapore, dove, grazie al rilevante surplus fiscale, il governo ha costituito il fondo Temasek, uno dei primi nati e uno dei più attivi, soprattutto nelle imprese del Sud-Est asiatico. Molto attivi sono anche i fondi sovrani di Abu Dhabi e quello di Dubai, che detiene una quota del 5% nella Ferrari.
Il fondo d'investimento cinese
La Cina dispone di ingenti riserve di valuta estera, grazie al suo notevole surplus commerciale; tali riserve sono in gran parte investite in titoli di Stato statunitensi. Nel 2007 è stato costituito il China Investment Corporation, un fondo d'investimento con una dotazione di 200 miliardi di dollari attivo sul mercato azionario; il primo investimento del neonato fondo è stato l'acquisto di una quota pari a circa il 10% del gestore di private equity Blackstone Group, cui ha fatto seguito l'investimento da 5 miliardi di dollari nella banca Morgan Stanley.
Il fondo d'investimento del Qatar
Al 2015 il fondo Qatar Investment Authority (Qia) del Qatar possiede in Italia l'area di Porta Nuova a Milano, il Gruppo Cremonini insieme al Fondo strategico italiano di Cassa depositi e prestiti, il Four Seasons di Firenze, il Gallia di Milano e gli hotel della Costa Smeralda rilevati dalla Colony Capital di Tom Barrack nel 2012. In riguardo a quest'ultima la Procura di Tempio Pausania apre un'inchiesta: secondo la transazione sarebbe passata attraverso società localizzate fittiziamente in Lussemburgo, dando origine a una maxi evasione fiscale da 600 milioni di euro.[1]
Le preoccupazioni sui fondi sovrani
La crisi dei mutui subprime che ha messo in difficoltà molte banche statunitensi ha fatto emergere il peso crescente dei fondi sovrani, intervenuti con i loro capitali in istituti come Citigroup, UBS, Merrill Lynch e Barclays. La nascita di un fondo sovrano cinese, l'accresciuta importanza di quelli arabi ed i possibili investimenti da parte di fondi russi ha destato preoccupazioni in Europa e negli USA per le possibili interferenze da parte di governi stranieri (non sempre democratici) nella gestione delle imprese in cui questi investono. La Commissione Europea ha chiesto ai governi nazionali di evitare l'adozione di misure protezionistiche nei confronti degli investimenti dei Fondi Sovrani, richiamando l'attenzione degli Stati Membri sul fatto che eventuali restrizioni agli investimenti dei Fondi Sovrani dovranno risultare compatibili con i principi stabiliti dal Trattato CE, in particolare quelli in materia di libera circolazione di capitali.
Note
Bibliografia
- Simone Mezzacapo, "The so-called 'sovereign wealth funds': regulatory issues, financial stability and prudential supervision", Commissione Europea, DG ECFIN [1]
- ANSA, Banche: shopping da 2 mila mld dei fondi sovrani in soccorso big USA, 22-12-2007
- Almunia: per i fondi sovrani non servono Carabinieri, CorriereEconomia, 17-12-2007
- Il Fondo sovrano cinese, O barra O Edizioni, 2009