La scuola di San Vittore fu una scuola filosofica, teologica e di diritto fondata nel 1108 da Guglielmo di Champeaux nell'Abbazia di San Vittore presso Parigi (nell'odieno comune di Boissise-le-Roi).

Guglielmo vi si ritirò per distaccarsi da Abelardo con il quale era entrato nella dura polemica della disputa sugli universali. I monaci di San Vittore seguivano la regola di Sant'Agostino. Dopo Gugliemo i primi priori furono Ugo di San Vittore e Riccardo. Altri maestri significativi della scuola furono Goffredo e Gualtiero.

I caratteri principali della scuola furono il misticismo e l'esaltazione della fede, però ciò non postulava una negazione dello studio e della ragione umana, anzi essi sostennero in varie opere come il sapere e tutte le arti naturali servano alla scienza divina.

Un'eccezione fu la condanna dela filosofia nel libello Contra quattuor labyrinthos Franciae attribuito a Gualtiero.

Ugo e Riccardo in particolare si sforzarono di cercare un fondamento della ragione umana nella filosofia di Sant'Agostino, trovando nella prima formulazione dell'innatismo dei principi della verità un collegamento con i termini agostiniani dell'illuminazione dell'anima e della grazia.

A partire da queste teorie essi innestarono una complessa ricerca psicologica per descrivere l'atto dell'apprendimento conoscitivo naturale, dopo di che, tramite la meditazione e la contemplazione e con l'aiuto della fede e della grazia, si poteva assurgere alla comprensione delle verità soprannaturali.

Ugo di San Vittore fu il primo filosofo cristiano a realizzare un'opera sistematica di teologia, il De sacramentis christianae fidei, scritta tra il 1136 e il 1141.

I vittorini per quanto riguarda la filosofia scolastica quindi furono tra i primi a trattare in maniera compiuta nelle loro opere un contemperamento tra scienza e fede: la realtà razionale in definitiva era considerata all'interno delle più ampie verità della rivelazione delle sacre scritture, attraverso le quali proveniva la luce e l'ispirazione per la comprensione del sapere profano.