Precipitevolissimevolmente

Parola

La parola precipitevolissimevolmente è tra le più lunghe della lingua italiana con le sue 26 lettere e 11 sillabe. La più estesa è il neologismo psiconeuroendocrinoimmunologia[1] con 30 lettere e 13 sillabe.

Ritratto di Francesco Moneti con un epigramma che allude alla sua fine per una caduta

Origine e uso

L'avverbio (che significa "in modo assai precipitevole") è una parola d'autore coniata nel 1677 da Francesco Moneti per La Cortona convertita:

«Come gonfio pallon, che spesso balza
quando è caduto, e vien gettato al piano,
o che talor verso le stelle incalza
di esperto giocator possente mano,
e da tal forza spinto assai s’inalza
verso del cielo, ed il fermarsi è vano,
perché alla terra alfin torna repente
precipitevolissimevolmente.»

Lo scopo del Moneti era di ottenere una parola che fosse di per sé un endecasillabo, anche se ha così stravolto le norme grammaticali infatti l'avverbio corretto sarebbe "precipitevolissimamente", che ha tre lettere e una sillaba in meno.[2][3]

Il termine fu accettato durante i secoli esclusivamente come uno «scherzo, il quale, benché giudiziosamente omesso dalla Crusca, in tutte le edizioni, tuttavia poté essere graziosamente ripetuto»[4] come lo stesso linguista Giacinto Carena ricorda nel capitolo sesto (Parole burlesche, ditirambiche; parole malamente composte; parole Jonadattiche; Onomatopee) della sua opera L'osservazione intorno ai vocabularj (1831).

Questa parola è presente anche nell'opera burlesca del 1734 La Celidora di Ardano Ascetti, cioè Andrea Casotti:[5]

«chi troppo in alto sal cade sovente
precipitevolissimevolmente»

Dopo del Moneti e dell'Ascetti questa parola fu usata anche da Carlo Goldoni nella commedia del 1750 Il teatro comico (atto I, scena 11):[6]

«Petronio: Si può ben dire, che è fatta precipitevolissimevolmente.»

Un antecedente di avverbio endecasillabo è sovramagnificentissimamente, citato da Dante nel De vulgari eloquentia, di 27 lettere ma che non risulta nel vocabolario della lingua italiana.

Bibliografia

  • Francesco Moneti, La Cortona convertita poema satirico di F. Francesco Moneti, Parigi, 1759. (Prima edizione a stampa).
  • Giacinto Carena, Osservazione intorno ai vocabularj della lingua italiana specialmente per quella parte che ragguarda alle definizione delle cose concernenti alle scienze naturali, Torino, Giacinto Pomba, 1831.
  • Giuseppe Aldo Rossi, Dizionario Enciclopedico di Enigmistica e Ludolinguistica, p. 296 (voce "Parole sesquipedali"), Bologna, Zanichelli, 2002, ISBN 8808089037.
  • Giuseppe Aldo Rossi, Enigmistica. Il gioco degli enigmi dagli albori ai giorni nostri, Milano, Hoepli Editore, 2001, p. 122, ISBN 8820327228.

Voci correlate

Note