Scamandro (divinità)

dio fluviale

Nella mitologia greca, Scamandro era il nome di diversi personaggi, uno era un dio di un fiume, l'altro era suo nipote.

Il dio Scamandro si scaglia contro Achille che ha gettato nelle acque il corpo di un fanciullo quindicenne (opera di Tommaso Piroli)

Il mito

Scamandro: divinità del fiume

 
Achille provoca strage all'interno del fiume Scamandro (la divinità del fiume è sdraiata, a destra). Miniatura del XVIII secolo, opera di Johann Balthasar Probst.

Scamandro (o Xanto) è un dio fluviale, figlio di Zeus e di Doride. Suo padre gli diede l'onore di festeggiare le giovani donne che in seguito al matrimonio andavano a bagnarsi nelle sue acque. Appena uscite dall'acqua, Scamandro usciva dal suo letto e le accompagnava nel suo palazzo.

Durante la guerra di Troia, quando morì Patroclo, l'intimo amico di Achille, ucciso da una lancia scagliata contro di lui da Ettore, Achille, rientrato nel campo di battaglia, fece strage di Troiani e di alleati di Troia e, dopo aver ucciso tantissimi giovani nella pianura di Troia, non essendo riuscito ad attaccare ed uccidere il suo più grande ed odiato rivale Ettore, si rivolse contro i nemici che tentavano, per sfuggire alla sua furia, di rifugiarsi nella sponda opposta del fiume Scamandro, per trovare riparo e salvarsi dalla spada del furibondo eroe greco. Achille, ardendo ancora di rabbia e di ansia di vendetta si gettò nel fiume e prese ad inseguire i fuggiaschi all'interno dell'acqua, facendone strage, lasciando armi, scudi, corazze ad ingombrare la riva e l'acqua dello stesso fiume contenente anche cadaveri con teste mozzate e lasciate con gli elmi a galleggiare in superficie; in breve sorgono agghiaccianti isole di cadaveri ed il dio delle acque del fiume, sdegnato per la carneficina, getta le sue acque contro l'eroe greco, cercando di travolgerlo, togliendogli la vista ed il respiro. Achille, appesantito dall'armatura, lotta con tutte le sue forze arrivando a capire alla fine di essere sul punto di annegare; viene infine salvato dall'intervento di Vulcano che prosciuga le acque del fiume con una tremenda pioggia di fuoco che permette all'eroe di salvarsi la vita e di fuggire per sempre sano e salvo alla furia del dio Scamandro che tentava di ucciderlo per vendicare a sua volta la morte degli infiniti uccisi dalla furia e dal ferro del giovane eroe greco che era rientrato in battaglia per vendicare i feritori e l'uccisore del suo caro amico e compagno di armi Patroclo.

Generazioni

Ebbe una figlia, chiamata Glaucia, diventata l'amante di Dimaco uno degli amici di Eracle in battaglia.

La donna in seguito partorì un bimbo e gli diede come nome Scamandro.

Scamandro: Figlio di Dimaco

Dietro la richiesta di Eracle, Scamandro fu eletto re di Beozia. Lui diede il proprio nome al fiume Inaco, mentre donò il nome di sua madre Glaucia ad un altro corso d'acqua che scorreva vicino al primo e il nome di sua moglie Acidusa ad una sorgente. Con lei aveva avuto tre figlie.

La fondazione di Troia

In una delle varie leggende della creazione della mitica città vede Scamandro guidare un terzo della popolazione di Creta prigioniera di una carestia dell'epoca alla ricerca di terre più felici. Ricordandosi del consiglio di Apollo di fermarsi dove dei nemici li avrebbero attaccati di notte, così egli fece e si sposò con la ninfa Idea, con il quale ebbe un figlio, Teucro.

In seguito Scamandro morì, il suo corpo cadde in un fiume e il suo posto fu preso dal figlio.

Fonti

Letteratura secondaria

Voci correlate

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