Chinea
Con il termine Chinèa, o Acchinèa si indicava il tributo che il re di Napoli pagava allo Stato Pontificio per il privilegio che il pontefice disponeva in quanto detentore dei diritti feudali sul regno di Napoli.
Più propriamente, con tale nome si indicava la razza del cavallo bianco sulla cui groppa il re di Napoli, e in molti casi il Principe Sanseverino di Bisignano, faceva pervenire a Roma, presso il Papa la somma del tributo da pagare annualmente. Questa manifestazione, fortemente simbolica del rapporto di vassallaggio, aveva luogo durante la festa dei Santi Pietro e Paolo il 29 giugno di ogni anno. L'uso di versare il tributo alla Santa Sede ebbe inizio nel 1059 con i Normanni. La Chinea, invece, fu istituita da Carlo I d'Angiò quale riconoscimento all'investitura del titolo di rex Siciliae, attribuitogli da Clemente IV ed era inizialmente triennale. Si svolse annualmente dal 1264 al 1788, anno in cui Ferdinando IV di Napoli non ottemperò all'omaggio. L'abolizione era già stata senza successo tentata nel 1776 dal ministro degli affari esteri Bernardo Tanucci, per motivi di ordine pubblico. L'abolizione del tributo, ormai non più in essere da quasi settanta anni, fu riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede nel 1855, quando Ferdinando II donò diecimila scudi per la costruzione di un monumento all'Immacolata.
La parola chinea è stata usata anche genericamente per indicare un cavallo o mulo da sella.
Etimologia
Il termine deriva dall'inglese hackney, che indica una località inglese, ma anche una razza di cavalli da sella, caratterizzati dall'incedere particolarmente fluido e maestoso, anche all'ambio.