Paterriti

centro abitato del comune di Motta San Giovanni

Paterriti (o Patarriti) è un piccolo quartiere di Reggio Calabria di 600 abitanti ca. situato a 450 mt. slm nella zona collinare sovrastante Pellaro (nella parte meridionale della città di Reggio Calabria), che si affaccia a nord-ovest sulla città e sullo Stretto di Messina. In condizione meteorologiche ottimali è possibile anche scorgere la città di Messina e le Isole Eolie.

È una frazione appartenente sia al comune di Reggio Calabria (da cui dista circa 10 km), che a quello di Motta San Giovanni (da cui ne dista 5), i cui confini sono delimitati dalla strada principale che percorre il centro del paese. È raggiungibile da più percorsi stradali, ma quello preferenziale proviene dalla frazione di Croce Valanidi (Crùci) che prevede l’attraversamento del "Torrente Valanidi". Altro percorso è quello che porta al centro di Pellaro, passando per le frazioni di Curduma, Macellari e San Giovanni.

Geografia ed agricoltura

La zona di Paterriti è prevalentemente collinare e i suoi limiti sono segnati dalle “fiumare” del Valanidi e di San Giovanni. Al centro del paese scorre un altro torrente: quello del "Macellari". Nel tragitto dalla fiumara del Valanidi fino a Paterriti si attraversano più contrade, in ordine: Cavallaro, Amendoléa, Petrara, Padella, Badìa, Paterriti, Bertolazzo, Zangàri, Puzzi e Catanea. Proseguendo su questo tragitto si può raggiungere il centro del comune di Motta San Giovanni.

Le risorse principali del paese derivano dall'agricoltura, soprattutto di agrumi, grano, uva ed olive. Le colline di Paterriti, inoltre, sono inserite nel disciplinare del vino "Pellaro IGP".

Luoghi d'interesse ed attrazioni turistiche

 
Veduta anteriore del Campanile della Chiesa di Paterriti
  • La Piazza Grande di Paterriti Al centro di Paterriti si trova l’unica Chiesa presente nel paese, di origine bizantina, edificata intorno al 1310 intitolata a San Pietro e appartenente alla "Parrocchia della Madonna della Consolazione" di Oliveto. La festa del paese ricorre proprio il 29 giugno poiché San Pietro è anche il Santo Patrono di Paterriti. Durante i festeggiamenti, annualmente, si celebra una processione religiosa durante la quale la statua raffigurante il Santo viene portata in spalla dai cosiddetti "Portatori". Altri luoghi d’interesse sono le piazze, in particolare la “Piazza Grande” intitolata a Francesco Cilea, che in passato ha ospitato una serie di manifestazioni civili come ad esempio la "Sagra della Melanzana" (in dialetto reggino: sagra 'ra mulingiana).



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Veduta dall'alto del Castello di Sant'Aniceto. Sullo sfondo lo Stretto di Messina e l'Etna.
  • Il Castello di Sant'Aniceto

Il luogo di maggiore interesse, però, resta il più celebre Castello di Sant'Aniceto, situato a 2 km dal centro di Paterriti, una fortezza bizantina edificata intorno al 1050 d.c. (e negli ultimi anni restaurata), appartenente alle cosiddette "Quattro Motte": una serie di 4 fortificazioni atte a proteggere l'antica città di Rhegium dalle invasioni. Ai piedi del Castello, inoltre è possibile trovare alcune piccole chiesette di origine bizantina ed un’effige raffigurante il Cristo Pantocratore, ormai però quasi irriconoscibile. Altri luoghi d’interesse sono le cascate che si vengono a formare nelle località Gebbione e Giardino, in cui il torrente Macellari effettua un salto di circa 25 m, in un contesto ambientale simile a quello dei Canyon, cosi come il percorso stesso del Macellari, va ad insinuarsi in delle Gole molto profnode e quasi impossibili da visitare.

  • Altri luoghi d'interesse Un'altra attrazione turistica è rappresentata dalle cascate che si vengono a formare nelle località Gebbione e Giardino, in cui il torrente Macellari effettua un salto di circa 25 mt.




Usi e costumi

Si pensa che il nome "Paterriti" derivi dalla sua forma caratteristica, cioè quella di una coppa incavata e quindi di una tazza o Patera come veniva definita in latino; si pensa inoltre che abbia origine da Paterniti ovvero “quelli di Paternò”. Il paese vanta inoltre la sua presenza all'interno di un proverbio in dialetto reggino, ovvero: “Si dissiru li missi a Paterriti, non si ‘ndi dinnu cchiu missi cantati”. La leggenda vuole che questa frase sia stata recitata da un prete che, dopo aver affrontato un lungo viaggio a piedi con il caldo afoso, si trovò ad essere troppo affannato per “cantare la messa”. Il detto, appunto sta a significare "quel che è fatto è fatto". Altre leggende ricorrono sul centro di Paterriti, come quella secondo la quale Garibaldi durante il suo viaggio fece tappa proprio a Paterriti, in cui trovò ristoro. Le tradizioni sono quelle tipiche della cultura calabrese, in particolare quelle che riguardano la gastronomia. Di fondamentale importanza è la carne di maiale dalla quale, nel periodo invernale, si può ricavare vari tipi di salumi e le ancor più note Frittole.

Ogni ricorrenza ha i suoi piatti tipici:

  • I Petrali

A Natale infatti si usa produrre rigorosamente a livello artigianale i cosiddetti Petrali, ovvero dei tipici dolci natalizi composti da pasta frolla ed un ripieno ottenuto facendo macerare per molti giorni nel vin cotto e nel caffè zuccherato un tritato di fichi secchi, noci, mandorle, buccia di arancia e di mandarino.

  • I Cuddhuraci

Anche detta Cuddura, sono dolci tipici del periodo Pasquale.


Bibliografia e Riferimenti Letterari

  • Circolo didattico di Pellaro, Reggio Calabria: "Pellaro e...dintorni" Ricerca Storico-Antropologica.
  • Domenico minuto: "Catalogo dei monasteri e dei luoghi di culto tra Reggio e Locri."
  • Franco Arillotta: "Storia di Motta San Giovanni e del suo territorio."
  • Antonio De Lorenzo: "Le quattro motte estinte presso Reggio Calabria."
  • Giuseppe Pensabene: "Roma nel lessico e nella toponomastica reggina."