Sayed Kashua

scrittore e giornalista palestinese israeliano

Sayed Kashua (ebraico: סייד קשוע‎; arabo: سيد قشوع‎; Tira, 1975) è uno scrittore e giornalista israeliano.

Biografia

Sayed Kashua è nato a Tira, nel Nord di Israele, da genitori palestinesi. A 15 anni è stato accettato all'Accademia israeliana per le arti e le scienze, riservata solo ai più dotati[1]. Inoltre ha studiato sociologia e filosofia all'Università Ebraica di Gerusalemme. Ha vissuto a Beit Safafa prima di trasferirsi in un quartiere ebraico di Gerusalemme con la moglie e i figli.[2]

Kashua è diventato famoso grazie ai suoi articoli umoristici sul quotidiano Haaretz[3], parlando molto dei problemi che gli arabi israeliani devono affrontare. E' anche autore della sitcom Arab Labor, che andava in onda su Channel 2, e che è perlopiù in lingua araba con sottotitoli in ebraico. E ha scritto tre romanzi, tutti in ebraico.

Nel 2014, in seguito agli scontri a cui è seguita l'Operazione Margine di protezione, è emigrato con la famiglia a Chicago, affermando che "La coesistenza tra ebrei e arabi ha fallito".

Opere

  • Arabi Danzanti (2002)
  • Fa che sia giorno (2006)
  • Seconda persona singolare (2010)

Premi e riconoscimenti

  • Arab Labor ha vinto il premio per la miglior serie televisiva al Jerusalem Film Festival[4]
  • Nel 2011 Kashua ha vinto il premio Bernstein per il romanzo Seconda persona singolare[5]

Note

  1. ^ Isabel Kershner, Straddling Cultures, Irreverently, in Life and Art, in New York Times, 7 gennaio 2008. URL consultato il 19 luglio 2011.
  2. ^ Atlantic Books: Sayed Kashua
  3. ^ http://www.haaretz.com/misc/writers/sayed-kashua-1.567
  4. ^ Award winners, su webcache.googleusercontent.com.[collegamento interrotto]
  5. ^ (Hebrew) ישראל היום, July 19, 2011. Lingua sconosciuta: Hebrew (aiuto);