Il 2015 registra una progressiva ulteriore recrudescenza negli scontri armeno-azeri con una particolare intensità, come nell'anno precedente, nei mesi di gennaio e di agosto allorché, lungo la linea di demarcazione tra Nagorno Karabakh e Azerbaigian e lungo il confine tra questo e l'Armenia, si registrano attività belliche che vanno oltre le consuete azioni di cecchinaggio e si concretizzano in tentativi di penetrazione nel territorio nemico con un bilancio di numerose vittime da ambo le parti. Nell'economia di questi incidenti, per quanto desumibile oltre gli stereotipi comunicati ufficiali delle parti in causa, a tentativi di incursione azera fanno seguito rappresaglie armene.

Il 2015 evidenzia anche un uso sempre più frequente di armi di medio calibro, mortai e lanciagranate, che alzano ulteriormente il livello della tensione e allarmano le istituzioni internazionali preoccupate dell'escalation della crisi che raggiunge il suo culmine ad agosto allorché si sviluppa lungo la linea di demarcazione tra Nagorno Karabakh una vera e propria battaglia con un bilancio (non ufficiale) di decine di vittime.

Scontri di gennaio