Cuore cattivo

film del 1995 diretto da Umberto Marino

Cuore cattivo è un film del 1995 diretto da Umberto Marino, tratto dalla commedia Dove nasce la notizia.

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Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata92'
Generedrammatico
RegiaUmberto Marino
SoggettoUmberto Marino
SceneggiaturaUmberto Marino
ProduttoreDania Film, Globe Film, RAI
FotografiaAlessio Gelsini Torresi
MontaggioSimona Paggi
MusicheFrancesco Verdinelli
ScenografiaStefano Giambanco
CostumiStefano Giambanco
Interpreti e personaggi
«Torvajanica, Pasqua 1994: io, Sonia ed il mare.»

Trama

Estate, periferia di Roma: due ragazzi si preparano a rapinare una tabaccheria ma vengono prontamente bloccati dalla polizia. Uno dei due rapinatori, Claudio Scalise, riesce a scappare trovando rifugio nell'appartamento di Esther Cipriani fingendosi un tecnico della Sip. Claudio è un ragazzo "sbandato", disoccupato e cocainomane, trovatosi rapinatore per pagare un grosso debito. Esther è una ragazza timida, chiusa e vive volontariamente reclusa a causa di un incidente che l'ha costretta alla sedia a rotelle. Mentre Claudio temporeggia cercando una via di fuga, l'arrivo inaspettato della madre di Esther uscita momentaneamente per fare la spesa, crea panico ed agitazione nel giovane che in uno scatto d'ira caccia la donna e trattiene Esther in ostaggio barricandosi in casa. La polizia, già in allerta, arriva prontamente e circonda la casa tentando di convincerlo a costituirsi. Unico interlocutore di Claudio è il Commissario a cui chiede, quasi in stato confusionale, un giudice per poter trattare respingendo le accuse di violenza carnale su Esther. Dopo una lunga attesa, impegnata tra disperate telefonate d'aiuto e continui scatti d'ira (dovuta anche all'assunzione di cocaina), l'arrivo del giudice Isernia, inesperto e formale, non convince Claudio ulteriormente irritato per l'uso da parte della polizia di lacrimogeni durante la trattativa. il Commissario, dopo aver letto la scheda su Claudio e Sabelli (il complice), si convince di avere a che fare con un emarginato ma non un violento e tenta un ulteriore mediazione che non va a buon fine. Nel mentre Esther, vedendo in televisione i servizi al telegiornale, ha l'intuizione di proporre una soluzione chiamando il giornalista Massimo Salvadori, conduttore del programma televisivo "Dove nasce la notizia", in modo tale che Claudio può chiarire di non essere stato lui a sparare sul tabaccaio. La richiesta viene esaudita e Salvadori arriva con il suo cameraman realizzando l'intervista-confessione con la promessa di ritornare la sera per filmare in diretta la resa di Claudio. La telefonata di Stefano, amico e accompagnatore per disabili, sconvolge Esther che tenta il suicidio tagliandosi le vene con le lamette ma viene fermata prontamente da Claudio che, quasi intenerito, incomincia ad avvicinarsi a lei. Claudio le mostra la foto della sua fidanzata, Sonia, riflettendo sulla reale conoscenza che si può avere con una persona, mentre Esther ha un sentimento nascosto e contrastato per Stefano e sogna un'operazione in Svizzera che non si può permettere. La sera nei dintorni della casa si raggruppano gruppi di disabili, di "borgatari", Sonia, Stefano e si allestisce tutto per la diretta televisiva, diretta che viene preceduta dall'intervista al Ministro (formalmente banale e cinico) ed ai familiari di Claudio. Un imprevisto, un grave attentato a Milano con morti e feriti, fa rimandare la diretta causando l'esasperazione di Claudio che punta la pistola (scarica) alla tempia di Salvadori intimando la ripresa della diretta televisiva: uscendo sulla veranda, facendosi scudo del giornalista, viene colpito mortalmente da un cecchino.

Sceneggiatura

Il film è la trasposizione cinematografica dell'opera teatrale Dove nasce la notizia scritta e diretta da Umberto Marino ed interpretato in teatro dagli stessi attori (Kim Rossi Stuart, Cecilia Genovesi, Massimo Wertmüller e Ludovica Modugno). S'ispira ad un generico fatto di cronaca, quasi ordinario e marginale nelle periferie italiane e romane nello specifico.

Colonna sonora

Il film è percorso interamente da due soli brani: una è la canzone Seasons Of Wither degli Aerosmith e l'altro è un brano composto da Francesco Verdinelli.

Accoglienza

Critica

Tullio Kezich paragona il film a Quel pomeriggio di un giorno da cani del 1975 con Al Pacino, fondato sul principio dell'assedio e sull'influenza dei media fra cinica manipolazione e veredicità dei fatti. Ne viene invece esaltato il senso di solitudine ed insofferenza dei due protagonisti ingabbiati nelle rispettive vite "non volute", aggrappati a piccoli/grandi sogni (una casa al mare o l'operazione: "sogna fino a che il sogno diventa realtà" come cantano gli Aerosmith) che diano senso e speranza per un futuro diverso. Questo stato d'animo è sottolineato anche dal senso di oscura claustrofobia dell'appartamento dove si svolge la storia, "prigione" consolatoria, protettiva ma che accresce enormemente il senso di libertà (amplificato simbolicamente dalla mosca dentro il bicchiere).

Collegamenti esterni

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