Adolfo Gregoretti

marinaio e militare italiano
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Adolfo Gregoretti (Apuania Carrara, 25 febbraio 1916Mar Mediterraneo, 24 marzo 1943) è stato un marinaio e militare italiano. Tenente di vascello della Regia Marina, combatte durante la seconda guerra mondiale. Decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Adolfo Gregoretti
NascitaApuania Carrara, 26 dicembre 1916
MorteMar Mediterraneo, 24 marzo 1943
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
Anni di servizio1936-1943
GradoTenente di vascello
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Capo Bon
Studi militariAccademia navale di Livorno
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Biografia

Nato a Apuania Carrara (Massa Carrara) il 25 febbraio 1916, figlio di Giuseppe e Lea Lazzoni. A partire dal 1932 entrò come allievo presso l'Accademia navale di Livorno, da cui uscì nel gennaio 1936 con il grado di guardiamarina. Nel 1937 fu promosso Sottotenente di vascello, e dopo un lungo periodo di imbarco, dapprima su incrociatore e poi sulle siluranti di superficie, frequentò a Livorno il Corso per Direttore del Tiro. Imbarcato successivamente sull'incrociatore pesante Fiume[1] e su quello leggero da Giussano. Dopo l'affondamento del da Giussano, avvenuto il 12 dicembre 1941, nel corso del quale fu decorato ”sul campo” con la medaglia di bronzo al valor militare,[2], fu trasferito[3] sulla nave da battaglia] Roma come Direttore del Tiro delle armi di piccolo calibro, vinendo promosso Tenente di vascello. Il 19 dicembre 1942 si imbarcò sul cacciatorpediniere Malocello, a bordo del quale salpò da Pozzuoli la sera del 23 marzo 1943[4] insieme al Camicia Nera ed al Pancaldo per trasportare a Tunisi dei reparti di militari tedeschi. Alle ore 24 le tre unità furono raggiunte dal cacciatorpediniere Ascari che assunse il comando della formazione.[4] Alle ore 07.30 del giorno successivo il cacciatorpediniere urtò contro una mina nemica che esplose al centro della nave, spezzandola in due tronconi.[4] Durante i momenti seguenti all'eplosione egli si prodigò nei locali allagati ed invasi dal vapore, portando in salvo il personale ferito.[4] Dedicatosi alla distruzione di tutti i documenti[5] e delle carte nautiche, passò la propria cintura di salvataggio a un marinaio che ne era privo, affondando insieme alla nave.[5] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare[5] alla memoria.[6] La città di Roma gli ha intitolato una via.

Onorificenze italiane

«Direttore del Tiro di cacciatorpediniere irrimediabilmente colpito da offesa subacquea,si prodigava con calma e perizia nelle operazioni di abbandono della Nave. Nel nobile intento di assistere i propri marinai si calava coraggiosamente in locali allagati ed invasi dal vapore, portando in salvo personale ferito. Distrutti i documenti segreti e le carte nautiche, dimentico di sé, si dedicava al salvataggio della gente, reso difficoltoso dall’infuriare del mare, e generosamente passava la propria cintura di salvataggio a marinaio che ne era sprovvisto. Nell’imminenza dell’affondamento, rifiutava di abbandonare il proprio posto prima di avere la certezza che tutto l’equipaggio lo avesse preceduto e spariva con la Nave tenendo fede fino all’ultimo all’ideale che aveva costantemente animato la sua vita di uomo d’arme e di mare, quello di essere sempre il primo nel dovere e nel sacrificio”.»
— 
Mediterraneo Occidentale, 24 Marzo 1943.
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 18 marzo 1947
— Mediterraneo Centrale, 13 dicembre 1941.— Regio Decreto 26 settembre 1942

Note

  1. ^ Hogg, Wiper 2004, p. 24
  2. ^ Adolfo Gregoretti si era prodigato per disciplinare il salvataggio del personale, arrivando anche a gettarsi in mare gettandosi anche in mare per soccorrere i naufraghi più bisognosi.
  3. ^ Fu lui a presentare domanda per poter ritornare a combattere.
  4. ^ a b c d Rocca 1987, p. 276-277
  5. ^ a b c Il Nastro Azzurro n.4, luglio-agosto 2010, p. 44
  6. ^ Marina Militare

Bibliografia

  • Aldo Cocchia, Filippo De Palma, La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VI: La Guerra nel Mediterraneo – La difesa del Traffico coll'Africa Settentrionale: dal 10 giugno 1940 al 30 settembre 1941, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1958.
  • (EN) Gordon E. Hogg, Steve Wiper, Italian heavy Cruiser of World War II, Tucson, Classic Warship Publishing, 2004, ISBN 0-97106-879-8.
  • Gianni Rocca, Fucilate gli Ammiragli, Milano, A. Mondadori Editore, 1987.

Periodici

  • Cronache dalle Federazioni, in Il Nastro Azzurro, n. 4, Roma, Istituto del Nastro Azzurro, luglio-agosto 2010, p. 44.

Fonti