Contea di San Secondo
La contea di San Secondo, successivamente elevata in marchesato, fu un piccolo Stato dell’Italia centro-settentrionale governato dalla famiglia Rossi dal 1365, data di acquisto del feudo ceduto dal capitolo delle cattedrale di Parma, sino all’estinzione delle linea diretta del casato avvenuta nel 1817 (l'ultimo Rossi, Guido, morto nel 1825, non ebbe il potere temporale).
| Contea (1365-1503) e marchesato (1503-1817) di San Secondo | |
|---|---|
| Dati amministrativi | |
| Lingue ufficiali | latino, italiano |
| Lingue parlate | dialetto locale |
| Capitale | San Secondo |
| Dipendente da | |
| Politica | |
| Forma di governo | monarchia assoluta (contea), (marchesato) |
| Capo di Stato | conte dal 1503, marchese |
| Nascita | 1365 con Giacomo de' Rossi |
| Causa | cessione della contea da parte di Ugolino de' Rossi, vescovo di Parma al nipote Giacomo come compenso di un debito non onorato |
| Fine | 1817 con Giovan Girolamo (di Troilo) de' Rossi |
| Causa | estinzione del casato |
| Territorio e popolazione | |
| Bacino geografico | bassa parmense |
| Massima estensione | 38 km² circa (della contea propriamente detta) nel secolo XV |
| Popolazione | 2000 abitanti circa nel secolo XV |
| Economia | |
| Valuta | milanese e parmense |
| Risorse | prodotti agricoli, salumi,Spalla di San Secondo |
| Commerci con | Ducato di Milano, Ducato di Parma e Piacenza |
| Religione e società | |
| Religione di Stato | Cattolicesimo |
| Classi sociali | nobiltà, clero, allevatori, contadini |
| Evoluzione storica | |
| Preceduto da | Canonici della cattedrale di Parma Diocesi di Parma |
| Succeduto da | |
Il minuscolo territorio fu vassallo dapprima del ducato di Milano poi del ducato di Parma.
Storia
La nascita della contea
La contea di San Secondo nacque formalmente il 18 aprile 1365 quando Ugolino de Rossi, vescovo di Parma, oberato dai debiti contratti dal capitolo della cattedrale che era proprietario delle terre di San Secondo sin dal 895 d. C[1]., le cedette ufficialmente ai nipote Giacomo e Bertrando de’ Rossi come risarcimento per un prestito non onorato.[2]
Tale atto comunque, ratificato poi nel 1367 con la designazione di Giacomo de’ Rossi come primo conte, è puramente convenzionale, in quanto i Rossi possedevano già dei terreni a sud del paese, nella zona di Castell’Aicardi. sin dal 1146 e, pur essendo apparentemente proprietari solo della quarta parte del territorio[3], esercitavano di fatto la signoria già dal XIII secolo a causa della debole posizione dei canonici.
Le acquisizioni di Pietro Maria I e la lotta con i Terzi
In seguito alla scomparsa di Giacomo gli successe il nipote Bertrando di Bertando, amico e consigliere di Gian Galeazzo Visconti, morto il quale, nel 1396, la contea passò dal figlio Pietro Maria che controllava contemporaneamente le contee di Corniglio e Berceto.
Nel 1401 Pietro Maria[4] ingrandì la contea di San Secondo acquistando dai sempre indebitati canonici il vicino feudo del Pizzo e, in successione, i territori di Castell’Aicardi, Ronchetti e Corticelli[5], ma l’espansione territoriale del feudo e le mire del Rossi sul governo della città di Parma misero Pietro in conflitto con la famiglia Terzi, ciò diede il via ad una lotta fra le due casate che culminò con l’assalto e l’incendio del borgo forticato di San Secondo condotto nel 1403 da Ottobono dei Terzi alla testa di 300 cavalieri e 200 fanti.
Dopo aver ottenuto l’investitura della contea dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, Pietro Maria iniziò la costruzione della rocca dei Rossi intorno al 1415, scegliendo San Secondo come sede principale dalla quale governare i numerosi domini che la famiglia possedeva nel parmense e nel cremonese, mentre al fratello Giacomo spettò il feudo di Felino.[6]
La signoria di Pier Maria II e la guerra contro Ludovico il Moro
(riproduzione della medaglia del 1457)
A Pietro Maria successe il figlio Pier Maria II che aveva eletto come residenza della famiglia la rocca di San Secondo; durante la sua signoria, la contea conobbe uno sviluppo urbanistico notevole: il castello venne ingrandito, fu costruita la chiesa dell’Annunciazione di Maria Vergine, divenuta titolare della parrocchialità nel 1470 e il borgo ampliato per ospitare gli abitanti dell’originario insediamento demico di Villa di San Secondo.
Tuttavia la presa del potere di Ludovico il Moro segnò il declino delle fortune dei Rossi, fautori della fazione sforzesca avversa; il duca di Milano strinse un'alleanza con i Sanvitale, i Pallavicino e i Da Correggio, quindi mosse guerra al Rossi: nel gennaio 1482 le truppe del Moro guidate dal suo figlio naturale e da Gian Giacomo Trivulzio invasero la contea e cinsero di assedio la rocca di San Secondo.
Pier Maria II oppose una strenua resistenza e in alcune sortite riuscì addirittura a respingere gli assedianti oltre il greto del fiume Taro e del torrente Parola (in realtà trattasi del T. Rovacchia del quale il Parola è affluente)[7], catturando schiere di armigeri; tuttavia la mutata strategia intrapresa dagli invasori che, vista l’impossibilità di far cadere San Secondo, iniziarono ad assediare una per una le varie rocche dei Rossi e la salute malferma del conte fecero sì che Pier Maria II lasciasse la conduzione delle guerra all’erede designato (il figlio primogenito Giovanni era stato diseredato) Guido, ritirandosi nel castello di Torrechiara ove morì poche settimane dopo[6]
Guido continuò la lotta ma, dopo una momentanea tregua e senza l’aiuto dei veneziani, dovette fuggire da San Secondo che cadde il 21 giugno 1483, dopo un anno e mezzo di combattimenti.
La susseguente pace di Bagnolo, del 1484, non reintegrò i Rossi nei loro feudi.[8]
Il recupero del feudo e l’erezione a marchesato
Gli anni successivi alla presa della rocca furono anni di decadenza e degrado, nondimeno nel 1493 Giovanni de’ Rossi, figlio primogenito diseredato da Pier Maria II, riuscì a rientrare in possesso del feudo di San Secondo grazie all’amicizia con Gian Giacomo Trivulzio, anch'egli al servizio del re di Francia.
L’investitura ufficiale di Luigi XII avvenne comunque solo nel 1499 dopo la caduta di Ludovico il Moro.
Giovanni non riuscì però nell'intento di rientrare in possesso di tutti territori appartenuti al padre: Torrechiara, Felino e Roccabianca passarono ai Pallavicino, Corniglio a Filippo Maria, figlio di Guido, l’erede designato da Pier Maria II.
A compensazione dell’impossibilità di reinsediare i Rossi di San Secondo nei loro possedimenti aviti, Troilo I figlio di Giovanni fu creato marchese dal re di Francia presso il quale prestava servizio.[8]
Il periodo d’oro del marchesato
Troilo I cercò di riportare il feudo al suo antico splendore, ricostruendo la rocca e ristrutturando il borgo gravemente danneggiato dalle guerre affrontate nei decenni precedenti.
Abile diplomatico, sposò nel 1503 la contessa Bianca Riario, figlia di Girolamo, signore di Imola, e di Caterina Sforza, nonché sorellastra di Giovanni dalle Bande Nere e nipote del papa Sisto IV. Questo matrimonio gli consentì quindi di entrare nel grande gioco della politica italiana dell'epoca e di rinforzare con importanti alleati la propria posizione minacciata dalle rivendicazioni dei Rossi di Corniglio, il cui assedio Troilo aveva già fronteggiato e respinto con successo. Nonostante questo primo tenativo di espugnare San Secondo fosse andato a vuoto, agli eredi di Guido si presentò una seconda occasione alla morte di Troilo I , avvenuta nel 1521, quando, approfittando del fatto che il marchesato fosse retto da Pier Maria III, ancora giovinetto, le truppe di Filippo Maria e di Bernardo de’ Rossi invasero il territorio occupando San Secondo.
In aiuto della sorellastra Bianca e di Pietro Maria III accorse Giovanni de’ Medici, allora nel cremonese, che, sbaragliando le truppe dei cornigliesi nella battaglia di San Secondo, occupò tutte le piazzeforti che gli invasori avevano espugnato restituendole al nipote Pietro Maria III[9]
Negli anni successivi la corte di San Secondo fu frequentata da personaggi fra i più illustri e famosi dell'epoca: oltre al già menzionato Giovanni de’ Medici, fu spesso ospite Pietro l’Aretino; i due presenziarono insieme alla sfarzosa cerimonia nuziale di Pietro Maria III Maria con Camilla Gonzaga, avvenuta nel 1523 e ancora rievocata annualmente nel palio di San Secondo; successivamente fu presente anche il Parmigianino che immortalò Pier Maria III in un celebre ritratto conservato al museo Prado di Madrid.
Grazie alle ricchezze accumulate, Pier Maria decise di far adornare ed abbellire la rocca, opera continuata poi dal figlio Troilo II e culminata con la decorazione della sontuosa sala delle gesta rossiane, dove in tredici episodi Troilo desiderava mitizzare le imprese della sua famiglia.
Il periodo farnesiano e la confisca del feudo
L’avvento dei Farnese come signori del neonato ducato di Parma e Piacenza segnò l’inizio della decadenza del potere e prestigio dei Rossi di San Secondo.
Troilo II più volte rifiutò di fare atto di vassallaggio a Ottavio Farnese, ma dovette cedere nel 1556 di fronte ad una missiva del re Filippo II di Spagna che ordinava al Rossi addirittura di cedere la contea dei San Secondo al duca di Parma..
Il rapporto con i Farnese continuò fra alti e bassi per più di mezzo secolo, periodo durante il quale il borgo venne ampliato, la rocca restaurata e fu edificato l’ospedale della misericordia sotto il marchesato di Federico I.
Il sostegno però che i Rossi continuavano a dare alla Spagna, invisa ai Farnese, portò alla confisca del feudo nel 1635 costringendo il marchese Pier Maria IV a dimorare nella residenza cremonese di Farfengo senza più poter rientrare nella contea.[8]
Il ritorno dei Rossi, il declino e la fine del marchesato
I Rossi riuscirono a riavere il possesso del marchesato solo 18 anni dopo, nel 1653, grazie a Scipione I, che, a prezzo di grandi sacrifici economici, riuscì ad ottenere la restituzione del feudo, anche con l’aiuto del re di Spagna che, nel 1640, aveva disposto la cessione ai Rossi di alcune rendite fiscali di comunità del regno di Napoli appartenenti ai Farnese, che furono riconsegnate nel 1657, dopo la restituzione dello "Stato" di San Secondo e feudi annessi.[10]
Tuttavia il depauperamento del patrimonio rossiano e i sempre maggiori interessi che i Rossi coltivavano in Lombardia, provocarono un declino inarrestabile della contea. Scipione I oberato dai debiti cedette nel 1664 il ritratto di Pier Maria Rossi e quello di Camilla Gonzaga, opere del Parmigianino, al Re di Spagna e, successivamente, nel 1666 il feudo di Berceto alla camera ducale di Parma,[11] infine abdicò in favore del figlio Federico II per trasferirsi a Venezia prima (i Rossi facevano parte sin dal XIV secolo del patriziato veneto) e a Farfengo poi, dove morì.
Federico II mantenne una politica di buon rapporto con i Farnese, gestendo con successo la delicata fase di passaggio del ducato ai Borbone. Amante delle arti, promosse la realizzazione di una serie di importanti opere pubbliche, fra le quali l’ingrandimento della chiesa collegiata compreso il rifacimento del sagrato, l’edificazione dell’oratorio di San Luigi e l’ampliamento dell’oratorio del Serraglio.
La rivoluzione francese colse quindi di sorpresa il penultimo marchese Scipione II che, ormai ultrasettantenne, preferì fuggire senza difendere il proprio feudo di fronte alle armate napoleoniche morendo senza eredi nel 1802. Gli subentrò il cugino Giangirolamo che di fatto non risiedette quasi mai a San Secondo: la sua dipartita, privo di prole, nel 1817, causò l'estinzione del marchesato.[8]
Territorio
La contea di San Secondo propriamente detta occupava inizialmente un territorio piuttosto esiguo in prossimità del borgo fortificato, arrivando poi con le acquisizioni di Pietro Maria I (Pizzo, Castell’Aicardi, Corticelli, Ronchetti) ad estendersi su di una superficie all'incirca coincidente con l’attuale comune di San Secondo Parmense, delimitata da confini fluviali, ad est il Taro, ad ovest il Rovacchia e a nord il torrente Stirone.
Intesa però come centro nevralgico del potere dello "Stato" rossiano, nonché residenza della famiglia dei Rossi, l’estensione territoriale massima ai tempi di Pier Maria II comprendeva non soltanto il borgo di San Secondo, ma anche quelli di Arzenoldo (Roccabianca), Felino, Torrechiara, Corniglio, Berceto, Corniana, Segalara e altre rocche dell’Appennino.
Quando nel 1499 Giovanni de’ Rossi venne reinsediato a San Secondo, non poté riprendere il controllo né di Felino e Torrechiara e Roccabianca, passate ai Pallavicino, né di Corniglio data a Filippo Maria figlio di Guido, né di Berceto che comunque Troilo I ereditò alla morte di Bertando.[12]
Lo stemma dei Rossi era così illustrato: Inquartato: nel 1° e 4° d'azzurro al leone d'oro; nel 2° e 3° ondato dìargento e d'azzurro; in capo scudetto di verde con tre teste.[13]
Conti (1356-1502) e marchesi (1503-1817) di San Secondo
| Stemma | Titolo | Nome | Periodo | Consorte | Note |
| Conte | Giacomo de' Rossi | 1365 - 1396 | Agnese di Bonaccorso Ruggeri morta nel 1350 poi Agnese Lupi | ||
| Conte | Bertrando Rossi | 1396 - 1396 | Eleonora Rossi | Figlio di Bertrando e nipote di Giacomo, da non confondere con l'altro Bertrando figlio di Giacomo. | |
| Conte | Pietro Maria de' Rossi | 1396 - 1438 | Maria Giovanna Cavalcabò | Governò i feudi di famiglia in compartecipazione con il fratello Giacomo; Pietro risiedette prevalentemente a San Secondo, Giacomo a Felino. | |
| Conte | Pietro Maria II de' Rossi | 1438 - 1482 | Antonia Torelli dei conti di Montechiarugolo | ||
| Conte | Giovanni de' Rossi | 1482 - 1502 | Angela Scotti Douglas | Giovanni detto "il diseredato" rientrò di fatto in possesso del feudo solo nel 1493 e ufficialmente nel 1499 | |
| Marchese | Troilo I de' Rossi | 1502 - 1521 | Bianca Riario | Fu nominato marchese da Re di Francia | |
| Marchese | Pietro Maria III de' Rossi | 1521 - 1547 | Camilla Gonzaga | ||
| Marchese | Troilo II de' Rossi | 1547 - 1591 | Eleonora Rangoni di Modena | ||
| Marchese | Troilo III de' Rossi | 1591 - 1593 | Morto senza eredi, gli successe il fratello | ||
| Marchese | Federico I de' Rossi | 1593 - 1632 | Isabella Borromeo | Isabella era nipote del cardinale Federico | |
| Marchese | Troilo IV de' Rossi | 1632 - 1635 | Claudia Tassoni | Morto privo di eredi maschi, gli successe il fratello | |
| Marchese | Pietro Maria IV de' Rossi | 1635 - 1653 | Di fatto non prese mai possesso del feudo a causa della confisca dei beni da parte dei Farnese, visse a Farfengo. Morto senza prole, gli successe il fratello | ||
| Marchese | Scipione I de' Rossi | 1653 - 1680 | Maria Rangoni | Abdicò nel 1680 in favore del figlio Federico | |
| Marchese | Federico II de' Rossi | 1680 - 1754 | Maria Vittoria Rangoni | ||
| Marchese | Pietro Maria V de' Rossi | 1754 - 1754 | |||
| Marchese | Scipione II de' Rossi | 1754 - 1802 | Chiara Martinengo prima, Teresa Vernazzi poi | Morto senza eredi, il marchesato passò al cugino | |
| Marchese | Giovan Girolamo (di Troilo) de' Rossi | 1802 - 1817 | Morto senza eredi | L'ultimo Rossi, Guido, ciambellano della duchessa di Parma Maria Luigia, non venne nominato marchese. |
Conti o marchesi?
Nonostante la quasi totalità delle fonti concordano con il fatto che il feudo di San Secondo sia nato come contea nel 1365 e sia divenuto marchesato nel 1502 sotto Troilo I a cui venne appunto attribuito il titolo di marchese dal re di Francia Luigi XII[8][5][6][14], permangono alcune incoerenze degne di menzione:
In un documento del cinquecento si dice che fu Ludovico il Bavaro a nominare nel 1330 (epoca in cui i Rossi non possedevano che una quarta parte del feudo di San Secondo) Marsilio de' Rossi e i suoi fratelli marchesi di San Secondo[15]
Un'altra incoerenza, ben più tangibile, si trova nella sala di Circe e Didone della Rocca di San Secondo, dove è presente un camino in marmo recante l'iscrizione "CO Troilus Rubeis II" Troilo II, che commisiona il camino, si fa quindi chiamare con il titolo di conte e non con quello più prestigioso di marchese, benchè sia stato il nonno Troilo I ad essere elevato a tale rango.
La seconda incoerenza si spiega però con il fatto che il titolo di marchese, concesso dal re di Francia, non venne usato in periodo pontificio[14] essendo Troilo II al servizio del papa preferì utilizzare il titolo di conte e, probabilmente, tale titolo non venne ostentato neppure in seguito quando i Rossi furono per lungo tempo al servizio dello stato di Milano retto dagli spagnoli, nemici storici dei francesi.
Altre notizie
Nell'emblema comunale di San Secondo Parmense non vi è traccia del leone rampante rossiano, anche se rimangono i colori della casata (bianco e azzurro nel gonfalone). Lo scudo dei Rossi rappresenta, invece, lo stemma della locale squadra di calcio.
Note
- ^ Per la storia di San Secondo antecedente alla fondazione della contea si rimanda alla voce San Secondo Parmense, sezione storia
- ^ Censi UP, Uomini e terre del Capitolo della cattedrale nella Bassa Parmense, 1995.
- ^ Vari e Angelica Rosati, San Secondo dalla nascita di Pier Maria Rossi a comune parmense, Parma, Tipografie Riunite Donati, 2013.
- ^ Alcune fonti indicano nel 1404 l'inizio della signoria di Pietro Maria, ciò non è però possibile perchè tutte le fonti concordano sul fatto che Bertrando suo predecessore sia morto a Pavia il 4 novembre 1396, con descrizione minuziosa del corteo funebre. La signoria di Pietro incominciò alla morte del padre Bertrando, si veda sul Litta che Pietro agì già prima del 1404 contro i Terzi
- ^ a b Giuseppe Maria Cavalli, Cenni storici della borgata di San Secondo, 1870.
- ^ a b c Portale dedicato alla Storia di Parma e a Parma nella Storia, a cura dell'Istituzione delle Biblioteche di Parma ::: Dizionario biografico: Rondani-Ruzzi, su www.parmaelasuastoria.it. URL consultato il 6 dicembre 2015.
- ^ La confusione fra l'affluente e il torrente principale è ben visibile nella cartina dei territori dello stato Pallavicino, dove si vede che il Torrente chiamato Parola si immette nello Stirone, trattasi invece della Rovacchia nella quale il parola confluisce a nord di Fidenza
- ^ a b c d e Pompeo (1781-1851) Litta, Famiglie celebri di Italia. Rossi di Parma / P. Litta. URL consultato il 6 dicembre 2015.
- ^ Giovan Girolamo de' Rossi, Vita di Giovanni de' Medici, celebre capitano delle Bande Nere, Milano, versione stampata del 1833 tipografia Dott. Luigi Ferrario, XVI secolo.
- ^ Biblioteca Palatina di Parma, Fondo Bernini, Carte dell'Archivio Rossi di San Secondo
- ^ Castelli dell'Emilia-Romagna: Censimento e schedatura: Berceto, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 12 dicembre 2015.
- ^ Letizia Arcangeli e Marco Gentile, Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, Associazione culturale RM, 2007.
- ^ Tettoni-Saladini, Voce Rossi di Parma
- ^ a b Letizia Arcangeli e Marco Gentili, Le signorie dei Rossi di Parma fra il XIV e il XVI secolo, Firenze, Monografia reti medioevali, università di Firenze, p. 298 nota 309.
- ^ Vincenzo Carrari, Historia de Rossi Parmigiani, 1583, p. 69.
Bibliografia
- Letizia Arcangeli, Marco Gentile (a cura di), Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, Firenze, Reti Medievali - Firenze University Press, 2007. ISBN 978-88-84-536839.
- Giuseppe Maria Cavalli, Cenni storici sulla borgata di San Secondo, ms., 1870.
- Umberto Primo Censi, Uomini e terre del Capitolo della cattedrale nella Bassa Parmense, (ricerca dattiloscritta), ITIS Galilei, San Secondo Parmense 1995.
- Giovan Girolamo de' Rossi, Vita di Giovanni de' Medici, celebre capitano delle Bande Nere, tipografia Luigi Ferrario, Milano 1833.
- Pompeo Litta, Le Famiglie Celebri Italiane, I Rossi di Parma, Giusti, Milano 1819.
- Marco Pellegri, Il Castello di San Secondo nella Storia e nell'Arte, S.p.A. Tipografie Riunite Donati, a cura dell'Amministrazione Comunale, 1968.
- Marco Pellegri, Un feudatario sotto l'insegna del leone rampante. Pier Maria Rossi 1413-1482, Silva Editore, Parma 1996.ISBN 88-7765-062-1.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma, 5 voll., Reale Tipografia, Parma 1837-1859.
- Pier Luigi Poldi Allaj, La Contea di San Secondo, Battei, Parma 2008.
- Leone Tettoni-Francesco Saladini, Teatro Araldico, I Rossi di Parma, Wilmant, Lodi 1843.
Voci correlate