Oratorio della Beata Vergine del Serraglio
L'Oratorio della Beata Vergine del Serraglio è un edificio religioso edificato per volere di Scipione I de' Rossi nel XVII secolo al confine dei territori di pertinenza del parco Rocca dei Rossi a San Secondo Parmense.
| Oratorio della Beata Vergine del Serraglio | |
|---|---|
| Stato | |
| Regione | |
| Località | San Secondo Parmense |
| Indirizzo | strada Provinciale per Fontanellato 3 ‒ Villa Baroni ‒ San Secondo Parmense (PR) |
| Coordinate | 44°55′06.33″N 10°13′07.48″E |
| Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
| Titolare | Maria, madre di Gesù |
| Diocesi | Diocesi di Parma |
| Fondatore | Scipione I de' Rossi |
| Stile architettonico | Barocco |
| Inizio costruzione | 1663 |
| Completamento | 1685 |
Storia
Agli inizi del XVII secolo, nel punto in cui la strada per Fontanellato incrocia il canale San Carlo, in cirrispondenza della propaggine più lontana del muro di recinzione del parco della rocca di San Secondo, era collocata una immagine sacra della Vergine Maria con bambino, protetta da una nicchia.[1] [2]
A metà del secolo, per i tanti eventi miracolosi che erano stati attribuiti all'immagine e per la conseguente devozione che si era diffusa fra i fedeli, il prevosto Don Francesco Rossi, membro della famiglia feudataria di San Secondo, decise di erigere una piccola cappella con altare, per officiarvi periodicamente funzioni religiose.
Nel 1663 grazie alle donazioni ricevute, fra le quali pesavano in maniera decisiva quelle del marchese Scipione I de' Rossi fu possibile realizzare un piccolo oratorio all'interno del quale venne trasportata l'immagine sacra contenuta nell'edicola originaria. Tale struttura primitiva dovrebbe coincidere con la scarsella a pianta quadrata che nell'attuale impianto architettonico contiene l'altare dell'oratorio.[2]
Alla struttura originaria, già definita oratorio nel 1664, era in progetto l'aggiunta di corpi di fabbrica aggiuntivi, tuttavia questi lavori procedettero a rilento per molti anni tanto che Scipione I de' Rossi decise di prendere il controllo diretto del luogo di culto rilevandolo dalla parrocchia, impegnandosi, a causa del sempre maggior numero di fedeli e devoti, a farlo ampliare e decorare sontuosamente nonchè collegare con un portico al centro abitato.
L'ampliamento iniziò nel 1685 e le decorazioni furono commissionate nel dicembre dello stesso anno per terminare 1687 con il completo inglobamento della scarsella originaria all'interno dei nuovi corpi di fabbrica, il porticato venne invece solo iniziato ma il progetto non fu mai portato a termine dal figlio di Scipione, Federico II de' Rossi sia per l'impossibilità di far fronte alle spese a causa delle dissanguate finanze dei Rossi sia per il maggior interesse che ormai i Rossi manifestavano ai loro possedimenti lombardi rispetto al feudo parmense. L'edificio venne ampliato poi nel XVIII secolo con la costruzione retrostante dell'abitazione del cappellano.
La demolizione avvenuta in seguito delle fatiscenti mura esterne del parco e l'abbattimento dellle vestigia del primo embione del porticato, i cui ruderi erano ancora visibili ad inizio del XIX secolo, lasciarono l'oratorio totalmente isolato dal paese, così come appare ancor oggi lungo la strada alberata a platani sulla sponda del canale San Carlo.[2]
Architettura
L'Oratorio è una costruzione a pianta centrale circondata da quattro absidi che si alternano a forma poligonale e di semicerchio, il presbiterio quadrato, originale nucleo dell'edificio religioso è posto a nord, dando un orientamente nord-sud alla struttura.
Gli ingressi sono posti a sud e a est, il vano centrale è sormontato da una volta a vela, le absidi sono chiuse da catini, mentre sopra il presbiterio si trova la cupola semisferica con lanterna. La pianta della chiesa è un misto tra ovale e croce greca e può essere definito come la versione barocca della tradizione che privilegiava per gli edifici dedicati a Maria la pianta centrale.[3]
Decorazioni
Alla decorazione dell'Oratorio vi lavorano Ferdinando Galli da Bibbiena, che si occupò della struttura e della decorazione delle pareti e Sebastiano Ricci che si interessò della decorazione della cupola.[1]
All'interno dell'Oratorio sono presenti elementi decorativi a stucco limitati al cornicione alla base della volta, i capitelli delle lesene e le cornici sopra le porte, mentre ai quattro angoli della navata sono dipinte a partire dalla sinistra dell'ingresso meridionale: l'allegoria della modestia, della Povertà, della Verginità e dell'Umiltà
Note
- ^ a b Oratorio della Beata Vergine del Serraglio, su www.cortedeirossi.it. URL consultato il 28 dicembre 2015.
- ^ a b c Carlo Mambriani e altri, Oratorio del Serraglio San Secondo Parmense, Archeoclub d'Italia, Parma, Grafiche STEP, 2000, pp. 56-58.
- ^ Massimo Fava e altri, Oratorio del Serraglio San Secondo Parmense, Archeoclub d'Italia, Parma, Grafiche Step, 2000, pp. 36-37.
Bibliografia
- Vari, Oratorio del Serraglio, San Secondo Parmense, Archeoclub d'Italia , Grafiche STEP, Parma, 2000