Il raid di Tondern fu la operazione aeronavale della storia[1], e venne effettuata il 19 luglio 1918 dalla aviazione navale inglese sulla base aerea tedesca, oggi in territorio danese, di Tondern.

Raid di Tondern
parte della prima guerra mondiale
I tre hangar principali di Tondern in una data imprecisata tra il 1916 e il momento dell'attacco
Data19 luglio 1918
LuogoTondern
EsitoSuccesso inglese
Schieramenti
Effettivi
HMS Furious e scorta della Harwich ForceDifese contraeree tedesche
Perdite
1 pilota morto2 dirigibili
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Le condizioni

 
La Furious nel 1918 con lo schema mimetico, esteso alle palizzate in legno di protezione al ponte di volo.

Durante tutta la prima guerra mondiale, i dirigibili Zeppelin furono una costante minaccia per le forze navali alleate in generale e per l'Inghilterra nel suo stesso territorio metropolitano. In particolare la base di Tondern, all'epoca in territorio tedesco ed oggi danese[1], era una delle più grosse basi, con vari hangar di dimensioni ragguardevoli; in particolare Toska con dimensioni 275 x 45m ed alto 72m poteva ospitare due dirigibili di grosse dimensioni, di dimensioni 70 x 23m; altri due più piccoli erano Toni e Tobias, di 200 m di lunghezza, ed in grado di ospitare una aeronave ciascuno[2]. Poiché all'epoca non esistevano radaraerei a lungo raggio, i dirigibili, già in grado di effettuare trasvolate di migliaia di chilometri portando un carico utile, erano in grado di pattugliare e colpire per mare e per terra, soprattutto di notte, con la garanzia della quasi assoluta impunità. Pertanto il modo più efficace di eliminare la minaccia consisteva nel colpire le loro basi; ma questo divenne possibile solo quando comparve la portaerei, arma offensiva capace di arrivare ad una distanza dall'obiettivo compatibile con l'autonomia dei velivoli, recuperarli e tornare alla base. I nuovi Sopwith Camel 2F.1 avevano una autonomia estesa rispetto alla versione precedente per cui si prese in seria considerazione un attacco dall'aria con partenza dalla "nuova" HMS Furious appena rientrata in squadra dopo la sua trasformazione in portaerei[2]. Nel frattempo il Royal Flying Corps si era fuso con il Royal Navy Flying Service nella neonata Royal Air Force, ed i piloti del nuovo servizio stavano crescendo con l'addestramento di nuovi piloti. Ma la difficoltà dell'operazione come era stata ideata consisteva principalmente nel fatto che doveva essere effettuata una navigazione notturna all'andata ed al ritorno, con decollo dalla portaerei ed ammaraggio vicino ad essa, visto che l'idea di appontaggio notturno non poteva essere presa in considerazione[2]. I piloti sarebbero poi stati ripescati dalle navi di scorta. La forza d'attacco doveva essere composta da otto Camel, ma uno dei piloti addestrati, il Flight Commander Moore, venne destinato a comandare la nuova base aerea di RAF Turnhouse, e non c'era tempo per addestrare un rimpiazzo per cui si ridusse a sette aerei[2].

La Furious avrebbe avuto una scorta diretta di cacciatorpediniere e della Force A che comprendeva il 1st Light Cruiser Squadron con gli incrociatori HMS Caledon, HMS Galatea, HMS Royalist, HMS Phaeton ed HMS Inconstant. Come protezione distante sarebbe stata in mare anche la Force B comprendente il 1st Battle Squadron con le navi da battaglia Revenge, Royal Sovereign, Ramillies, Royal Oak and Resolution, il 7th Light Cruiser Squadron con gli incrociatori HMS Carysfort, Aurora, Penelope ed Undaunted ed una scorta di cacciatorpediniere[2].

L'attacco

 
I Sopwith Camel pronti all'azione sul ponte della Furious prima del raid su Tondern

Il 18 luglio con la portaerei britannica HMS Furious in navigazione a 18,5 nodi e la prua al vento, una tempesta di vento non permise il decollo dei velivoli, e la missione venne rimandata di 24 ore. Pertanto la Furious, protetta dai cinque incrociatori della Forza A, HMS Caledon, HMS Galatea, HMS Royalist, HMS Phaeton ed HMS Inconstant, ed alcuni cacciatorpediniere, tra cui HMS Violent e HMS Viceroy, portò i nove biplani Sopwith Camel a distanza utile dalla base nella notte del 19 luglio ad 80 miglia a nord-ovest di Tondern[2]. Secondo gli ordini operativi non doveva essere violata la neutralità del territorio danese[3].

I biplani, divisi in due ondate di tre e quattro velivoli, armati con 2 bombe Cooper da 50 libbre (circa 25 kg) poste in rastrelliere sotto l'abitacolo, decollarono dalle 0300 alle 0320; il capitano Thyne ebbe problemi al motore e rientrò verso la formazione navale, ammarando e venendo ripescato dal cacciatorpediniere Viceroy. Gli altri salirono dapprima ad una quota di 5000 piedi e poi a 6000 per il tratto finale ed il primo gruppo arrivò sul bersaglio alle 0435. Ad iniziare dal capitano Dickson, i piloti attaccarono la base costituita da tre hangar e relative piste di volo, distruggendone uno con due dirigibili, precisamente l'L54 e lo L60, danneggiandone un altro con un pallone all'interno[2]. All'epoca gli atterraggi notturni su portaerei erano di estrema difficoltà e non tutti i velivoli rientrarono alla Furious: alcuni piloti ammararono vicino alle navi e vennero recuperati dalle navi di scorta, altri atterrarono sulla costa finendo prigionieri; solo un pilota, il Tenente di Vascello Yeulett, morì nell'ammaraggio ed il suo corpo venne gettato sulla costa insieme ai rottami del suo aereo alcuni giorni più tardi[2].

L'operazione, il cui nome in codice era F7, fu un successo e pose fine all'operatività di Tondern come base per i dirigibili[2]. Una analoga operazione da tenersi sempre in giugno, la F6, era stata annullata a causa dei forti venti[2]. Yeulett venne decorato alla memoria con la Distinguished Flying Cross, insieme agli altri piloti Dawson, Jackson and Williams, mentre i rimanenti equipaggi ricevettero il Distinguished Service Order[2].

Altri progetti

Collegamenti esterni

  1. ^ a b [Zeppelin and garrison Museum Tondern - Home page 31 dicembre 2015].
  2. ^ a b c d e f g h i j k The Story of the Raid on Tondern-19th July 1918, su tondernraid.com. URL consultato il 31 dicembre 2015.
  3. ^ The Admiral's Orders for the Raid on Tondern, su tondernraid.com. URL consultato il 1º gennaio 2016.