Angoscia
L'angoscia (in tedesco Angst) è uno stato psichico cosciente di un individuo caratterizzato da un sentimento intenso di ansia e apprensione. Rappresenta una paura senza nome e le cui cause e origini sono apparenti ovvero non dirette o immediatamente individuabili. Per tale motivo questa non è semplicemente minacciosa, ma spesso anche catastrofica per l'individuo che la vive.
Descrizione
A differenza della paura, in ambito psicoanalitico essa rappresenta ed è vista e percepita dall'Io come una situazione catastrofica, tale da mettere in crisi la capacità dell'Io di controllare e gestire le pressioni del Super-io e dell'Es.
A differenza dell'animale, che è guidato da istinti in grado di soddisfare le prime necessità, ogni uomo è abbandonato a se stesso e costretto a operare delle scelte che possono prospettarsi errate, pericolose o addirittura lesive per la sua stessa esistenza; quindi, dal momento che ciascuno condivide la stessa condizione di fronte all'atto di scegliere, l'angoscia è necessariamente un fondamento dell'essenza umana, primigenio e inalienabile.
Attualmente si tende a definire l'angoscia come un senso di frustrazione e malessere, una sofferenza psicologica che può degenerare anche in diverse patologie (si pensi all'angoscia di castrazione infantile o all'angoscia esistenziale di derivazione kierkegaardiana).
Nel possibile tutto è possibile ed essendo l'esistenza umana aperta al futuro, l'angoscia è strettamente connessa all'avvenire che è poi quell'orizzonte temporale in cui l'esistenza si realizza: "Per la libertà, il possibile è l'avvenire, per il tempo l'avvenire è il possibile. Così all'uno come all'altro, nella vita individuale, corrisponde l'angoscia". Il passato può angosciare in quanto si ripresenta come futuro, cioè come una possibilità di ripetizione. Una colpa passata, ad esempio, genera angoscia se non è veramente passata, perché in questo caso genererebbe solo pentimento. L'angoscia è legata a ciò che è, ma può anche non essere, al nulla connesso ogni possibilità, ma siccome l'esistenza è possibilità, l'angoscia è il tarlo del nulla nel cuore dell'esistenza.
Il termine angoscia è stato utilizzato per la prima volta in termini filosofici da Søren Kierkegaard (1813–1855), con il quale il pensatore danese identificò la condizione preliminare dell'essenza umana, che emergeva quando l'uomo si poneva davanti ad una scelta: la libertà sconfinata di scelte che l'uomo può operare, lo getta in preda all'angoscia, conscio delle responsabilità derivanti dal fatto che una scelta positiva significhi potenzialmente milioni di scelte negative. L'angoscia è definitiva quindi come il sentimento della possibilità.
Nella filosofia contemporanea il tema dell'angoscia è stato ripreso da Martin Heidegger in questi termini:
Note
- ^ Martin Heidegger, Che cos'è la metafisica?, Milano, Adelphi, 1987 [1929].
Bibliografia
- Søren Kierkegaard - Il concetto dell'angoscia
- Søren Kierkegaard - La malattia mortale
- Martin Heidegger - Che cos'è la metafisica? (1929)
- Hans Urs von Balthasar - Il cristiano e l'angoscia, J. B., Milano 1987
- Natale Musella - L'uomo tra angoscia disperazione e salvezza, Edizioni Made, Caserta 2012
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni sull'angoscia
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «angoscia»
Collegamenti esterni
- (FR) Un testo di Sigmund Freud: L'angoisse de la naissance, prototype des angoisses ultérieures
- (FR) Bibliographie sur l'angoisse, su biblioconcept.com.
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