Corsi (popolo antico)
I Corsi furono un'antica popolazione della Corsica e della Sardegna settentrionale; nell'isola dei Nuraghi le tribù corse abitarono soprattutto le coste nord-orientali, corrispondenti all'odierna Gallura, vicino ai Tibulati e subito a nord dei Coracenses. Tolomeo li citò per la prima volta nella sua opera (III, 3).

Storia
Nella storiografia antica
Ipotesi della storiografia moderna
Secondo l'archeologo Giovanni Ugas è possibile che i Corsi appartenessero alla famiglia dei popoli Liguri che popolavano gran parte dell'Italia settentrionale e della Francia meridionale in periodo preistorico e protostorico [1]. Movimenti di genti dall'arco tosco-ligure verso le due isole tirreniche sono attestati nel neolitico antico (6000 - 4000 a.C.) [2]. Già il Pais aveva ipotizzato decenni prima che : "Gli abitanti della Corsica al pari dei Corsi del settentrione della Sardegna (la Gallura) e dell'isoletta Ilva (oggi La Maddalena sulle bocche di Bonifacio) appartenevano alla stirpe ligure. Fra i Liguri della costa e quelli delle isole v'erano molte e frequenti relazioni" [3].
Giovanni Lilliu in base alle analisi antropologiche sulle genti nuragiche dimoranti in Gallura, afferma che i resti osteologici rivenuti nei caratteristici tafoni e mostranti una certa mescolanza di gruppi etnici eterogenei, si avvicinano a quelli corsi e franco-liguri, suggerendo l'ipotesi di un comune « ceppo ligure » [4].
A partire dal neolitico recente la Corsica e la Gallura vengono raggiunte dal fenomeno del megalitismo come testimoniato dall'apparizione delle cosiddette tombe a circolo, sepolture individuali di probabile derivazione pirenaica e provenzale[5], ben diverse, sia da un punto di vista strutturale che ideologico, dalle domus de janas, le tombe collettive prenuragiche tipiche del resto della Sardegna[6]. Nella successiva età del rame sono scarse in Gallura le attestazioni della cultura di Abealzu-Filigosa, della cultura di Monte Claro e del Vaso campaniforme, generalmente diffuse in territorio sardo.[7][8]
Nell'età del bronzo, durante la fase culturale detta di Bonnanaro, sia in Gallura che nella Corsica meridionale (grosso modo a sud di Ajaccio) si diffonde la civiltà nuragica (in Corsica nota come civiltà torreana) con la conseguente costruzione di nuraghi (o torri). In Sardegna i Corsi confinavano a sud e ad ovest con i Balari, da loro identificati come "fuggiaschi".
Periodo cartaginese e romano
Pausania narra che «Nel periodo in cui erano potenti per la loro flotta, i Cartaginesi sottomisero tutti coloro che si trovavano in Sardegna ad eccezione degli Iliesi [localizzati nel Marghine e nel Gocèano] e dei Corsi [in Gallura], ai quali fu sufficiente la protezione delle montagne per non essere asserviti» [9]. Anche durante la successiva dominazione romana sia i Corsi di Sardegna (assieme a Balari e Iliensi), sia i Corsi di Corsica si rivoltarono più volte all'occupazione straniera, venendo ricordati in diversi Fasti triumphales romani.[10]
Note
- ^ Giovanni Ugas, p.34
- ^ Giovanni Ugas, p.13
- ^ Attilio Mastino-Corsica e Sardegna in età antica
- ^ Giovanni Lilliu, La civiltà nuragica. Carlo Delfino editore Pagg 127,128
- ^ Paola Mancini, p.16-17
- ^ Paola Mancini, p.18-19
- ^ M.L.Ferrarese Ceruti, Archeologia della Sardegna preistorica e protostorica,Nuoro, 1997, p.557 ; P.Mancini,Gallura orientale. Preistoria e protostoria,Olbia, 2010, pp.46-47 e 62
- ^ M.L.Ferrarese Ceruti,Archeologia della Sardegna preistorica e protostorica,Nuoro, 1997, pp.325, 484 e 557
- ^ Manlio Brigalgia-Storia della Sardegna (2006) pg.30
- ^ Storia del Mediterraneo nell'antichità: 9.-1. secolo a.C - a cura di Massimo Guidetti pg.327
Bibliografia
- Giovanni Ugas, L'alba dei nuraghi, Cagliari, Fabula Editore, 2006, ISBN 978-88-89661-00-0.
- Paola Mancini, Gallura preistorica, Olbia, Taphros, 2011, ISBN 9788874321117
- (EN) Ptolemy's Geography online, su penelope.uchicago.edu.