Brama (divinità)

Brahmā (devanāgarī: ब्रह्मा, adattato anche in Brahma) è nella lingua sanscrita l'adattamento in genere maschile del termine di genere neutro Brahman e indica, a partire da testi recenziori hinduisti, quella divinità predisposta all'emanazione/creazione dell'universo materiale.
Brahmā acquisisce quindi quel ruolo che nei testi più antichi è riservato a Prajāpati ma a differenza di quest'ultimo Brahmā non è una divinità suprema quanto piuttosto è al servizio di altre divinità considerate supreme[1].
Brahma non deve essere quindi confuso con il Brahman upaniṣadico che intende invece indicare quell'unità cosmica da cui tutto procede e da cui procede anche Brahmā che ne risulta un agente. Anche se va tenuto presente che nel loro variegarsi le teologie hinduiste possono intendere lo stesso Brahman come mera potenza impersonale della divinità principale intesa come Persona suprema, e di volta in volta indicata come Kṛṣṇa/Viṣṇu o Śiva o queste, viceversa, possono rappresentare solo una sua manifestazione.
Simbologia
Brahma era sposato a Sarasvati. Tuttavia essendo l'aspetto creatore, tutto è manas-putras o emanazioni proprie, ossia tutto nasce dalla mente di Brahma e non direttamente dal suo corpo.
Solo occasionalmente Brahma interferisce nella vita degli altri dei, e ancora più raramente in quella dei mortali. È considerato il padre di Dharma e di Atri, e vive a Brahmapura, una città localizzata presso il monte Meru.
Attributi corporei
Le raffigurazioni di Brahma presentano vari elementi, ognuno dei quali ha una sua valenza ed un suo proprio significato:
- è tradizionalmente rappresentato con quattro teste, quattro facce e quattro braccia e anche quattro gambe, dove ogni testa è intenta a recitare uno dei quattro Veda.
- nelle quattro mani tiene:
Secondo i Veda
Brahma, essendo il Principio Supremo del cosmo, risiede nel cuore, centro vitale dell'uomo. In particolare il ventricolo più piccolo è l'organo che rappresenta simbolicamente l'unità integrale (comprendente il corpo fisico, il campo delle energie e lo spirito divino). Nell'antichità si diceva che il cuore fosse la sede dell'intelligenza proprio perché veniva assimilato alla dimora dell'Intelligenza Universale. La parte finale dei Veda, le Upaniṣad narrano:
In tali parole si può cogliere l'essenza di Brahma, il Principio Creatore, che in quanto tale contiene in sé tutto l'universo, ma che è a sua volta presente in ogni creatura; lo si può cioè paragonare ad un punto geometrico, il quale non è nulla quantitativamente, non occupa spazio, ma è il principio che produce lo spazio, poiché quest'ultimo non è altro che lo sviluppo delle virtualità insite nel punto.
Una comunicazione tra il piano divino e il mondo, cioè tra Brahma e l'essere umano, avviene attraverso dei principi coordinatori tra i vari mondi, uno dei quali è il Buddhi, o Intelletto Superiore, raggio direttamente emanato dal Sole spirituale (Brahma) che illumina e collega l'individuo al Centro stesso. Il Buddhi è l'elemento che collega l'anima universale all'anima individuale, fino al raggiungimento di Moksha, la definitiva identificazione tra i due.
Aneddoti mitologici
Le quattro teste di Brahma
All'inizio di tutti i tempi Brahma creò oltre all'universo, anche l'aspetto femminile identificabile nella divinità di Shatarupa. Brahma immediatamente se ne innamorò. Shatarupa si mosse in varie direzioni per evitare l'intensa attenzione di Brahma. Ma ogni volta che si muoveva, Brahma sviluppava una nuova testa. Così, Brahma sviluppò cinque teste, le une opposte alle altre. Allo scopo di controllare Brahma, Shiva gli tagliò la testa più alta; si rese conto che Shatarupa era figlia di Brahma, essendo stata creata da lui, e che Shatarupa stessa era un errore dello stesso Brahma ormai ossessionato dalla sua avvenenza. Così Shiva decise di raffreddare il culto, la venerazione di Brahma a causa del suo "empio" comportamento. Per questo solo Vishnu e Shiva continuano ad essere venerati mentre Brahma è quasi sempre ignorato. A causa di questo incidente, Brahma viene declamato nei quattro Veda nei suoi tentativi di pentimento.
La "scomunica" da parte di un Brahmana
Altre leggende su Brahma relative alla mancanza di venerazione sono state oggetto di scomunica da parte di un brahmana, il grande saggio Brahmarishi Bhrigu. Sulla Terra venne organizzato, dall'alto sacerdote Bhrigu, un grande Yajña (sacrificio di fuoco). Fu deciso che il più grande tra tutti gli dei avrebbe dovuto diventare il Dio Supremo, il "capo" di tutti i deva. Durante la cerimonia venne chiamato anche Brahma, ma non si presentò in quanto perennemente ammaliato dalla musica suonata da Sarasvathi, e non fu in grado di ascoltare la richiesta di Bhrigu. Questo fece andare in collera il grande sacerdote che scomunicò Brahma in modo che nessuno sulla Terra lo avrebbe mai più venerato.
Voci correlate
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- ^ «Brahmā's ability to create is little more than an expertise or a technical skill that he employs at the behest of the greater gods; he is called upon whenever anyone is needed to create something, or even to create a pregnant situation— to give power to a potential villain so that the action of the conflict can unfold. […] Brahmā's mythology is derived largely from that of the god Prajāpati in the Brahmānas. Unlike Brahmā, Prajāpati is regarded as the supreme deity […]»