Altolia
Altolia, frazione collinare della I Circoscrizione del comune di Messina, posta a circa 16 km a Sud della città e a 5 km dalla Strada statale 114 Orientale Sicula, passante per Giampilieri Marina. Il paese è situato al confine col comune di Scaletta Zanclea, sulle alte colline che sovrastano la vallata del torrente Giampilieri, tra agrumeti, vigneti e oliveti.
Altolia frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 38°04′38″N 15°26′50″E |
Altitudine | 282 m s.l.m. |
Abitanti | 180[1] (2015) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 98143 |
Prefisso | 090 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Altolesi (altolioti in dialetto) |
Patrono | San Biagio |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Toponimo
Il suo nome è cambiato nei secoli: Actilia, Artilia, Artalia, Artelia, Lartilia, Artolia, per finire poi in Altolìa, che significherebbe "Luogo lontano dal mare".
Storia
Il sito era probabilmente già esistente in tempi remoti (Età del Bronzo), vista la presenza nel sottosuolo di minerali di piombo, stagno, rame e ferro. Al tempo delle incursioni saracene, che tra il IX secolo e il X secolo, devastarono le coste italiane, le popolazioni rivierasche cercarono rifugio sulle alte colline, fondando villaggi o andando ad ingrossare quelli già esistenti, dando così vita a siti come quello di Altolia. La dominazione araba portò dei benefici, come l'impianto di nuove colture, come quella degli agrumi e soprattutto quella del gelso. Quest'ultima diede impulso alla manifattura artigianale della seta, che di ottima qualità, fu esportata in Italia ed in Europa, fino alla seconda guerra mondiale, quando sia l'avvento delle fibre sintetiche, molto più economiche e di prodotte industrialmente e sia l'eruzione vulcanica dello Stromboli, le cui ceneri portate dal vento coprirono le foglie di gelso, togliendo il nutrimento dei bachi e causando la morte degli stessi, determinarono la cessazione dell'attività con gravissime conseguenze economiche e sociali per l'intera zona.
Al tempo della dominazione normanna, Altolia divenne feudo dei Chiaromonte (XII secolo), il cui territorio si estendeva sino al mare, non esistendo ancora i casali di Giampilieri e Molino. Durante la Rivolta antispagnola di Messina del 1674-78, Altolia parteggiò per gli spagnoli, anche per la vicinanza del feudo di Scaletta, il cui principe Ruffo era alleato di questi ultimi. Durante i quattro anni di lotta, le case e le contrade della vallata vennero ripetutamente saccheggiati ed incendiati, ora dagli spagnoli e ora dai francesi. Nel 1678, alla fine della rivolta, nonostante l'appoggio dato dagli altoliesi agli spagnoli per il conseguimento della vittoria, le terre della vallata comprese tra Altolia, Molino a Giampilieri furono confiscate e pose in vendita. Le acquistò tale Francesco Piccinini per conto di don Placido Ruffo principe di Scaletta e della Floresta che divenne così anche "Barone di Artalìa, Molino e Giampilieri". Nel 1727 i terreni vennero però espropriati e restituiti dal regio demanio. La pestilenza che devastò Messina nel 1743 non toccò il villaggio. I vari terremoti succedutisi a Messina nel 1783, 1854 e 1908 non danneggiarono particolarmente il paese, tranne il crollo del soffitto ligneo della chiesa Madre. Nel 1940 fu costruita la strada provinciale che da Giampilieri Marina porta fino al villaggio, passando per Giampilieri Superiore e Molino, sostituendo la vecchia mulattiera che percorrendo il letto del torrente arrivava fino ad Altolia.
Viabilità
Il villaggio può essere raggiunto attraverso la stretta e tortuosa strada provinciale n°33 che partendo dal bivio di Giampilieri Marina attraversa Giampilieri Superiore e passando per il bivio di Molino, giunge infine in paese.
La viabilità minore è rappresentata da vicoli e scalinate.
Altolia è collegata al centro cittadino dalla linea ATM n°1 (Piazza Dante-Altolia).
Chiesa
La chiesa è dedicata a San Biagio.
Note
- ^ circa
Voci correlate
Collegamenti esterni
- - il sito di Altolia, su altolia.it.