Campagna dei dieci giorni

Fallito tentativo di sopprimere la rivoluzione belga
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La Campagna dei dieci giorni (olandese: Tiendaagse Veldtocht, francese: Campagne des Dix-Jours) è stato un fallito tentativo di sopprimere la Rivoluzione belga da parte del Re del Regno Unito dei Paesi Bassi, Guglielmo I d'Orange, tra il 2 e il 12 agosto[1] 1831.

Campagna dei dieci giorni
parte Rivoluzione belga
Il Principe d'Orange che conduce l'esercito olandese nella battaglia di Ravels il 3 agosto 1831.
(Litho 1831, Collectie Regionaal Archief Tilburg)
Data2 agosto – 12 agosto 1831
LuogoFiandre (Belgio)
CausaRivoluzione belga
EsitoVittoria militare olandese contro i belgi, ma ritiro olandese dal Belgio quando la Francia entra in guerra.
Fallimento olandese di sopprimere la rivoluzione belga.
Modifiche territorialiil Regno Unito dei Paesi Bassi perde il Belgio
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
131 morti
590 feriti[1]
sconosciute
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Contesto storico

Quando la Rivoluzione belga è cominciata nell'agosto 1830, l'esercito olandese ha sofferto dalle molte diserzioni dei fiamminghi del sud (belgi), che erano riluttanti a prestare servizio, tanto più che avrebbero dovuto combattere i loro connazionali. Prima della guerra, le province del Nord (che erano principalmente protestanti) temevano per la maggioranza cattolica che ora era presente nel Regno Unito dei Paesi Bassi. Il governo olandese ha volutamente penalizzato i cattolici belgi. Nell'esercito, la maggior parte dei ufficiali erano olandesi e la maggior parte delle reclute arruolate provenivano dal sud. Circa due terzi delle truppe erano di stanza nei Paesi Bassi del Sud spopolati, e il morale delle truppe rimanenti è stato danneggiato. Questo, insieme con il fatto che la maggior parte (e spesso la parte più addestrata) dei militari olandesi stazionava nelle sue colonie, ha permesso ai rivoluzionari belgi di ottenere rapidamente il controllo su quello che ora è il Belgio. Tuttavia, i capi della rivoluzione belga erano divenuti troppo sicuri di sé a causa del loro successo iniziale e non si sono adoperati per costruire una vera forza militare propria.

Il Re Guglielmo I e l'opinione pubblica del nord ha visto il fallimento del tentativo di sopprimere la rivolta belga come un'umiliazione e cercava l'opportunità di vendicarsi contro i ribelli. Anche se la riunificazione doveva rivelarsi impossibile, ha voluto negoziare la pace da una posizione di forza. Pertanto, quando Guglielmo I d'Orange ha appreso che i ribelli avevano chiesto al principe Leopoldo di Sassonia-Coburgo di essere il loro re, fece invadere il territorio belga.

La campagna militare

Invasione olandese

All'alba del 2 agosto 1831, le truppe olandesi hanno attraversato il confine nei pressi di Poppel. Allertati da vigilanti i belgi hanno bloccato alcune strade abbattendo alberi. Le prime schermaglie tra le truppe belghe e olandesi hanno avuto luogo nei pressi di Nieuwkerk, respingendo circa 400 ribelli. Il principe d'Orange Guglielmo II in persona è a testa delle truppe supportate da ufficiali che hanno avuto esperienza nelle guerre napoleoniche dell'impero francese.

Mentre i primi combattimenti e gli attacchi a sorpresa all'inizio della rivoluzione avevano portato al successo i volontari, mancava tuttavia loro l'addestramento necessario per combattere a ranghi stretti contro truppe supportate da artiglieria pesante, quello che mancava di più al giovane esercito belga.

I belgi, attraversando le foreste per nascondersi, attirarono gli olandesi in una palude, poi si radunarono a Turnhout, permettendo gli olandesi di accamparsi. La città era difesa da truppe del generale francese Charles Niellon che ha detto di aver salvato l'onore dell'esercito resistendo 24 ore prima di ritirarsi per sottrarre i suoi uomini al nemico. Il suono dell'artiglieria olandese ha allarmato la popolazione di Turnhout, che fuggì in massa verso Anversa. Il giorno successivo una forza olandese di circa 11.000 uomini era pronta a prendere Turnhout, mentre un altro corpo olandese ha fatto una deviazione verso Anversa (in realtà avrebbero attaccato Turnhout da un'altra direzione). Nella battaglia che è seguita, gli olandesi hanno battuto le forze belghe, il cui morale si ruppe all'inizio della battaglia, quando la bandiera belga è stata lacerata dall'artiglieria olandese e un soldato ha perso una gamba per una palla di cannone. I belgi non erano in grado di mantenere il possesso del loro territorio e sono fuggiti.

Il 4 agosto, la bandiera olandese è stata issata sul forte di Anversa, in seguito alla presa della città, deponendo quella del Brabante. Tuttavia il principe d'Orange Guglielmo II ha chiesto di rimuovere questa bandiera perché sentiva che avrebbe simboleggiato l'occupazione del Belgio[2] e non la restaurazione dell'autorità olandese.

La divisione guidata dal Principe Bernardo si mosse su Geel e Diest, e la terza divisione entrò nel Limburgo. Le forze armate olandesi sono penetrate più in profondità nel territorio belga, e hanno sconfitto facilmente molte milizie e due formazioni regolari dell'esercito belga: l’Armée de la Meuse (armata della Mosa) alla Battaglia di Hasselt l'8 agosto e l’Armée de l'Escaut (armata della Schelda) a Boutersem l'11 agosto.

Il giorno seguente, gli "olandesi" (nederlandesi) sconfissero i belgi vicino Lovanio.

Rimanevano, malgrado tutto, a Liegi, alcune truppe regolari del generale Nicolas Joseph Daine, oltre ai volontari limburghesi comandati da de Brouckère. Alcuni di loro erano originari del nord-est del Limburgo.[3]

Inoltre, Bruxelles e il sud rimanevano ancora nelle mani dei rivoluzionari.

Contrattacco francese

Per i belgi però non tutto era ancora perduto; l'8 agosto 1831, re Leopoldo I del Belgio, appena incoronato, si appella alla Francia, che con l'Inghilterra, aveva garantito l'indipendenza belga. Il governo belga si mobilitò per l'intervento francese, senza neanche aspettare l'accordo delle Camere; previsto in linea di principio dalla Costituzione per qualsiasi intervento militare in territorio belga. Con una velocità che può sembrare sorprendente per l'epoca, ma dovuta all'uso di telegrafi ottici, l'Armée du Nord francese comandata dal Maréchal Gérard passa il confine il giorno successivo. Durante questo tempo, l'esercito olandese, avventuratosi fino ad est di Bruxelles, si sentiva circondato da un paese ostile e temeva di dover affrontare una guerra di guerriglia, incubo dei generali all'epoca.

Il re dei Paesi Bassi non poteva contare sul sostegno del Regno di Prussia e dell'Impero russo anche se queste potenze erano contrarie alla rivoluzione belga perché era una violazione di quanto stabilito dal Congresso di Vienna. Le truppe dello Zar sono state trattenute per reprimere la rivolta polacca, l'Impero austriaco aveva anche il problema della rivoluzione dell'Italia centrale, il re di Prussia non avrebbe rischiato l'invio di truppe senza che la Russia potesse garantire le frontiere ovest del suo territorio, in vista di una possibile guerra contro la Francia. L'esercito dei Paesi Bassi è stato quindi lasciato solo contro i francesi che provenivano da sud, anche se questi hanno ricevuto l'ordine di non provocare i combattimenti, e i volontari belgi, sotto la direzione del capo degli insorti, de Brouckère, da nord.

Sentendosi preso tra due avversari, temendo di dover combattere contro i belgi nelle retrovie e preoccupato per le intenzioni dei francesi, il comandante olandese ha rapidamente evacuato tutte le sue posizioni in Belgio con la notevole eccezione della cittadella di Anversa, che porta, un anno dopo, ad un nuovo conflitto.

Problemi

Dopo un intervento da parte degli inglesi, gli olandesi hanno fermato la loro avanzata e un cessate il fuoco è stato firmato il 12 agosto. Guglielmo I non era riuscito a riconquistare il Belgio. Ma questo fallimento è stato temperato successivamente dal fatto che al Belgio sarebbe stato imposto nel 1839, il trattato dei XXIV articoli dalla conferenza di Londra, che era molto meno favorevole rispetto alle clausole del trattato dei XVIII articoli del 1830, col quale il Belgio ha perso la metà del Limburgo e la parte di lingua tedesca del Lussemburgo. Questo territorio, che divenne indipendente successivamente, non era però direttamente collegato ai Paesi Bassi, ma unito per via dinastica ai Paesi Bassi, sotto l'autorità del re, che portava il titolo di Granduca di Lussemburgo.

Conseguenze

  Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Anversa (1832).
 
Genio francese durante l'assedio di Anversa
 
Tournai, monumento a ricordo dei soldati francesi morti durante l'assedio della cittadella fortificata di Anversa

Anche se la popolazione olandese, specialmente i protestanti, si rallegrava per la vittoriosa campagna contro i "ribelli" del Belgio, il re Guglielmo I a malincuore ha accettato che il suo sogno di un Regno olandese sia stato perso. Le potenze europee hanno potuto vedere come era fragile Belgio e, con i negoziati di pace, la divisione finale è stata più favorevole agli olandesi.

Il Re dei Paesi Bassi, rifiutando di abbandonare la cittadella di Anversa, ha ordinato al generale olandese David Hendrik Chassé di mantenerla a tutti i costi. Dal forte, il generale Chassé ha bombardato la città di Anversa, dando fuoco a centinaia di case e causando numerose vittime tra la popolazione civile. Il risultato è stato una seconda operazione dell'Armè du Nord del maresciallo Gerard, che è tornato in Belgio il 15 novembre 1832, per assediare la cittadella di Anversa. Questo ha portato alla partecipazione di volontari belgi, che fino ad allora erano stati tenuti fuori dal combattimento. Il comandante francese aveva voluto condurre l'assedio da solo, temendo che i volontari avrebbero diffuso l'idea della rivoluzione al di là dei confini del Belgio. In quel periodo erano scoppiate alcune rivolte: in Francia, con la rivoluzione di Luglio, l'ultimo monarca borbonico era stato rovesciato, in Germania, la rivoluzione si stava preparando, e in Polonia, una insurrezione fu schiacciata dai russi. Nel frattempo, il giovane esercito belga era diventato meglio organizzato, addestrato e attrezzato. Hanno combattuto principalmente lungo la Schelda. Impedendo agli olandesi da far saltare gli argini e attaccando la flotta olandese, che forniva assistenza a Anversa, i belgi hanno ostacolato tentativi di rifornimento della città. Anversa è caduta dopo 24 giorni sotto la direzione del comandante francese del genio, il generale Haxo. Il generale Chassé si arrese il 23 dicembre, affermando che lui e il suo esercito avevano fatto abbastanza.

Leopoldo I ha donato parecchi cannoni di vario calibro alla Francia, e il maresciallo Gérard ha ricevuto una spada d'onore offerto dal re e dal governo belga, in segno di gratitudine. Un monumento francese, realizzato nel 1897 a memoria dei soldati francesi caduti per la cattura di Anversa nel 1832, è posizionato a Tournai, in quanto la città di Anversa ha rifiutato di accettarlo.

Note

  1. ^ a b c Begin van de Tiendaagse Veldtocht (02-08-1831), su defensie.nl. URL consultato il 2 aprile 2009.
  2. ^ ancora Paesi Bassi del Sud facenti parte del Regno Unito dei Paesi Bassi.
  3. ^ , che è stato alla fine restituito ai Paesi Bassi nel 1839, nella divisione del Limburgo tra Belgio e Paesi Bassi.

Voci correlate

Bibliografia

  • (NL) (NL) 1830, De Geboorte van België – Van Willem I tot Leopold I [1830, The Birth of Belgium – From William I until Leopold I], in Knack special, Roeselare, Roularta Media Group, 6 settembre 2005.
  • (NL) (NL) Prof. dr. E.H. Kossmann, De Lage Landen 1780–1940. Anderhalve eeuw Nederland en België (traduzione inglese: The Low Lands 1780–1940. One-and-a-half Century: The Netherlands and Belgium, Amsterdam/Bruxelles, Elsevier, 1984, ISBN 90-10-01513-0.
  • (NL) (NL) Prof. dr. Els Witte, De Constructie van België, 1828–1847 [The Construction of Belgium, 1828–1847], Lannoo, 2006, ISBN 90-209-6678-2.
  • (NL) (NL) Helmut Gaus, Alexandre Gendebien en de organisatie van de Belgische revolutie van 1830 [Alexandre Gendebien and the Organisation of the Belgian Revolution of 1830], Gent, Academia Press, 2007, ISBN 90-382-1173-2. 80 pages.
  • (FR) Ch. Verlinden, la Biographie nationale de Belgique, Tomo 24, 1926-1929 citato in www.unionisme.be [1]
  • (EN) Christian Calmes, The Making of a Nation From 1815 to the Present Day, Luxembourg City, Saint-Paul, 1989.
  • (EN) Omond. G. W. T. "The Question of the Netherlands in 1829-1830," Transactions of the Royal Historical Society (1919) pp. 150–171 in JSTOR
  • (EN) Schroeder, Paul W. The Transformation of European Politics 1763-1848 (1994) pp 716–18
  • (FR) Jean-Marie Kreins, Histoire du Luxembourg, 3rd edition, Paris, Presses Universitaires de France, 2003, ISBN 978-2-13-053852-3.

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