Giovanni Giudici (vescovo)

vescovo cattolico italiano (1940-2024)

Giovanni Giudici (Varese, 6 marzo 1940) è un vescovo cattolico italiano, dal 16 novembre 2015 vescovo emerito di Pavia.

Giovanni Giudici
vescovo della Chiesa cattolica
Mons. Giudici con papa Benedetto XVI.
Haurite nunc et ferte
 
TitoloPavia
Incarichi attualiVescovo emerito di Pavia
Gran priore per l'Italia Settentrionale dell'O.E.S.S.G.
Incarichi ricopertiVescovo titolare di Usula
Vescovo ausiliare di Milano
Vescovo di Pavia
 
Nascita6 marzo 1940 (85 anni) a Varese
Ordinazione sacerdotale27 giugno 1964 dall'arcivescovo Giovanni Colombo (poi cardinale)
Nomina a vescovo9 giugno 1990 da papa Giovanni Paolo II (poi santo)
Consacrazione a vescovo29 giugno 1990 dal cardinale Carlo Maria Martini, S.J.

Biografia

Nasce a Varese, città capoluogo di provincia nell'arcidiocesi di Milano, il 6 marzo 1940; è cognato del giornalista Liliano Frattini[1].

Formazione e ministero sacerdotale

Frequenta le scuole a Varese e, grazie ad una borsa di studio, trascorre un anno di studio negli Stati Uniti d'America durante l'anno scolastico 1957-1958; consegue la maturità classica nel 1959. Dopo la maturità entra nel seminario arcivescovile di Milano.

Il 27 giugno 1964 viene ordinato presbitero dall'arcivescovo Giovanni Colombo (poi cardinale).

Tra i primi incarichi è al servizio della segreteria del cardinale Giovanni Colombo ed è assistente presso il "Collegio d'Oltremare", un'istituzione voluta dal cardinale Giovanni Battista Montini per gli studenti stranieri a Milano. Nel 1967 inizia ad insegnare presso il seminario arcivescovile di Seveso. Nel 1971 diviene assistente diocesano dei giovani dell'Azione Cattolica. L'anno dopo, nel 1972, si laurea in lingue e letteratura moderne presso l'Università Bocconi. Nel 1979 viene nominato parroco di Sant'Anna Matrona, una parrocchia nel quartiere Fiera della città di Milano; nel 1984 è eletto decano. Nel 1988 il cardinale Carlo Maria Martini lo nomina vicario episcopale della zona pastorale II di Varese.

Ministero episcopale

Il 9 giugno 1990 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Milano e vescovo titolare di Usula; riceve l'ordinazione episcopale il 29 giugno successivo dal cardinale Carlo Maria Martini, coconsacranti i vescovi Renato Corti e Bernardo Citterio. Il 1º febbraio 1991 il cardinale Carlo Maria Martini lo nomina vicario generale dell'arcidiocesi di Milano.

Il 1º dicembre 2003 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Pavia[2]; succede a Giovanni Volta, dimissionario per raggiunti limiti di età. Prende possesso della diocesi l'11 gennaio 2004, ricevendo il pastorale dal suo predecessore Giovanni Volta, vescovo emerito. Il 22 aprile 2007 accoglie papa Benedetto XVI in pellegrinaggio sulla tomba di sant'Agostino.

Nel novembre 2009 è nominato presidente del Consiglio nazionale della sezione italiana dell'associazione Pax Christi.

Nel settembre 2010 viene eletto membro nella commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace all'interno della Conferenza Episcopale Italiana. È inoltre membro della commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace all'interno della Conferenza Episcopale Italiana; cappellano conventuale ad honorem, con iscrizione al Gran Priorato di Lombardia e Venezia, del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta; fa parte ed è animatore del Gruppo Etica e Finanza.

Il 16 novembre 2015 papa Francesco ne accoglie le dimissioni per raggiunti limiti di età[3].

Araldica

Stemma Descrizione Blasonatura
 
Giovanni Giudici
Vescovo titolare di Usula (1990-2003)
Vescovo di Pavia (2003-2015)
D'azzurro, al destrocherio di carnagione rivestito di rosso, impugnante un'anfora di terracotta al naturale monoansata, posta in banda; accompagnato nel capo da tre stelle a sei punte ordinate in fascia, e nella punta da tre burelle ondate, il tutto d'argento

Illustrazione dello stemma

Il motto "Haurite nunc et ferte" significa "Attingete e portate" ed è l'esortazione che Gesù fece ai servi, in riferimento al miracolo dell'acqua trasformata in vino, durante le nozze di Cana descritte nel Vangelo di Giovanni.
Il braccio destro presente nello scudo indica proprio l'atto di attingere e versare l'acqua, rappresentata nella parte inferiore dalle linee d'argento, ondeggianti. Si tratta del simbolo del ministero episcopale che attinge i doni della grazia celeste e li distribuisce ai fedeli.
Nella parte superiore dello scudo sono rappresentate tre stelle d’argento, simbolo della Trinità che tutto governa.
Il campo azzurro richiama il cielo ed è simbolo di santità, elevazione e serenità della vita; esso trasmette un messaggio di pace, come lo è il semplice gesto del braccio, in un atto di umile servizio.
Il messaggio programmatico rappresentato dallo scudo è il seguente: il vescovo vuole essere fedele servo del Signore, dal quale attinge i doni di grazia, e eseguendo il suo mandato, li comunica ai fedeli[4].

Onorificenze

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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