Due strani papà
Due strani papà è un film italiano del 1983, diretto da Mariano Laurenti.
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| Paese di produzione | Italia |
| Durata | 83 min |
| Genere | commedia |
| Regia | Mariano Laurenti |
| Soggetto | Marino Onorati, Cesare Furgoni, Mariano Laurenti |
| Sceneggiatura | Gino Capone, Pippo Franco, Giancarlo Magalli |
| Fotografia | Garibaldi Schwarze |
| Musiche | Franco Califano dirette da Adelmo Musso |
| Interpreti e personaggi | |
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Trama
Roma. Alberto e Franco dividono insieme i locali di una "casa per l'infanzia" disabitata da tempo; Alberto, che lì è cresciuto, continua a travestirsi da suora per far credere la casa ancora attiva, mentre Franco bellimbusto e rubacuori, spende tutti i soldi che ha (e anche quelli che non ha) per mantenere la sua lussuosa auto. I due vivacchiano di scommesse e di gioco, finché un giorno davanti alla loro casa non viene abbandonato un bambino di colore. Dopo i primi tentativi di disfarsene, i due finiscono per affezionarsi a lui e cominciano a preoccuparsi della sua educazione, e Franco, addirittura, vende la macchina. Ma, quando il piccolo arriva a sei anni, il prete della scuola scopre lo strano "ménage" e, per evitare che i due "papà" perdano il piccolo, consiglia loro di sposarsi, per poi chiedere l'adozione. Alberto e Franco, ciascuno all'insaputa dell'altro, cercano di stringere i tempi per convolare a giuste nozze ma si trovano davanti alla stessa chiesa, lo stesso giorno e la stessa ora, entrambi per sposarsi; le due mogli, però, che capiscono che per i due il matrimonio è il solo mezzo di tenere il piccolo con loro, rifiutano di sposarsi, e vanno via, lasciando Alberto e Franco a litigare davanti alla chiesa.
Curiosità
- Il film è girato in gran parte in una villa abbandonata sulla Tiburtina (Villa Fassini).
- Il film non è mai uscito nei cinema, nonostante i giudizi positivi dei critici[senza fonte], a causa dei guai giudiziari di Franco Califano. Si pensò di aspettare che Califano uscisse dal carcere (sarebbe dovuto uscire entro pochi giorni) per poi distribuire il film nelle sale. Il "califfo", però, rimase in prigione per 3 anni e non se ne fece più nulla. Fu riscoperto col passare degli anni, attraverso la vendita in VHS e i vari passaggi televisivi, soprattutto in emittenti private.
- Maurizio Mattioli compare completamente coperto dalla vita in su, per nascondere la frattura al braccio sinistro.
- Pippo Franco e Franco Califano erano già apparsi insieme in un cameo nel film Appuntamento a Ischia.
Colonna sonora
La sigla iniziale del film è: "Ragazzo mio" di (F. Califano - G. Artegiani - M. Marrocchi), cantata da Franco Califano, il brano è contenuta nell'album: "Io per amarti". Durante il film è "Chi chi chi co co co", cantata da Pippo Franco.