Gaio Licinio Calvo

poeta e oratore latino

Gaio Licinio Calvo (Roma, 82 a.C. [1]47 a.C.) è stato un poeta e oratore latino.

Biografia

Figlio dell'annalista Gaio Licinio Macro, Gaio seguiva la corrente atticista. Entrato a far parte dei "poetae novi o neòteroi, fu amico di Catullo e avversario di Cicerone come oratore. Avversario sia di Cesare sia di Pompeo, come oratore partecipò a importanti processi, tra i quali spicca quello contro Publio Vatinio. Di statura piccola, come prova il fatto che l'amico Catullo lo chiami "salaputium" (termine osceno riguardante la piccolezza), Calvo sposó Quintilia, di cui rimase presto vedovo ed alla quale dedicó elegie celebrate per la dolcezza e per i toni struggenti.

Sembra che l'eccesso di studi e lavoro ne avesse, comunque, minato il fisico, visto che risulta che Calvo morí all'inizio dei trent'anni, certamente non oltre i 36[2].

Opere

Di Calvo come oratore resta menzione di almeno 21 orazioni, tra le quali famose nell'antichitá erano quelle contro Vatinio, caratterizzate, a dire delle citazioni, da veemenza e argomentazioni stringenti. Di queste, solo i titoli di cinque sono tramandati: In Asitium, In Drusum, Pro Messio, Pro C. Catone, In Vatinium (in quest'ultima causa fu, appunto, rivale di Cicerone).

Come poeta, Calvo scrisse molte poesie, d'amore e politiche, come l'amico fraterno Catullo, ma delle quali restano pochi versi. Tra questi vanno segnalati un epigramma contro Pompeo, accusato di essere omosessuale; un epillio intitolato "Io" (di cui restano pochi frammenti di tono erudito e un verso celebre per il pathos: "a, virgo infelix, erbis pascebis amaris!")[3] e le elegie che compose in memoria della moglie Quintilia e che l'amico Catullo elogiava come piene di affetto. La sua lirica, dunque, per quanto traspare dai pochi resti, fu di impronta alessandrina, caratterizzata da una profonda erudizione, da una attenzione della forma, ma anche da una spontanea espressione di intimità affettiva.

Note

  1. ^ La data di nascita é fornita da Plinio, NH, VII 50.
  2. ^ Cic. Brut. 82, ad Fam. 15.21.
  3. ^ Una ricostruzione del poemetto é stata tentata, sulla base di un simile trattamento del mito in Ovidio, da A.S. Hollis, Fragments of Roman Poetry c. 60 BC-AD 20, Oxford, Oxford University Press, 2007, pp. 25-30.

Collegamenti esterni

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