Carretta del mare
Nell'uso comune della lingua italiana, l'espressione «carretta del mare» è spesso utilizzata in ambito giornalistico per indicare un galleggiante, una nave o una imbarcazione particolarmente fatiscente, vetusta o di scarsissima qualità, spesso utilizzata da trafficanti di esseri umani (migranti e/o rifugiati); dalle organizzazioni malavitose per il traffico di rifiuti (in special modo tossici) con lo scopo di far naufragare[1] la nave in acque profonde per occultarne il carico e smaltirlo in modo illegale, oppure da compgagnie di navigazione con pochi scrupoli (e spesso utilizzando una bandiera di comodo), che le utilizzano per il cabotaggio di merci particolarmente paganti cercando quindi di massimizzare i profitti a scapito della sicurezza della navigazione e dei lavoratori marittimi ivi imbarcati.
Note
- ^ Il naufragio è la sommersione completa di una imbarcazione o di una nave per cause accidentali. Sono escluse le azioni di guerra per le quali si usa il termine generico "affondamento". Cfr. il lemma "naufragio" sul vocabolario Treccani.
Bibliografia
- Gianni Vasino, Bandiere ombra e armatori fantasma, Milano, Mursia, 1976.
Collegamenti esterni
- AA.VV., Le navi fantasma, articolo per "Nautica Report" del 13 marzo 2015.
- Massimiliano Ferraro, Navi fantasma, articolo per "Narcomafie", n°4/2012.
- Massimiliano Ferraro, Le bandiere dei disastri, articolo per BioEcoGeo Magazine, febbraio-marzo 2012
- Damian Notarnicola, Anna Maria Selini, I Fantasmi del Mare, reportage fotografico. 2009/10.