Settimana santa di Taranto
I riti della Settimana Santa di Taranto sono un evento che si svolge nella città a partire dalla Domenica delle palme.
I riti della Settimana Santa risalgono all'epoca della dominazione spagnola nell'Italia meridionale. Furono introdotti a Taranto dal patrizio tarantino don Diego Calò, il quale nel 1603, fece costruire a Napoli le statue del Gesù morto e dell'Addolorata.
Nel 1765 il patrizio tarantino Francesco Antonio Calò, erede e custode della tradizione della processione dei Misteri del Venerdì santo, donò alla Confraternita del Carmine le due statue che componevano la suddetta processione, attribuendole l'onore e l'onere di organizzare e perpetrare quella tradizione cominciata circa un secolo prima.
I Riti della Settimana Santa
Nella Domenica delle palme, le due principali confraternite di Taranto, quella di Maria Santissima Addolorata e san Domenico (sita nella chiesa di San Domenico Maggiore nel Borgo Antico) e quella di Maria Santissima del Carmine (sita nella omonima chiesa nel Borgo Nuovo), convocano in assemblea straordinaria i propri iscritti in regola con l'amministrazione e che non siano incorsi in sanzioni disciplinari, ed effettuano le "gare" per aggiudicarsi l'onore di partecipare alle due processioni, il pellegrinaggio della Vergine addolorata e la processione dei Sacri misteri. All'inizio dell'assemblea, il segretario o uno degli assistenti del priore bandisce l'asta che prosegue fino a quando l'offerta più alta non è superata da altre offerte. A questo punto il simbolo (o statua) viene aggiudicata al confratello che ha fatto l'offerta maggiore. Le famiglie storiche ed i gruppi organizzati di confratelli appartnenti alle varie fazioni o indipendenti gareggiano per devozione ed uniscono col loro sacrificio la storia di questi riti
Il ricavato delle "gare" viene devolutoo nel corso dell'anno, i iniziativa benefiche di Per il solo 2013, dall'arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, le gare di aggiudicazione delle statue e dei simboli della Settimana santa si svolgeranno il sabato precedente alla domenica di Passione[1]. La decisione è revocata nel 2014, quando, tenuto conto della forte spinta degli stessi appartenenti alle confraternite e del rilievo in termini di patrimonio culturale che la tradizione rappresenta, le gare di aggiudicazione tornano a svolgersi nella domenica delle palme.
I Perdoni
I Perdoni (le Perdúne in dialetto tarantino) sono poste, coppie, di Confratelli del Carmine, che nel pomeriggio del giovedì Santo escono ad intervalli dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo per effettuare un pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo dove sono allestite i "sepolcri", altari della reposizione. La coppia che esce dal portone della sagrestia - rivolta verso il Borgo Nuovo - compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Nuova e si chiama "posta di campagna", a ricordo del fatto che alle origini dei Riti, tale zona della città non esisteva, mentre la coppia che esce dal portone principale, rivolto verso il nucleo antico della città, compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Vecchia e per questo conserva il nome di "posta di città". Oltre i "Sepolcri" del borgo antico, visitano anche la chiesa di San Domenico per il saluto alla Vergine Addolorata prima dell'uscita della stessa nella processione notturna. i Perdoni sono scalzi e vestiti con l'abito tradizionale di rito che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice; una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, rappresentante la frusta che colpì Gesù; una mozzetta color crema abbottonata sul davanti; due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate "Decor" e "Carmeli" in seta blu chiaro; un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi; un cappello nero bordato con nastro blu chiaro, dai cui lati scendono altri due nastri anch'essi blu, indossato in testa sul cappuccio o appoggiato sopra le spalle, fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un'asola che si trova nell'abbottonatura della mozzetta e guanti bianchi di cotone o di pelle. I Perdoni portano inoltre una mazza, chiamata "bordone", alta circa due metri che simboleggia l'antico bastone dei pellegrini: infatti le Perdúne sono così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati. Un'altra teoria, riconducibile allo studioso di tradizioni tarantine Angelo Fanelli, vuole, invece, che il termine derivi dalla deformazione dialettale di "bordone", cioè del nome del bastone uncinato che usavano i pellegrini. Un dondolio chiamato in dialetto tarantino "nazzecata", caratterizza l'incedere lentissimo dei confratelli penitenti.
L'uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana santa tarantina che coinvolge l'intera cittadinanza.
Il Pellegrinaggio dell'Addolorata
Il Pellegrinaggio dell'Addolorata parte alla mezzanotte tra il giovedì e il venerdì Santo dalla chiesa di San Domenico Maggiore, dopo il discorso dell'arcivescovo di Taranto dal sagrato della Chiesa. La processione procede per le strade del Borgo Antico e poi del Borgo Nuovo secondo il seguente percorso:
- Chiesa di San Domenico Maggiore - Pendio San Domenico - Piazza Fontana - Via Garibaldi - Via di Mezzo - Pendio la Riccia - Discesa Vasto - Ponte Girevole - Via Matteotti - Via Margherita - Via d'Aquino - Piazza Giovanni XXIII - Via Massari - Via Anfiteatro - Via Berardi - Piazza Maria Immacolata - Sosta nel Monastero di Maria SS. Immacolata - Via d'Aquino - Via Margherita - Ponte Girevole - Piazza Castello - Via Duomo - Chiesa di San Domenico Maggiore.
I confratelli, che procedono a ritmo lentissimo accompagnati dalle marce funebri, sono vestiti con l'abito tradizionale che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero, con medaglie sacre ed un crocifisso, appeso in vita e pendente sulla destra del camice; una cinta di stoffa nera bordata di bianco con quattro fasce alle cui estremità sono applicate due nappe, e pendenti sulla sinistra del camice; una mozzetta nera bordata di bianco, abbottonata sul davanti e con una piastra di metallo raffigurante l'Addolorata; un cappello nero bordato di bianco, appoggiato sulle spalle e fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un'asola che si trova nell'abbottonatura della mozzetta; un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi; una corona di sterpi poggiata sul capo; calze e guanti bianchi; scarpe con lacci bianchi e coccarde di nastro bianco e bottoncini neri applicati su di esse.
Questo Pellegrinaggio è costituito dalla Troccola, strumento che emette un suono roco che nei giorni della Passione va a sostituirsi al tintinnio festoso delle campane; le Pesàre che rappresentano le pietre scagliate verso Gesù; la Croce dei Misteri; la Terza Croce; la Seconda Croce; la Prima Croce; il Trono; l'Addolorata. È accompagnata da due bande che suonano marce funebri. Vi sono inoltre quattro coppie di poste prima dei Crociferi e due prima del Trono, nonché tre Mazze che hanno il compito di mantenere ordinato il pellegrinaggio e di sostituire i confratelli che ricoprono gli altri ruoli, in caso di necessità:
- La Troccola
- Banda
- Pesàre[2]
- La Croce dei Misteri
- Coppie di poste (4)
- La Terza Croce
- Coppie di poste (4)
- La Seconda Croce
- Coppie di poste (4)
- La Prima Croce
- Coppie di poste (2)
- Il Trono
- L'Addolorata
- Mazze (3)
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Lo svolgimento del pellegrinaggio è intervallato da momenti di preghiera dinanzi a San Giuseppe, una chiesetta situata su Corso Giuseppe Garibaldi, illuminata e aperta per la lettura del passo del Vangelo che narra la ricerca di Gesù da parte della Madre e davanti alla Chiesa del Carmine. Il pellegrinaggio della Vergine poi rientra nella Chiesa di San Domenico Maggiore nel primo pomeriggio del venerdì Santo.
Questa processione esce alle cinque del pomeriggio del venerdì Santo dalla chiesa del Carmine, portando le statue che simboleggiano la passione di Gesù, e procede per le strade del Borgo Nuovo secondo il seguente percorso:
- Chiesa del Carmine - Piazza Giovanni XXIII - Via D'Aquino - Piazza Maria Immacolata - Via Di Palma - Via Regina Elena - Sosta nella chiesa di San Francesco di Paola - Via Anfiteatro - Via Massari - Piazza Giovanni XXIII - Chiesa del Carmine.
I confratelli sono vestiti con l'abito tradizionale dei Perdoni e procedono a ritmo lentissimo accompagnati dalle marce funebri suonate da 4 bande La processione è composta dalla Troccola, strumento che apre la processione, il Gonfalone ovvero la bandiera della confraternita, la Croce dei misteri, il Cristo all'Orto, la Colonna, l'Ecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, il Gesù Morto, l'Addolorata (appena essa esce sulla piazza, verso le otto di sera, si chiude il portone del Carmine). È accompagnata da tre bande, quattro dal 2012, che suonano marce funebri, ed effettua durante il percorso una sosta nella chiesa di San Francesco da Paola. Vi erano inoltre tre coppie di poste sistemate davanti alle statue, divenute quattro a partire dal 2012 e sette Mazze divenute 9 sempre nello stesso anno che hanno il compito di mantenere ordinata la processione e di sostituire i confratelli in caso di necessità:
- La Troccola[3]
- Banda
- Il Gonfalone
- La Croce dei Misteri
- Coppie di Poste (4)
- Il Cristo all'orto
- Coppie di Poste (4)
- La Colonna
- Coppie di Poste (4)
- Ecce Homo
- Banda
- Coppie di Poste (4)
- La Cascata
- Coppie di Poste (4)
- Il Crocifisso
- Coppie di Poste (4)
- La Sacra Sindone
- Banda
- Coppie di Poste (4)
- Gesù morto
- L'Addolorata
- Banda
- Mazze(9)
La processione rientra nella chiesa del Carmine la mattina del sabato Santo e lo fa con un rito particolare: il Troccolante (ossia il 'Perdone' incappucciato che guida la processione) batte per tre volte su un'anta (generalmente quella destra ma nel 2009 e nel 2010 i colpi sono stati effettuati sull'anta sinistra perché il Troccolante era mancino) della chiesa del Carmine e lo fa utilizzando la punta della sua mazza che poggia sul terreno. Questo è uno dei momenti più attesi ed affollati di tutta la processione. È il preludio di momenti di tristezza e di meditazione sino alla mezzanotte, quando le campane delle chiese con il loro rintocchi annunciano che Cristo è risorto, ponendo fine ai riti della Settimana santa tarantina. Da evidenziare è che tale usanza non era né consolidata né prevista nelle edizioni dei secoli scorsi dei riti, ma si è introdotta solo in tempi più recenti.
Straordinariamente, sotto richiesta dell'Arciconfraternita di Maria SS. del Monte Carmelo e sotto approvazione dell'Arcivescovo Filippo Santoro, nel 2015, la processione dei Sacri Misteri si recherà nel Borgo Antico. Questa processione si recava nel Borgo Antico fino al 1964.
Le statue dell'Addolorata
Le statue dell'Addolorata che vengono fatte sfilare nelle due processioni sono solo apparentemente uguali:
- volto: piccoli dettagli le rendono espressivamente differenti;
- aspetto: quella del giovedì Santo (San Domenico) è alta quasi un metro e ottanta ed ha una figura più snella, mentre quella del venerdì Santo (Carmine) è più bassa ed ha il viso più rotondo.
- datazione: quella del venerdì Santo (Carmine) è molto più antica di quella del giovedì Santo (San Domenico);
- simboli: entrambe le statue hanno nelle mani un cuore trafitto e un fazzoletto, ma quella del giovedì Santo (San Domenico) ha il cuore nella mano sinistra ed il fazzoletto nella destra, mentre quella del venerdì Santo (Carmine) ha i simboli invertiti.
- Oltre ad avere i simboli invertiti, il cuore dell'Addolorata del giovedì Santo (San Domenico) è trafitto da un solo pugnale sempre a forma di cuore conficcato al centro, mentre quella del venerdì Santo (Carmine) ha il cuore trafitto al centro da un pugnale con l'impugnatura a croce e da due stiletti posti accanto, uno a destra e l'altro a sinistra, al pugnale e in posizione obliqua verso l'esterno.
Confraternite a Taranto
Nella città di Taranto fin dal XV secolo la presenza delle confraternite è stata massiccia e rilevante soprattutto nell'arco di tempo che va dal termine del Concilio di Trento agli immediati anni posteriori alla rivoluzione francese che porto all'abolizione degli ordini monastici nel regno di Napoli che avevano favorito la nascita di questi sodalizi (nel solo convento dei domenicani ne erano presenti tre). A partire dagli anni novanta c'è stata una riscoperta e rinascita e addirittura l'istituzione di confraternite come per esempio la Confraternita di Sant'Egidio Maria di San Giuseppe fondata nella omonima parrocchia nel periferico rione Tramontone all'indomani della canonizzazione del santo tarantino. Ai riti della Settimana santa fino al secondo conflitto mondiale parteciparono assiduamente anche i vari sodalizi di Taranto oltre al Carmine e all'Addolorata con dei cortei penitenziali il giovedì e il venerdì santo che visitavano gli altari della reposizione nelle varie chiese. La confraternite tarantine sono queste:
- Reale arciconfraternita di Maria santissima del Rosario (dopo il 1571)
- Arciconfraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo (1675)
- Arciconfraternita del Santissimo Sacramento (1540)
- Arciconfraternita di San Giuseppe (1639)
- Confraternita di Maria Santissima Immacolata (prima del 1578)
- Confraternita di san Gaetano di Thiene (1657)
- Confraternita di santa Maria della Mercede (seconda metà XVII secolo e soppressa nel 1905)
- Confraternita di santa Maria di Costantinopoli sotto il titolo dei santi Cosma e Damiano (1580)
- Confraternita della Santissima Trinità dei pellegrini (Seconda metà del XV secolo)
- Confraternita di san Cataldo eretta in Santa Caterina (XV secolo)
- Confraternita di Santa Maria della Scala (1670)
- Confraternita del Santissimo Crocifisso e Purgatorio (1585)
- Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, detta "del Santissimo Nome di Dio" (1580)
- Confraternita di Maria santissima Addolorata e san Domenico (1670)
- Confraternita di Santa Maria della Pace (1673)
- Confraternita di san Nicola da Tolentino e sacra cintura (prima del 1600)
- Reale confraternita di Sant'Antonio di Padova (1680)
- Confraternita della Santissima Croce (1834)
- Confraternita di santa Maria di Piedigrotta e dei santi Gennaro e Catello (1895)
- Confraternita di Maria santissima dei martiri e san Marco (1941)
Confraternite moderne:
Galleria fotografica
Sepolcri
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Sepolcri della Chiesa di San Domenico
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Sepolcri della Chiesa di San Domenico
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Sepolcri della Chiesa di San Francesco church
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Crocifero
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Posta di Confratelli col cappuccio calato
Pellegrinaggio dell'Addolorata
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Troccolante della processione dell'Addolorata -
Troccola della processione dell'Addolorata -
Crocifisso della processione dell'Addolorata -
Perdone -
Troccolante dell'Addolorata -
Mater Dolorosa -
Croce dei Misteri dell'Addolorata
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Processione dell'Addolorata
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Pèsare
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Pèsare 2010
Processione dei Misteri
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Perdoni -
Perdoni -
Il Cristo all'orto -
La colonna -
La Cascata -
La Cascata -
il Crocifisso -
il Crocifisso -
Gesù Morto -
Gesù Morto -
Troccolante -
Gonfalone -
Croce dei Misteri -
Portatori -
Portatori -
Sacra Sindone -
Mater Dolorosa
Curiosità
- I Confratelli in abito di rito dell'Addolorata del giovedì Santo (San Domenico), eccetto i Crociferi, hanno le scarpe mentre quelli dei Misteri (Carmine) sono tutti scalzi.
- L'Addolorata della Chiesa di S.Domenico la mattina del venerdì Santo, verso le ore nove, compie una sosta dalle Suore dell'Immacolata.
- Tradizione prevede che l'Addolorata del giovedì Santo sia salutata all'uscita dalla Chiesa di San Domenico Maggiore con l'esecuzione da parte della Banda della Marcia Funebre "A Gravame" composta agli inizi del Novecento dal Maestro Domenico Bastia e dedicata ad un giovane musicista della banda del Bastia scomparso in un tragico incidente sul lavoro.
- I portatori delle forcelle di entrambe le Madonne Addolorate indossano guanti in pelle di colore nero diversamente dai portatori delle forcelle delle altre statue che indossano guanti bianchi.
- L'Addolorata di San Domenico esce anche a settembre per la festa a Lei dedicata sul calendario.
- Se l'Addolorata del giovedì Santo (San Domenico) non dovesse più uscire dalle Suore dell'Immacolata dopo la recita tradizionale del Santo Rosario l'organizzazione della Processione prevede il rientro della statua a San Domenico mediante un camioncino e la sospensione della Processione.
- Spesso i Perdoni, durante la visita ai "Sepolcri" nella prima mattinata del venerdì Santo, incontrano la processione della Addolorata; in questo caso si fermano dinanzi alla statua in processione e compiono la tradizionale genuflessione.
Bibliografia
- Nicola Caputo - L'Anima incappucciata - Mandese Editore - Taranto, 1983
- Nicola Caputo - Destinazione Dio - Mandese Editore - Taranto,
- Nicola Caputo - I giorni del Perdono - Scorpione Editrice - Taranto,
- Nicola Caputo - Settimana santa nascosta- Scorpione Editrice - Taranto,
- Giovanni Acquaviva - I Riti della Settimana Santa - ed Flash - Manduria
- Antonio Rubino - Le confraternite laicali a Taranto dal XVI al XIX secolo - Schena Editore - Fasano, 1995
- Francesco Fella - "Decor Carmeli"- Mandese Editore- Taranto, 2007
- AA.VV. a cura di Domenico Sellitti - Il cammino del perdono: alla ricerca della Settimana Santa Tarantina - Edit@ Edizioni - Taranto, 2007
- AA. VV. a cura di Domenico Sellitti - Riti della Settimana Santa: la storia, i riti, le tradizioni - Edit@ Edizioni - Taranto, 2005
- Giovanni Schinaia - A partire dal cuore. Appunti sulla Settimana santa tarantina - Edit@ Edizioni - Taranto, 2012
- Giovanni Schinaia - I Misteri di Taranto. Simboli e Simbologia - Edit@ Edizioni - Taranto, 2016
- Francesco Di Palo - Stabat Mater Dolorosa - Editore Schena - Fasano, 1990
- Francesco Di Palo - I Giorni del Sacro - Editore Genius Loci - Ruvo di Puglia, 2000
- Salvatore Fallone - Quaresima, Settimana santa e triduo pasquale a Taranto - Scorpione Editrice - Taranto, 2002
- Antonio Fornero - Viaggio attraverso la fede e la pietà popolare a Taranto - Scorpione Editrice - Taranto,
- Gianni Bianchi Quel dolce profumo di devozione - Scorpione Editrice - Taranto,
Discographia
- AA.VV. - Le Musiche della Settimana Santa - Scorpione Editrice - Taranto,
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Settimana Santa di Taranto
Collegamenti esterni
- Il sito ufficiale dell'Arciconfraternita del Carmine, su confraternitadelcarmine.it.
- Il blog sulla Settimana Santa e sulla pietà popolare a Taranto: "PortodimareTer", su portodimareter.blogspot.com.
Note
- ^ La Gazzetta del Mezzogiorno.it
- ^ sono portate da coppie di bambini figli di Confratelli.
- ^ Il Troccolante della Processione dei Misteri viene incappucciato solo dopo aver varcato il sagrato della Chiesa del Carmine, e subito dopo gli vien posto il cappello sul capo.