Generazione Z
La Generazione Z (conosciuta anche come iGen, Post-Millennials, Centennials, o Plurals) identifica le persone nate dopo i Millennials. La generazione è generalmente circoscritta tra i nati dalla seconda metà degli anni novanta o fine anni novanta fino al 2010.
Un aspetto importante di questa generazione è il suo diffuso utilizzo di Internet sin dalla giovane età. I membri della Generazione Z sono considerati come avvezzi all'uso della tecnologia e i social media, che incidono per una parte significativa nel loro processo di socializzazione. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che crescere in un periodo di grave recessione dà a loro la sensazione di instabilità e insicurezza.
Terminologia
Gli autori William Strauss e Neil Howe hanno scritto alcuni saggi che hanno come oggetto di studio le generazioni e sono creditati per essere coloro che hanno coniato il termine Millennials.[1] Howe ha affermato "Nessuno sa come si chiamerà la generazione successiva ai Millennials".[1] Nel 2005, la loro azienda ha sponsorizzato un concorso online e i partecipanti hanno votato in maniera massiccia per Homeland Generation. Tutto ciò non fu molto dopo gliattentati dell'11 settembre 2001, e probabilmente una delle conseguenze degli attacchi fu che gli americani si sentivano più sicuri a casa propria.[2] Howe si autodefinì come "non totalmente convinto" del nome e disse che "i nomi speso sono inventati da persone che subiscono una forte pressione da parte della stampa. Tutti cercano un colpo di genio."[1] Howe definisce la Homeland Generation come le persone nate dal 2005 al 2025.[3][4]
iGeneration (o iGen) è un nome che reclamano diverse persone, anche se "suona come un adattatore usato per ricaricare il cellulare sull'autobus".[5] L'autrice e professoressa di psicologia Jean Twenge sostiene che il nome iGen "le è venuto in mente" mentre stava guidando per la Silicon Valley, e che intedeva usarlo per il suo libro del 2006 chiamato Generation Me ma che fu ignorato dal suo editore. Il demografo Cheryl Russell dichiara di essere stato il primo ad usare il termine nel 2009.[1]
Nel 2012, USA Today ha sponsorizzato un contest online per i lettori per scegliere il nome della generazione successiva ai Millennials. Vinse il nome Generazione Z, anche se il giornalista Bruce Horovitz trovava il nome "scoraggiante". Furono proposti altri nomi, tra cui: iGeneration, Gen Tech, Gen Wii, Net Gen, Digital Natives, and Plurals.[1][6] Secondo Horovitz, questa generazione parte dal 1995.[1].
La Kelley School of Business definisce la Generazione Z come quella che va dal 1995–2010.[7]
Nel 2013, il canale Nickelodeon usò il termine post-millennials per descrivere il pubblico dei "bambini nati dopo il 2005".[8]
Un'altra agenzia di comunicazione e marketing, Frank N. Magid Associates, ha denominato questo gruppo come "The Pluralist Generation" o 'Plurals'. I nati appartenenti a questa generazioni vanno dal 1997 fino ai giorni nostri.[9] Anche la società statunitense Turner Broadcasting System ha denominato la generazione successiva ai Millenials 'Plurals' al posto di Generazione Z.[10]
Matt Carmichael, dell'agenzia Ad Age, nel 2012 disse "pensiamo che iGen sia il nome che meglio definisca e che meglio aiuti a comprendere questa generazione".[1] Nel 2014, un tirocinante della NPR news notò come iGeneration "sembrava essere vincente" come nome per i post-Millennials.[11] È stato definito come "un occhiolino ai prodotti della Apple, l'iPod e iPhone",[1] mentre l'ex scrittore della Ad Age, Matt Carmichael nota come la "i" minuscola in iGeneration "lascia spazio all'interpretazione" e "potrebbe essere un numero qualsiasi di diverse cose: può stare per interattivo, per internazionale, per qualcosa che non abbiamo ancora scoperto." [11] In response to naming a generation after a branded product, Randy Apuzzo, tecnologo e CEO di Zesty.io, pubblicò un articolo titolato "Always Connected: Generation Z, the Digitarians",[12] nel quale chiamava la nuova generazione 'Digitarians[12]' perché sono la prima generazione "sempre connessa a internet" che è cresciuta con devices touch. Statistics Canada riporta come "la generazione Internet" sia la prima nata dopo l'invenzione della rete.[13]
Un report del 2005 pubblicato in Australia dal McCrindle Research Center riporta il 2001 come l'inizio di questa generazione.[14] Uno studio successivo del 2009 dà un range di anni, 1995–2009, a partire da un aumento registrato nel tasso di natalità e dando come definizione di arco generazionale circa 15 anni.[15] Sotto questa definizione McCrindle usa il tasso di natalità per determinare quando emerge una nuova generazione rispetto alle altre, aggiungendo a questa analisi cambiamenti a livello di macro trend e società. Secondo Statistics Canada questa generazione nasce nel1993.[16] Durante uno speech nel corso di un evento TEDx nel 2015, Mark McCrindle chiama coloro nati dal 2010 in poi "Generation Alpha".[17]
The Futures Company ha usato il termine "Centennials" per descrivere la generazione nata a partire dal 1997.[18][19]
Caratteristiche
Una ricerca del 2013 condotta da Ameritrade rileva che il 36% della Generazione Z negli Stati Uniti (considerando in questa sede coloro che hanno tra i 14 e i 23 anni) nutre preoccupazione sulla possibilità di potersi permettere un'educazione superiore.[20] Questa generazione si trova ad affrontare un crescente divario di reddito della classe media, che aumenta il livello di stress nella popolazione.[21]
Un documento redatto dalla Frank N. Magid Associates rileva che questo gruppo generazionale mostra sentimenti positivi nei riguardi della crescente diversità etnica degli Stati Uniti,[22] e che sono più disposti rispetto ai loro predecessori ad includere nelle proprie cerchie sociali persone di diversi gruppi etnici, religioni e razze.[23] Secondo Magid, la Generazione Z è "l'ultima a cui sia apparso verosimile che ci sia stato una cosa come il sogno americano" mentre i Baby Boomers e i loro figli, i Millennial "erano molto più propensi a credervi"[1][23][24]
La Generazione Z è in gran parte composta dai figli della Generazione X, e, come è accaduto per la Generazione X, questa offuscata da quella successiva, più numerosa .[25][26]
I membri più giovani della Generazione Z sono i primi ad vivere l'epoca dei matrimoni omosessuali legalizzati (2015) e ad approvare senza remore questa parità di diritti.[27]
La Generazione Z è generalmente meno propensa ad avere una condotta rischiosa, rispetto a certe attività, dei Millenials. Nel 2013, il 66% dei teenagers (i membri più anziani della Generazione Z) ha provato l'alcohol, l'82% in meno rispetto al 1991. Sempre nel 2013, 8% degli adolescenti della Generazione Z non ha mai o ha raramente indossato la cintura di sicurezza durante un viaggio in macchina con il conducente: nel 1991, la percentuale era del 26%.[28]
I giovani adulti della Generazione Z hanno meno fede nel sogno americano “dopo aver visto i loro genitori e fratelli lottare duramente per affermarsi nel mondo del lavoro.”[29] Essendo una generazione nata e cresciuta in un periodo di recessione economica, i membri di questo gruppo di persone hanno avuto esperienza in prima persona della paura e dello scoraggiamento che implica l'assenza di un impiego; come conseguenza, i membri della Generazione Z ricercano la soddisfazione personale in un impiego legato alle loro passioni più che a un salario alto. Come scrive Jeffrey Arnett, gli adulti emergenti “si aspettano di trovare un'occupazione che rispecchi la propria identità”.[30] Sono disposti, più spesso che in passato, a provare una serie di lavori, stage e tirocini in qualcosa a cui tengono veramente, piuttosto che accettare un lavoro stabile ma insoddisfacente.Il magazine Business Insider sostiene che questa generazione sarà "più intraprendente e pragmatica riguardo all'aspetto monetario" rispetto alla precedente.[31]
Uno studio del 2014 chiamato Generation Z Goes to College rivela come gli studenti della Generazione Z si auto-identificano come leali, compassionevoli, riflessivi, di mentalià aperta, responsabili e determinati.[32] Il modo in cui però vedono i loro coetanei è differente da come affermano se stessi: essi li definiscono come competitivi, spontanei, avventurosi e curiosi, tutte caratteristiche raramente vedono in loro stessi.[32]
Tecnologia e social media
Questa generazione è stata la prima a poter usufruire di internet sin dalla prima infanzia.[33] Con la rivoluzione del web che ha caratterizzato gli anni novanta, la Generazione Z è stata esposta a una quantità di 'tecnologia' impensabile per i predecessori. Mentre gli strumenti tecnologici diventavano più compatti ed economici, la popolarità degli smartphone, negli Stati Uniti, cresceva a livello esponenziale. Nel 2015 il 77% dei ragazzi tra i 12 e i 17 possedeva un telefono cellulare:[34] non è difficile immaginare come questa tecnologia li influenzi in termini di studio e apprendimento. Secondo Forbes magazine quando questa generazione si affaccerà al mondo del lavoro, la tecnologia digitale sarà un aspetto preponderante in tutti i percorsi di carriera.[20] Secondo Anthony Turner questa generazione ha un ‘legame digitale con la rete’, e sostiene che questo rapporto possa aiutare a sfuggire le delusioni emozionali e mentali che incontreranno nella vita offline.[35] Secondo un'indagine della società di consulenza Sparks and Honey nel 2014, il 41% degli adolescenti spendeva più di tre ore al giorno al pc per scopi non inerenti all'educazione scolastica, rispetto al 22% nel 2004.[36]
Circa i tre quarti dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni usa il proprio cellulare ogni giorno, ed è una percentuale più alta di coloro che guardano la tv. [37]
Si stima che di 150000 app, circa il 10%presenti nell'App Store (iOS), erano di tipo 'educational' volte a preparare i bambini per le scuole superiori.[38] Mentre ricercatori e genitori sono d'accordo nell'affermare che il cambiamento di paradigma educativo è significativo, i risultati del cambiamento stesso sono variabili. Da una parte, gli smartphone offrono opportunità di miglioramento nell'apprendimento[38] e un'istruzione più personalizzata sull'individuo, rendendo questa generazione la più istruita su più campi; dall'altra, ricercatori e genitori temono che l'uso smodato degli smartphone crei una sorta di dipendenza tecnologica[39] e una mancanza di auto-regolamentazione che ostacola lo sviluppo del bambino.[39]
Secondo un magazine, gli adolescenti non hanno bisogno di uno smartphone, ma lo posseggono ugualmente.[40] Quando i bambini diventano teenagers, ricevere un cellulare diventa un rito di passaggio che permette loro di tenersi in contatto con i loro coetanei; questa pratica è oggi socialmente accettata, anche possederne uno sin da piccoli. Un articolo del Pew Research Center riporta come “quasi i tre quarti dei teenager possiede uno smartphone o ha accesso a uno smartphone e il 30% ha un cellulare di livello base, mentre il 12% degli adolescenti tra i 13 e i 17 dichiara di non possedere alcun tipo di cellulare”.[41] Questi numeri sono destinati a crescere ed è proprio il fatto che la maggior parte degli appartenenti a questa generazione possegga un cellulare a definirne le caratteristiche più salienti. Come risultato, “il 24% degli adolescenti è online ‘quasi sempre’”.[41]
Gli adolescenti sono più propensi a condividere informazioni personali online rispetto al 2006.[42] Tuttavia, sono accorti nel prendere precauzioni per proteggere alcune informazioni che non vogliono pubblicare. Sono più propensi a "seguire" gli altri sui social media che a "condividere" e usare i diversi social per gli scopi più svariati.[32] Un test ha mostrato che molti teens sono infastiditi da molte caratteristiche di Facebook, ma che continunano tuttavia ad usarlo poiché ritengono che la partecipazione sia importante al fine di socializzare con amici e coetanei. Twitter e Instagram stanno aumentando la loro popolarità tra i membri di questa generazione, tanto che il 24% (destinato a crescere) di teens che accedono a Internet ha un account su Twitter.[42] Questo in parte si deve al fatto che spesso i loro genitori non utilizzano queste piattaforme.[42] Snapchat è diventato un social molto attraente per questa generazione perché video, immagini e messaggi sono spediti più velocemente che con altre piattaforme. Velocità e affidabilità sono due aspetti importanti nella scelta della piattaforma social per questa generazione. Questa necessità di comunicare velocemente ha fatto sì che questa generazione apprezzi in maniera particolare app come Vine (service) e che usi prevalentemente emojis.[28]
Uno studio condotto da diversi psicologi ha messo in luce che i più giovani utilizzano internet per interagire con i coetanei e per accedere alle informazioni. La tecnologia mobile, i social media, e l'uso di internet sono diventati sempre più importanti per gli adolescenti negli ultimi dieci anni.[43] I giovani utilizzano internet come strumento per aumentare le proprie capacità relazionali, che successivamente applicano alle situazioni della vita reale; inoltre grazie alla rete cercano contenuti che gli interessano. Gli adolescenti spendono la maggior parte del loro tempo online comunicando privatamente con persone con cui interagiscono anche nella loro vita offline. L'utilizzo dei social media non è solo finalizzato ad essere aggiornati su ciò che succede nel mondo, ma anche e soprattutto per sviluppare e mantenere vive relazioni con persone vicine. L'uso dei social media è diventato parte integrante delle vite quotidiane di coloro che nella Generazione Z hanno accesso alla rete: quello che ne consegue è un vasto utilizzo dello smartphoe in termine di ore. Lo sviluppo di relazioni online è diventata una norma per questa generazione.[44] La Generazione Zero è generalmente contraria all'utilizzo smodato di photoshop ed è contraria al cambiamento personale al fine di aderire ad un modello di perfezione. I genitori comunque temono l'utilizzo smodato della tecnologia, non vedono di buon occhio la condivisione di contenuti e immagini personali; d'altra parte gli adolescenti lamentano il controllo smodato dei genitori circa il loro uso della rete.[43] Questa generazione utilizza i social media per rafforzare il rapporto con gli amici e per costruirne di nuovi; essi interagiscono anche con persone che non avrebbero mai potuto incontrare nella vita reale, ed è così che i social diventano uno strumento di creazione di identità.[43]
I social media sono conosciuti per essere un veicolo di espressione dei propri gusti e di condivisione delle proprie vite; d'altra parte, però, questo utilizzo non di rado provoca violenti episodi di razzismo.[45]
Riferimenti
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