Concerto in fa

composizione di George Gershwin
Versione del 5 apr 2016 alle 11:02 di Jesoo96 (discussione | contributi) (Struttura dell'opera: Aggiunto informazioni sulla struttura del concerto)

Il concerto in fa maggiore per pianoforte e orchestra di George Gershwin rappresenta il momento in cui l'autore, dopo il successo della popolarissima Rapsodia in blu, intende essere considerato come compositore a tutti gli effetti e quindi in grado di orchestrare da solo le proprie opere (cosa che non era stata ancora possibile nel caso della rapsodia).

Concerto in fa
CompositoreGeorge Gershwin
Tonalitàfa maggiore
Tipo di composizioneconcerto
Epoca di composizione1925
Prima esecuzioneNew York, Carnegie Hall, 3 dicembre 1925
Durata media32 minuti
Organicopianoforte e orchestra
Movimenti
1. Allegro

2. Adagio - Andante con moto

3. Allegro Agitato

Fu scritto su commissione del direttore d'orchestra Walter Damrosch, che presentò per la prima volta l'opera dirigendo la New York Symphony Orchestra con il solista Gershwin il 3 dicembre 1925 nella Carnegie Hall di New York. Alterna momenti in cui si avverte un possibile influsso di Rachmaninov ad altri in cui prevale nettamente l'impronta di jazz sinfonico.

Struttura dell'opera

Il concerto è articolato in tre movimenti, rispettando la forma tradizionale di qualsiasi altro concerto:

  1. Allegro
  2. Adagio - Andante con moto
  3. Allegro agitato

Il primo movimento si apre quasi con rabbia, con quattro note dei timpani, una sviolinata dei fiati e un rullo di tamburi. L'introduzione orchestrale è fortemente ritmica e sincopata, ripetendo un idea musicale insistentemente fino a tornare all'esplosione di timpani iniziale e a un rullo di tamburi più lungo che porta all'ingresso del solista, che introduce il tema principale, sincopato e quasi esatonale, molto delicatamente. Si inizia a sviluppare quest'idea, introducendone altre, fino a raggiungere l'apice della climax emotiva, concludendo l'episodio con una serie di volatine del solista, che conclude con un accordo di C7. Inizia quindi un altro episodio, in cui la cellula ritmica presente fin dall'inizio viene ancora riproposta, e dopo vati sviluppi si arriva a un tema pesantemente influenzato dal ragtime inframmezzato da un virtuosistico episodio in terzine. Poi tutto si calma, e arriva un tema, moderato e molto passionale, esposto in mi maggiore, che cresce fino a ritornare bruscamente a un tema più veloce - sempre basato sulla cellula ritmica iniziale, fino ad arrivare a un altro tema ancora che ricorda nella ritmica il primo dei 3 preludi dello stesso Gershwin. Alla fine dell'episodio, viene riesposto il tema principale con un "Grandioso" che il pianoforte accompagna con una figurazione in terzine. Alla fine, viene ripresa un'idea di passaggiornamento precedente, che riporta all'esplosione iniziale, seguita da un incalzante ritmo in quartine del pianoforte, che corona il tutto con una sequenza di note in terzine - un arpeggio di re minore6 molto elaborato - e propone un'ultima volta la figurazione ritmica iniziale, prima del crescendo finale e della grandiosa conclusione del movimento.

Il secondo movimento inizia con una melodia di corno e tromba, accompagnati dai clarinetti. Questo tema viene ripreso più volte fino all'ingresso del solista, che propone un tema moderato in cui si avverte una certa qual influenza blues - l'atmosfera jazzistica d'altronde è parte integrante dell'opera del maestro statunitense - che viene ripreso più volte fino al ritorno alla calma iniziale. Segue un ponte modulante del solista, che porta al secondo tema del movimento, un tema più lirico in mi maggiore - guarda caso - che amira risente del blues e del jazz e che dopo varie riesposizioni porta a una conclusione improvvisa dell'episodio e a una breve reintroduzione della calma iniziale prima della conclusione del movimento.

Il terzo movimento inizia con violenza, con un tema esposto prima dall'orchestra e poi dal solo, composto da notte ribattute conClusone da una figurazione sincopata e con un'altra parte ribattuto, alternando misure in 2/4 e in 3/8. All'interno del movimento Gershwin ripropone poi in vari momenti tutti i temi esposti nei movimenti precedenti, fino ad arrivare a una conclusione grandiosa - indicazione di tempo particolarmente gradita a Gershwin - che conclude gioiosamente il pezzo.

Strumentazione

Il Concerto in fa richiede, per l'accompagnamento orchestrale, 2 flauti e ottavino, 2 oboi e corno inglese, 2 clarinetti e clarinetto basso (tutti in si bemolle, compaiono in accompagnamento alla tromba sola nel movimento centrale), 2 fagotti, 4 corni in fa, 3 trombe in si bemolle, 3 tromboni e tuba, 3 timpani - 32", 29" e 26" (un esecutore), 3 percussionisti (primo: grancassa, glockenspiel, xilofono; secondo: tamburo piccolo periodicamente coperto e suonato sia con bacchette ordinarie che con spazzole, woodblock, frusta; terzo: piatti (a due e sospeso), triangolo e gong) e archi.

Discografia parziale

Collegamenti esterni