Sbarramento di Ala
Lo sbarramento di Ala è uno sbarramento difensivo che si trova a nord della cosiddetta "Chiusa di Verona" (composta dalla Chiusa di Ceraino e dai forti del gruppo di Rivoli), dove la valle dell'Adige si allarga, trova posto questo sbarramento che prende il nome dalla città di Ala in Trentino.
Sbarramento di Ala Vallo alpino in Alto Adige | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Stato attuale | ![]() |
Regione | ![]() Valle dell'Adige |
Città | Ala |
Coordinate | 45°44′51.9″N 10°59′19.74″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Settore difensivo |
Inizio costruzione | 1944 |
Materiale | cemento, acciaio |
Condizione attuale | abbandonato |
Visitabile | con cautela |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Controllo della Valle dell'Adige |
Termine funzione strategica | 1945 |
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Cenni storici
La decisione di costruire ad Ala uno sbarramento difensivo, deriva dalla direttiva n. 60, dove Adolf Hitler menziona proprio la località per la costruzione di un potente e fortificato sistema difensivo. Tale importanza è sottolineata, non solo dalla presenza della ferrovia del Brennero e della SS12, ma anche dal fatto che la direzione dei lavori di costruzione, Baileitung 7, prende il nome del paese. La linea fortificata doveva essere costruita in Veneto, nel settore delle prealpi.[1]
Descrizione
Lo sbarramento parte dalla destra con il monte Baldo (2218 m) e prosegue a sinistra ai contrafforti che salgono verso cima Posta (2215 m). Esso fa parte di una linea che segue all'incirca il vecchio confine dell'impero austro-ungarico e difende l'accesso di quella che i tedeschi denominarono la Zona d'operazioni delle Prealpi. Decisi a fare delle Alpi Centrali l'estremo ridotto della loro difesa, i tedeschi iniziarono nel 1944 i lavori per l'edificazione di questo sbarramento che organizzarono secondo gli ultimi dettami della loro scienza di guerra.[2]
Sbarramento Ala paese
Questo primo sbarramento è profondo 5 chilometri sul fondo valle e, largo in questo tratto circa un chilometro, molto meno profondo sui fianchi scoscesi dei monti dove i costoni che salgono alle cime sono stati muniti di caverne attive. Sul fondo valle, piano, coltivato a vigneto, è stata organizzata la difesa con serie di piccoli bunker, disposti lungo gli appigli tattici; questi bunker molto robusti servivano di ricovero a piccoli appostamenti per mitragliatrice. L'argine destro del torrente Ala, poco prima del suo sfociare nell'Adige, venne sistemato ad ostacolo anticarro assieme a lungo tratto della riva sinistra dell'Adige. Questo sbarramento consisteva in 7 appostamenti seguiti da 5 piccoli bunker posti su di un leggero dislivello subito dopo il torrente Ala. Sette caverne attive erano scavate invece a est dello sbarramento.
Sbarramento Ala-San Pietro in Bosco
A sud del paese venne costruito un secondo sbarramento di prima linea; questo consiste perlopiù in alcuni Tobruk accoppiati a piccoli appostamenti, disposti lungo la linea ferroviaria del Brennero e alla strada statale SS12. Inoltre, due fossati vennero scavati verso Serravalle e linee minori dl asparagi di Rommel.
Strutture difensive
I bunker sono di un tipo standard in due misure: per 4 e 8 soldati, adibiti a ricovero o infermeria, e servono da ricovero e sono collegati con camminamento coperto ad una postazione per mitragliatrice Maschinengewehr 34 e 42 o per kurzer 8 cm Granatwerfer 42.[3] Questa, in cemento armato, è di tipo unico per 2 soldati. Eccezionalmente, un bunker serve due appostamenti.[2]
Bunker per 4 soldati
Misure interne del ricovero, con volta a borse: lunghezza 4 m, larghezza 3 m, altezza 2,35 m. Una porta alta 1,8 m che si apre su un corridoio trasversale largo 1,1 metri. Un estremo del corridoio porta all'esterno a mezzo di una breve galleria fortemente inclinata e con fondo a gradini, l'altro estremo porta ad un camminamento coperto, a risvolti, conducente all'appostamento della mitragliatrice. Di fronte alla porta è ricavata una finestra di 80 x 60 centimetri, che si apre sul fondo di un pozzo con pareti di muro a secco. Questo pozzo, del diametro di 90 cm, è munito di scala alla marinara e serve come uscita di soccorso; è chiuso in alto da un tavolato ricoperto di terra ed è parzialmente riempito di sabbia. Per utilizzare il pozzo è necessario aprire la finestra e ritirare la sabbia nell'interno del bunker. All'interno trova posto una piccola stufa di ferro; l'ambiente è ventilato da un foro del diametro di 20 cm posto in basso per l'entrata dell'aria fresca e da uno in alto per l'uscita dell'aria viziata, fori che si aprono sul corridoio. Le pareti del bunker in cemento armato hanno spessore di 2 metri, armatura in tondini d'acciaio disposti nei tre sensi a maglie di 25 x 20 centimetri. Grande importanza è stata data all'armatura di questi manufatti e per masse di 200 m3 di calcestruzzo si sono usati 160 quintali d'acciaio.[4] Dal bunker parte il camminamento coperto che porta alla postazione della mitragliatrice posta ad una distanza di una trentina o cinquantina di metri. Le postazioni sono del tipo Tobruk a barbetta circolare con un diametro a terra pari a 80 centimetri. Il bordo della barbetta è opportunamente sagomato e porta il cerchio di ferro per il sostegno dell'arma. Al di sotto della bocca, il pozzo si allarga in un vano ottagonale largo 1,4 metri così che i due soldati possono trovare protezione dai sassi lanciati in alto dalle bombe.[4]
Appostamento
L'appostamento è profondo 1,6 metri e per la manovra dell'arma serve una panchina mobile di legno. Una scaletta porta ad un localetto di deposito fornito di stufetta e da questo si passa al camminamento coperto. Gli spessori delle pareti della postazione sono di 40 centimetri in cemento armato. Massa cementizia 11,5 m3 armata da tondini in acciaio con una massa di 7 q, la postazione è completamente interrata e l'apertura di combattimento viene mascherata da rete mimetica.[5]
Nello sbarramento si trovano postazioni simili per mortaio da 8 cm ed allora la bocca del pozzo ha diametro di 1,8 metri ristretto con cono a gradini fino a 1,24 metri; sul fondo della postazione che si allarga a 3 metri è infisso in centro il perno di rotazione; la postazione è profonda 2 metri ed ha pavimento di legno.[5]
Note
Bibliografia
- Carlo Gerosa, Le fortificazioni sulla via del Brennero, Museo storico italiano della guerra, pp. 68, Rovereto, 1993.
- Mario Ceola, Trento e I suoi forti, Rovereto, 1932.
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