Frida Kahlo

pittrice messicana (1907-1954)
«Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.»

Frida Kahlo, all'anagrafe Magdalena Carmen Frieda Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907Coyoacán, 13 luglio 1954), è stata una pittrice messicana. NOOOH, NOOOOH

Frida Kahlo, 1932, in una delle foto scattate dal padre Guillermo Kahlo

Caratteristiche artistiche

 
Frida nel 1926

Il regalo del letto a baldacchino, con annessa l'installazione di uno specchio, durante il suo prolungato immobilismo, ebbero inizialmente per Frida un effetto sconvolgente e la portarono al ricorrente tema dell'autoritratto. Il primo che dipinse fu per il suo amore adolescenziale, Alejandro. Nei suoi ritratti raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il più importante dei quali fu senza dubbio l'incidente del 1925.

Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizza uno degli aspetti fondamentali della sua arte: crea visioni del corpo femminile non più distorto da uno sguardo maschile. Allo stesso tempo coglie l'occasione di difendere il suo popolo attraverso la sua arte facendovi confluire il folclore messicano.

Sotto questo aspetto, forte ma allo stesso tempo sfumato di humour, risulta nei suoi quadri l'impatto di elementi fantastici accostati a oggetti in apparenza incongruenti. Si tratta di quadri di piccole dimensioni (Frida predilige il formato 30 x 37 cm) dove si autoritrae con una colonna romana fratturata a ricordo della sua spina dorsale e circondata dalle numerose scimmie che cura come figlie nella sua casa. Tre importanti esposizioni le furono dedicate nel 1938 a New York, l'anno successivo a Parigi e nel 1953, un anno prima della morte, a Città del Messico.

Il rapporto con il surrealismo

A partire dal 1938 l'attività pittorica s'intensifica: i suoi dipinti non si limitano più alla semplice descrizione degli incidenti della sua vita, parlano del suo stato interiore e del suo modo di percepire la relazione con il mondo e quasi tutti includono tra i soggetti un bambino, sua personificazione. Per un breve periodo nelle sue opere gli elementi della tradizione messicana classica si uniscono a quelli della produzione surrealista.

 
Frida Kahlo (1932)

Nel 1938 il poeta e saggista surrealista André Breton vide per la prima volta il suo lavoro: ne rimase talmente colpito da proporle una mostra a Parigi e proclamò che Frida fosse "una surrealista creatasi con le proprie mani". Nel 1939, su invito di André Breton, si recò a Parigi, dove le sue opere vennero presentate in una mostra a lei dedicata. Nella stessa città Frida frequenta i surrealisti facendosi scortare nei caffè degli artisti e nei night club; tuttavia trovò la città decadente. Sapeva che l'etichetta surrealista le avrebbe portato l'approvazione dei critici, ma allo stesso tempo le piaceva l'idea di essere considerata un'artista originale. Quello che può essere considerato il suo lavoro più surrealista è il quadro Ciò che l'acqua mi ha dato: immagini di paura, sessualità, memoria e dolore galleggiano nell'acqua di una vasca da bagno, dalla quale affiorano le gambe dell'artista.

In quest'opera così enigmatica sono chiari i riferimenti a Salvador Dalí, soprattutto per l'insistenza sui dettagli minuti. Estremamente surreale è anche il suo diario personale, iniziato nel 1944 e tenuto fino alla morte, una sorta di monologo interiore scandito da immagini e parole. Per molte immagini il punto di partenza era una macchia di inchiostro o una linea, come se usasse la tecnica dell'automatismo per verificare le sue nevrosi.

In ogni caso, nonostante l'accento posto sul dolore, sull'erotismo represso e sull'uso di figure ibride, la visione di Frida era ben lontana da quella surrealista: la sua immaginazione non era un modo per uscire dalla logica ed immergersi nel subconscio, ma piuttosto il prodotto della sua vita che lei cercava di rendere accessibile attraverso un simbolismo. La sua idea di surrealismo era giocosa, diceva che esso "è la magica sorpresa di trovare un leone nell'armadio, dove eri sicuro di trovare le camicie". Anni dopo Frida negherà violentemente di aver preso parte al movimento,[1] forse perché negli anni quaranta questo cessò di essere di moda.

Influenza culturale

Frida Kahlo è stata la prima donna latinoamericana ritratta su un francobollo degli Stati Uniti, emesso il 21 giugno 2001. L'immagine scelta è un autoritratto dell'artista eseguito nel 1933.

La vita di Frida Kahlo è stata raccontata in due film:

ed in numerosi documentari:

e nel libro:

Il titolo dell'album del gruppo musicale britannico Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro otto giorni prima della sua morte (intitolato appunto Viva la vita, e raffigurante una sorta di natura morta con colorati cocomeri e frutti tropicali). Il frontman del gruppo Chris Martin commentò così la scelta del titolo: « Lei è sopravvissuta alla poliomielite, ad una spina dorsale rotta e un male cronico per decenni. Ha avuto un sacco di problemi e poi ha iniziato questo grande quadro a casa sua che diceva "Viva la vida". Mi è piaciuta questa audacia. »

Opere

File:Frida Kahlo 2007 Serbian stamp.jpg
Ritratto con scimmia (1945), riprodotto su un francobollo serbo
  • Autoritratto con vestito di velluto - (1926) - collezione privata
  • Autoritratto - (1926)
  • Ritratto di Alicia Galant - (1927) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Ritratto di Miguel N. Lira - (1927) - Instituto Tlaxcalteca de Cultura, Tlaxcala
  • L'autobus - (1929) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Autoritratto - (1930)
  • Autorretratto con mono (autoritratto con scimmia) - (1930) - Albright-Knox Art Gallery, Buffalo (New York)
  • Frida e Diego - (1931) - San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco
  • Ritratto di Eva Frederick - (1931) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Ritratto di Luther Burbank - (1931) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Ospedale Henry Ford (o Il letto volante) - (1932) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti - (1932)
  • La mia nascita - (1932)
  • Il mio vestito è appeso là (o New York) - (1933)
  • Qualche piccola punzecchiatura - (1935) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • I miei nonni, i miei genitori e io - (1936)
  • Autoritratto dedicato a Lev Trockij - (1934) - National Museum of Women in the Arts, Washington D.C.
  • Frida e l'aborto - (1936) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Il piccolo defunto Dimas Rosas all'età di tre anni - (1937) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • La mia balia e io - (1937) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Ricordo - (1937)
  • Ciò che ho visto nell'acqua e ciò che l'acqua mi ha dato - (1938)
  • I frutti del cuore - (1938)
  • Il cane itzcuintli con me - (1938)
  • Quattro abitanti del Messico - (1938)
  • Due Nudi nella Giungla (La Terra Madre) - (1939) - Collezione Privata
  • Il suicidio di Dorothy Hale - (1939) - Phoenix Art Museum, Phoenix
  • Le due Frida - (1939) - Museo de Arte Moderno, Città del Messico
  • Autoritratto con collana di spine - (1940)
  • Autoritratto con i capelli tagliati - (1940) - Museum of Modern Art, New York
  • Autoritratto con scimmia - (1940)
  • Autoritratto per il Dr. Eloesser - (1940)
  • Il sogno (o Il letto) - (1940)
  • Cesto di fiori - (1941)
  • Io con i miei pappagalli - (1941)
  • Autoritratto con scimmia e pappagallo - (1942)
  • Autoritratto con scimmie - (1943)
  • La novella sposa che si spaventa all'aprirsi della vita - (1943)
  • Retablo - (1943 circa)
  • Ritratto come una Tehuana (o Diego nel mio pensiero) - (1943)
  • Pensando alla morte (1943) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Radici (1943) - Collezione privata
  • Diego e Frida 1929-1944 - (1944)
  • Fantasia - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Il fiore della vita - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • La colonna spezzata - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Ritratto di Donna Rosita Morillo - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Il pulcino - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • La maschera - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Mosè (o Il nucleo solare) - (1945)
  • Ritratto con scimmia - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Senza speranza - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Il piccolo cervo - (1946)
  • Autoritratto con i capelli sciolti - (1947)
  • Albero della speranza mantieniti saldo - (1946)
  • Il sole e la vita - (1947)
  • Autoritratto - (1948)
    File:Kahlo.jpg
    Graffito in omaggio a Frida Kahlo a Los Angeles
  • Diego e io - (1949) - Collezione privata
  • L'abbraccio amorevole dell'universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl - (1949)
  • Autoritratto con ritratto del Dr. Farill - (1951)
  • Ritratto di mio padre - (1951) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
  • Perché voglio i piedi se ho le ali per volare - (1953) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
  • Autoritratto con Diego nel mio Cuore - (1953-1954) - Collezione Privata
  • Autoritratto con Stalin (o Frida e Stalin) - (1954 circa) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
  • Il cerchio - (1954 circa) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
  • Il marxismo guarirà gli infermi - (1954 circa) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
  • Viva la vita - (1954) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico.

Note

  1. ^
    (francese)
    «On me prenait pour une surréaliste. Ce n'est pas juste. Je n'ai jamais peint de rêves. Ce que j'ai représenté était ma réalité.»
    (italiano)
    «Venivo considerata surrealista. Non è esatto. Non ho mai dipinto dei sogni. Ciò che ho rappresentato è la mia realtà.»

Bibliografia

  • Rauda Jamis, Frida Kahlo, Longanesi, Milano 1991; TEA, Milano 2007
  • Il diario di Frida Kahlo. Un autoritratto intimo, introduzione di Carlos Fuentes, a cura di Sarah M. Lowe, Leonardo, Milano 1995
  • Jean-Marie Gustave Le Clézio, Diego e Frida, Il Saggiatore, Milano 1997
  • Hayden Herrera, Frida, La Tartaruga, Roma 2001; Baldini Castoldi Dalai, Milano 2010
  • Frida Kahlo, Lettere appassionate, a cura di Martha Zamora, Abscondita, Milano 2002
  • Helga Prignitz-Poda, Frida Kahlo, Rizzoli, Milano 2006
  • Margaret Hooks et al., Frida Kahlo. Biografia per immagini, Abscondita, Milano 2008
  • Pino Cacucci, ¡Viva la vida!, Feltrinelli, Milano 2010
  • Gérard de Cortanze, Frida Kahlo. La bellezza terribile, Gaffi, Roma 2012
  • Alexandra Scheiman, Il diario perduto di Frida Kahlo, Rizzoli, Milano 2013
  • Rosanna Fiocchetto, Frida. La rivoluzione dell'immaginario,
  • (FR) Georgiana Colvile, Scandaleusement d'elles : trente-quatre femmes surréalistes, Paris, Jean-Michel Place, 1999, pp. 138-147, ISBN 978-2-85893-496-6, LCCN 00355478, OCLC 42974962, SBN IT\ICCU\UBO\1035261 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  • Slavenka Drakulić, Il letto di Frida, Elliot, Roma 2014, ISBN 978-88-6192-607-3
  • Stefania Bonura, Frida Kahlo. Arte, amore, rivoluzione. Una biografia. NdA Press, Rimini 2014 ISBN 9788889035849.
  • AA.VV., Frida Kahlo - Diego Rivera , l'Art en Fusion , 2013 , Hazan , (Catalogo della Mostra all'Orangerie di Parigi) , ISBN 978-2-7541-0718-1

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