Con l'espressione foto-musica con foto-suoni si designa una particolare tecnica musicale nata verso la fine degli anni novanta, nella quale convergono esperienze di etnomusicologia, bruitismo, musica concreta, musica ambient e, più in genere, musica elettroacustica.

Per i suoi presupposti poetico-filosofici, può essere considerata un genere a sé stante di musica elettroacustica, composta in relazione al contesto per il quale viene pensata e quindi anche agli spazi architettonici e ai suoni che preventivamente li abitano.

Principio basilare della foto-musica è l'utilizzo – sul triplice piano sintattico, semantico e pragmatico – del foto-suono, inteso come estratto del paesaggio sonoro. Ai foto-suoni possono essere combinati sia suoni sintetici sia suoni di strumenti acustici, con particolare attenzione alla voce.

Dal punto di vista applicativo, la foto-musica è stata ed è particolarmente impiegata nel campo delle sonorizzazioni museali, ma risulta impiegata anche nel quadro delle realizzazioni elettroacustiche extra-ambientali.


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