Legio XXV (Cesare)
La legio XXV di Cesare era un'unità militare romana di epoca tardo repubblicana, la cui origine è da collegarsi all'inizio della guerra civile, quando venne costituita da emissari di Gaio Giulio Cesare (inizi del 49 a.C.).[2] È una delle cinque legioni, insieme alle legio XXVII, XXVIII, XXIX e XXX arruolate tra i cittadini italici. Una tra queste sarebbe stata rinominata in seguito Legio Martia.
Legio XXV (di Cesare) | |
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![]() Busto "contemporaneo" di Gaio Giulio Cesare | |
Descrizione generale | |
Attiva | nel 49 a.C.[1][2] |
Tipo | legione di epoca repubblicana. |
Battaglie/guerre |
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Comandanti | |
Degni di nota | Gaio Giulio Cesare Marco Antonio[1] Cesare Ottaviano |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
Lo studioso britannico Lawrence Keppie ritiene che, pur non escludendo altre ipotesi, proprio la XXV legione potrebbe essere identificata con la Legio Martia[3].
Storia
La sua formazione è da collegarsi allo scoppio della guerra civile. Venne formata da emissari di Cesare con cittadini romani inquadrati da esperti soldati delle legioni che avevano combattuto in Gallia.[4]
Questa formazione sembra sia stata costituita interamente da cittadini Marsi che erano considerati valorosi e combattivi guerrieri. Giulio Cesare l'avrebbe ribattezzata Legio Martia, sia per la sua provenienza sia per il coraggio dimostrato in battaglia.[3] Il nome dei Marsi e della loro terra Marsia indica appunto l'appartenenza a Marte Dio della Guerra, nome dato dai Romani a questo popolo, gli italici mai conquistati, l'unico insediamento romano che si affacciava alle terre della Marsia è stato Alba Fucens nel 304/303 a.C.
La legio Martia servì Cesare fino alle idi di marzo.
Dopo la morte del dittatore (15 marzo del 44 a.C.), fu assegnata a Marco Antonio, disertando in seguito per passare dalla parte di Cesare Ottaviano. Nella guerra di Modena la legio Martia si distinse per tenacia e valore nella battaglia di Forum Gallorum; successivamente rimase in gran parte distrutta nell'affondamento delle navi che la stavano trasportando in Grecia per combattere contro i cesaricidi.
Note
- ^ a b c d Gonzalez 2003, p. 425.
- ^ a b Parker 1928, p. 59.
- ^ a b Keppie 2000, p. 71.
- ^ Cesare, De Bello civili, I, 11 e 87; AE 1931, 95; Keppie 1984, pp. 104-105; Parker 1928, p. 59.
Bibliografia
- Fonti antiche
- (LA) Ottaviano Augusto, Res gestae divi Augusti. (testo latino e traduzione inglese ).
- (GRC) Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά), libro V. (traduzione inglese).
- (LA) Cesare, Commentarii de bello Gallico, libri VII-VIII. (testo latino e versione italiana del Progetto Ovidio oppure qui).
- (LA) Cesare, Commentarii de bello civili, libri I-III. (testo latino e versione italiana del Progetto Ovidio).
- (GRC) Plutarco, Vite parallele, Vita di Cesare e Vita di Pompeo. (testo greco e traduzione inglese).
- (LA) Pseudo-Cesare, Bellum Alexandrinum.
- (LA) Svetonio, De vita Caesarum libri VIII, Cesare. (testo latino e traduzione italiana).
- Fonti storiografiche moderne
- T.A.Dodge, Caesar, New York, 1989-1997.
- J.R.Gonzalez, Historia del las legiones romanas, Madrid, 2003.
- L.Keppie, The making of the roman army, Oklahoma, 1998.
- L.Keppie, Legiones and veterans: Roman Army papers 1971-2000, Stuttgart, Franz Steiner, 2000.
- H.Parker, Roman legions, Cambridge, 1928.
- (DE) Lemma Wikisource in tedesco, E.Ritterling, in Paulys Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, vol. I-II, Stoccarda, 1893 segg., col. 1781–Legio.