Granito
Il granito è una delle rocce più abbondanti sulla superficie terrestre; si tratta di una roccia ignea intrusiva felsica, con grana che va da media a grossolana e occasionalmente può presentare megacristalli. Il suo nome deriva dal latino granum (a grani), con chiaro riferimento alla sua struttura olocristallina.
Granito | |
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Categoria | roccia magmatica |
Sottocategoria | Roccia intrusiva |
Composizione chimica | SiO2: 72,04% Al2O3: 14,42% K2O: 4,12% |
Minerali principali | quarzo, feldspati (ortoclasio, sanidino, microclino), plagioclasio (albite) |
Tessitura | faneritica |
Colore | a seconda della provenienza può essere: giallo, rosa, blu scuro, bianco |
Utilizzo | pavimentazioni, rivestimenti |
Affioramento | ![]() |
Varietà | granito sodico, granito charnockitico, leucogranito |
Ambiente di formazione | Zona di subduzione, Cordigliere e catene di collisione continentale. |
Sezioni sottili di granito | |
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Il granito è classificato tramite il diagramma QAPF, nel quale si colloca nel campo delle rocce sovrassature, ossia con contenuti di quarzo compresi tra il 20 e il 60%. Gli altri minerali fondamentali presenti sono i feldspati (ortoclasio, sanidino e microclino) e il plagioclasio (con composizioni più albitiche) e miche (biotite e in alcuni tipi di granito muscovite). Se il plagioclasio è quasi interamente albite il granito prende il nome di granito sodico, se nella roccia è presente anche pirosseno rombico la roccia prende il nome di granito charnockitico. Un'ulteriore varietà di granito sono i leucograniti, nei quali i minerali mafici sono estremamente ridotti. La densità media del granito è di 2,75 g/cm3 con un range che va da 1,74 g/cm3 a 2,80 g/cm3.
Composizione chimica
La composizione media del granito è (in ordine decrescente):[1]
- SiO2 — 72,04%
- Al2O3 — 14,42%
- K2O — 4,12%
- Na2O — 3,69%
- CaO — 1,82%
- FeO — 1,68%
- Fe2O3 — 1,22%
- MgO — 0,71%
- TiO2 — 0,30%
- P2O5 — 0,12%
- MnO — 0,05%
Per ottenere questa composizione si sono analizzati 2485 campioni provenienti da tutto il mondo. La percentuale di SiO2 si riferisce a tutti gli ossidi di silicio presenti (quindi anche quelli presenti nei silicati) e non soltanto al quarzo.
Classificazione
Il granito è una roccia ignea intrusiva, si è quindi formato a seguito del lento raffreddamento di un magma che si è intruso a profondità comprese tra 1,5 e 50 km. Il processo di formazione del granito è comunque tuttora in fase di dibattito ed ha generato varie ipotesi e classificazioni dei graniti.
Classificazione alfabetica
La classificazione alfabetica[2] distingue in:
- I-graniti, derivanti da rocce ignee, quindi metalluminosi-alluminosaturi.
- S-graniti, derivanti da rocce crostali sedimentarie o metamorfiche, sono peralluminosi.
- M-graniti, derivanti da cristallizzazione frazionata del mantello.
- A-graniti, derivanti dall'interazione di un hot spot con la parte inferiore della crosta.
Classificazione di Pitcher
La classificazione di Pitcher (1979) distingue due tipi di associazioni granitiche: l'ercinotipa e l'andinotipa. Ulteriori studi hanno portato a definire tre classi di graniti:
- I-cordigliera o Andinotipi, rappresentati dai graniti delle Ande, caratterizzato da plutonismo di lunga durata, hanno origini calcalcaline
- I-caledoniani, provengono da plutonismo breve e intenso,
- S-ercinotipi, provengono da plutonismo breve e intenso ma si distinguono per l'abbondante presenza di muscovite, minerale presente a causa del loro protolito sedimentario.
Classificazione di Pearce
La classificazione di J.A. Pearce tiene conto della concentrazione degli elementi in tracce. Gli elementi in tracce non influiscono sulle proprietà fisiche del sistema, ma la loro abbondanza è determinata dal loro ripartirsi tra le varie fasi in equilibrio, pertanto sono dei traccianti dei processi di fusioni e cristallizzazione. Si distinguono 4 tipi di formazioni tettoniche in base al contenuto in ppm di Rb, Y, Nb, Ta, Yb:
- VAG, volcanic-arc granite
- Syn-COLG, syncollisional granite
- WPG, withing-plate granite
- ORG, ocean-ridge granite
Origine
L'origine del granito è stata per molti decenni fonte di controversie e accese discussioni. L'ipotesi attualmente più diffusa è quella della genesi per cristallizzazione frazionata. Un'ulteriore ipotesi è quella della genesi per estremo metamorfismo.
Genesi per cristallizzazione frazionata
Secondo questa teoria la formazione del granito va attribuita al lento processo di cristallizzazione frazionata che avviene all'interno della camera magmatica. Tramite questa teoria è quindi possibile spiegare le varie associazioni di rocce che troviamo nei plutoni come vari stadi dell'evoluzione del magma. Le associazioni plutoniche si possono utilmente schematizzare in due categorie principali:
In entrambe le associazioni il granito è comunque un punto di arrivo dell'evoluzione, in quanto rappresenta la roccia più differenziata. Questa evoluzione del magma viene rappresentata ottimamente nel diagramma del sistema granitico, dove tramite un grafico ternario di SiO2, albite e ortoclasio si può seguire il percorso di differenziazione di un magma sovrassaturo.
Genesi per metamorfismo
In opposizione alla genesi per cristallizzazione frazionata alcuni geologi hanno formulato l'ipotesi della genesi per metamorfismo. Questa teoria spiega la formazione del granito grazie al metamorfismo estremo di anfiboliti e granuliti.
Risalita e messa in posto
La risalita dei magmi dalla zona di origine (generalmente l'astenosfera) verso la crosta più superficiale avviene principalmente per contrasto di densità. Il movimento del magma nell'astenosfera può quindi essere efficacemente descritto con un modello di flusso in un ambiente poroso saturato con collasso dell'ambiente attraversato (Turcotte e Ahern, 1979). Al raggiungimento della litosfera il movimento del magma cambia per il comportamento più rigido del mezzo attraversato iniziando quindi a seguire vie preferenziali.
A seconda delle caratteristiche del magma (densità, viscosità, massa e perdita di calore) l'intrusione si fermerà a diverse profondità. Si distinguono quindi epiplutoni, plutoni di altro livello, e cataplutoni ossia plutoni di crosta medio-profonda. La messa in posto può, schematicamente, avvenire in due modi:
- Intrusione forzata, sono intrusioni che esercitano una spinta sulle rocce incassanti deformandole.
- Intrusioni permesse, sono intrusioni che avanzano per collasso delle rocce soprastanti il magma.
Un tipico meccanismo di intrusione permissiva è lo stoping nel quale le rocce incassanti si frammentano al tetto e ai bordi dell'intrusione liberando spazio per la risalita. Lo stoping è chiaramente riconoscibile ai bordi del plutone per la grande presenza di xenoliti.
Distribuzione e uso
Località di ritrovamento dei graniti in Italia
In Italia sono assai diffuse rocce granitiche, localizzate nelle Alpi, in Calabria e in Sardegna. Esse appartengono a due cicli intrusivi distinti, connessi con l'orogenesi ercinica (fine dell'era paleozoica) e con l'orogenesi alpina (nell'era terziaria) e sono spesso associate, nella medesima massa intrusiva, con rocce ignee appartenenti ad altre famiglie (sieniti, dioriti, ecc.)
Le rocce granitiche intruse durante il ciclo dell'orogenesi ercinica sono quelle affioranti su vaste aree in Sardegna e in Corsica, per lo più graniti normali, ma talvolta anfibolici o alcalini, con anfiboli sodici, e inoltre i graniti della Sila, delle Serre calabresi e dell'Aspromonte, e quelli situati prevalentemente nella parte esterna dell'arco alpino (Monte Bianco, Massiccio del San Gottardo, ecc.); spesso questi graniti ercinici mostrano tessiture gneissiche, formate per fenomeni di metamorfismo regionale avvenuti, forse a più riprese, dopo la solidificazione delle rocce.
Un'altra serie di rocce ignee acide, di tipo granitico, si è intrusa durante il ciclo dell'orogenesi alpina (Val Masino, Adamello, Vedrette di Ries, Isola d'Elba). Il granito rosa di Baveno è largamente usato come pietra da costruzione e ornamentale, analogamente al ‘‘ghiandone'’ della Val Masino, a struttura porfirica, di età terziaria. I graniti della bassa Valsesia sono invece di età ercinica. I plutoni dell'Adamello, delle Vedrette di Ries, della Cima d'Asta, di Bressanone nel Trentino-Alto Adige, tutti di età terziaria, sono costituiti in gran parte da adamelliti, granodioriti e tonaliti. Il granito viene spaccato solo in piccole dimensioni perché è una roccia dura, senza stratificazioni, perciò normalmente viene tagliato. Viene usato sovente come pietre per bordature, pietre per selciati, piccole lastre per pavimentazioni e pietre per murature.
Arrampicata
Il granito è una delle rocce maggiormente apprezzate dagli arrampicatori, grazie alla sua grande aderenza e ai suoi sistemi di fratture. Alcune delle località più conosciute per arrampicare sul granito sono: il parco nazionale di Yosemite, lo Joshua Tree National Park, il massiccio del Monte Bianco (soprattutto nel gruppo del Mont Blanc du Tacul, l'Aiguilles du Dru e l'Aiguille du Midi), la Val Masino, la Sardegna (Aggius, Palau), la Corsica e il Karakorum.
Note
Bibliografia
- Le rocce e i loro costituenti - Morbidelli - Ed. Bardi (2005)
- Minerali e Rocce - De Agostini Novara (1962)
- Atlante delle rocce magmatiche e delle loro tessiture - Mackenzie, Donaldson e Guilford - Zanichelli (1990)
- Minerali e Rocce - Corsini e Turi - Enciclopedie Pratiche Sansoni (1965)
- Magmatismo e metamorfismo - C.D'Amico, F. Innocenti, F.P. Sassi - UTET 2001
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su granito
Collegamenti esterni
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