Utente:Yvul/Sandbox

Le faccette estetiche, in odontoiatria, sono faccette di porcellana vetrificata, che vengono applicate sulla superficie dei denti per modificarne aspetto, colore e forma[1], e talvolta anche per trattare deficienze occlusali.[2] La loro applicazione viene eseguita in più sedute: prevede una fase provvisoria, necessita della levigatura degli elementi dentari e richiede anestesia. [1]
Un particolare tipo di faccette sono le faccette estetiche additive o non invasive. Sono gusci in ceramica ultrasottile [3], dello spessore di una lente a contatto (0,3-0,5mm), che vengono applicati sulla superficie esterna del dente. Non necessitano né di levigatura dei denti né di anestesia ed è possibile applicarle tutte in un'unica seduta. [4].
Tipi di ceramica
in base alla struttura
Per le faccette estetiche si utilizzano sia materiali vetrosi puri, sia materiali vetrosi che presentano una certa quantità di cristalli incorporati, sia ceramiche cristalline pure (ovvero vere e proprie ceramiche). Tuttavia in ambito odontoiatrico vengono tutte definite "ceramiche".[5] I vari tipi di ceramica utilizzati possono essere così suddivisi:
- ceramiche a base di ossido di silicio (SiO2)
- ceramiche a base di ossido di alluminio (Al2O3)
- ceramiche a base di ossido di alluminio rinforzate con ossido di Zirconio (ZrO2)
- ceramiche di ossido di alluminio puro
- ceramiche di ossido di zirconio puro
Resistenza e opacità variano a seconda della struttura delle ceramiche e pertanto ceramiche diverse si prestano al trattamento di casi differenti: a una fase cristallina più ampia corrisponde una resistenza maggiore, ma anche anche una maggiore opacità e dunque una resa meno naturale, che tuttavia è da prendere in considerazione in casi come quello in cui vi sia la necessità di coprire denti fortemente scolorati. Le ceramiche a base di ossido di silicio tendono a essere le più trasparenti e fragili, poiché costituite da una fase vetrosa più ampia unita a una cristallina più piccola. Le più opache e resistenti, invece, risultano essere quelle di ossido di alluminio e ossido di zirconio, poiché totalmente cristalline.
in base al metodo di fabbricazione
È possibile suddividere le ceramiche anche in base al metodo di fabbricazione, come rappresentato nella tabella seguente.
Tipo di ceramica | Tecniche di lavorazione | |||
Liquida | Pressa | Macchina | Fusione | |
SiO2 | x | x | x | x |
Al2O3 | x | |||
Al2O3 modificata con vetro | x | |||
Al2O3 infiltrata con vetro | x | x | ||
Al2O3ZrO2 rinforzata | x | x | ||
ZrO2 | x |
Adesione
Per far aderire le faccette ai denti si ricorre a una resina artificiale adesiva in composito ed è necessario che siano affidabili sia i meccanismi di legame fra ceramica e composito sia quelli fra composito e sostanza dentale. Con le resine in uso oggi il substrato per il legame non è limitato al solo smalto, ma può estendersi in parte anche alla dentina nel caso in cui parti della preparazione vi si trovino in contatto, garantendo così una resistenza comparabile con quella dei denti naturali.
L'utilizzo di una resina è necessario per ottenere un buon legame fra superficie dentale e ceramica poiché occorre che il contatto fra tali due substrati sia molto intimo (le loro molecole devono trovarsi a distanza di nanometri). La morfologia superficiale dei due materiali solidi fa infatti sì che vi sia una grossa discrepanza fra area di contatto apparente e area di contatto reale e rende d'obbligo ricorrere a un adesivo in grado di riempire i vuoti che rimangono ed entrare così strettamente in contatto con entrambe le superficie, svolgendo il ruolo di tramite fra l'una e l'altra.
Come adesivo sono utilizzate resine idrofobe, caratterizzate da forte tensione superficiale e individuate mediante la misura dell'angolo di contatto, applicate su superfici perfettamente asciutte.
adesione allo smalto e alla dentina
Lo smalto non trattato non si presta per il legame poiché, oltre a essere ricoperto di una biopellicola che interferirebbe con l'adesione, ha una tensione superficiale molto bassa. Il legame con la dentina risulta ancora più complesso: l'unico permanente ad essere possibile è di tipo micromeccanico. Per affrontare tali problemi si sono messe a punto in odontoiatria conservativa#Adesione specifiche procedure, in cui ricopre un ruolo fondamentale la tecnica della mordenzatura.
adesione alla ceramica
Vantaggi
Al giorno d'oggi l'uso di faccette estetiche in ceramica risulta l'alternativa preferibile nel trattamento di molti casi clinici che in passato avrebbero previsto il ricorso a corone totali e, grazie ai più recenti progressi nella ricerca sull'adesione delle faccette, è possibile impiegarle anche in circostanze critiche che vedono incisivi fratturati e denti non vitali. La reazione tessutale è eccellente: si verificano meno infiammazioni rispetto a quanto accade in presenza di materiali metallici e i margini dalla finitura liscia delle faccette permettono di mantenere più facilmente l'igiene orale. Inoltre, nonostante il loro spessore assai ridotto e la loro conseguente fragilità prima dell'applicazione, una volta fissate sul dente si integrano con la struttura dentale e danno luogo a restauri solidi e duraturi, resistendo dai 18 mesi ai 15 anni. La loro applicazione è minimamente invasiva o, a seconda della tipologia di faccette adottata, del tutto non invasiva, salvaguardando così quanto più possibile i denti originali. L'effetto risultante si rivela infine soddisfacentemente naturale per via delle modalità di assorbimento, riflessione e trasmissione della luce da parte dei materiali ceramici utilizzati, molto simili a quella della struttura dentale. La translucenza propria della ceramica conferisce così luminosità al dente indipendentemente dalla profondità a cui viene applicata, ancor più se fissata con un composito di resina trasparente.[2]
Bibliografia
- H.E. Strassler, D.Nathanson, Clinical evaluation of etched porcelain veneers overa period of 18 to 42 months, J Esthet Dent 1989
- H.E. Strassler and Weiner, Long Term clinical Evaluation of Etched Porcelain Veneers, Journal of Dental Research, 2001
- G. Gürel, La scienza e l'arte delle faccette in ceramica, Milano, Quintessenza Edizioni, 2004
Note
- ^ a b D. Farronato, F. Mangano; S. Pieroni; G. Lo Giudice; R. Briguglio; F. Briguglio, Esthetic integration between ceramic veneers and composite restorations: a case report., in Ann Stomatol (Roma), vol. 3, n. 3-4, luglio 2012, pp. 132-7, PMID 23386935.
- ^ a b G Gürel, La scienza e l'arte delle faccette in ceramica, 2004, pp. 32-36.
- ^ H.E. Strassler, D. Nathanson, "Clinical evaluation of etched porcelain veneers overa period of 18 to 42 months", in J Esthet Dent, 1989.
- ^ H.E. Strassler, Weiner, "Long Term clinical Evaluation of Etched Porcelain Veneers", in Journal of Dental Research, 2001.
- ^ G Gürel, La scienza e l'arte delle faccette in ceramica, 2004, pp. 118-120.
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