Lucio Scribonio Libone (console 34 a.C.)
Lucio Scribonio Libone (latino: Lucius Scribonius Libo; morto nel 34 a.C.) fu un generale e uomo politico della Repubblica Romana, coinvolto nelle guerre civili dalla parte di Gneo Pompeo, suo consuocero.
La prima menzione di Libone lo presenta nel 56 a.C., nel ruolo di tribuno, che sostiene il punto di vista di Pompeo riguardo gli affari d'Egitto concernenti Tolomeo Aulete. Allo scoppio della guerra civile del 49 a.C., Libone si schierò dalla parte di Pompeo, ricevendo il comando dell'Etruria: dovette però allontanarsi dalla regione, a causa della rapida avanzata di Gaio Giulio Cesare che aveva il sostegno delle popolazioni, e si recò a Brundisium, dove era raccolto l'esercito di Pompeo. Qui fu raggiunto da un suo caro amico, Caninio Rebilo, che era stato inviato da Cesare per tentare un abboccamento con Pompeo in vista di una riconciliazione, ma la negoziazione non ebbe risultati rilevanti.
Libone accompagnò Pompeo in Grecia; assieme a Marco Ottavio ricevette il comando delle flotte liburna e achea, agendo come legatus di Marco Calpurnio Bibulo. La loro azione contro la flotta cesariana fu piena di successi: riuscirono a distruggere la flotta di Publio Cornelio Dolabella che stava a guardia della Dalmazia, bloccando e catturando Gaio Antonio, fratello del triunviro, e il suo esercito. Quando poi Bibulo morì, Libone ricevette il comando informale della flotta pompeiana.
Libone compì una azione decisiva contro Marco Antonio, che si trovava a Brundisium con parte dell'esercito di Cesare che doveva ancora attraversare lo stretto d'Otranto per ricongiungersi al grosso delle forze. Con cinquanta navi, Libone tentò di imporre un blocco navale, ma venne respinto; quando poi tentò di approvvigionarsi di acqua, venne respinto dalla cavalleria di Antonio. Fu dunque costretto ad allontanarsi, ma Antonio riuscì a sfuggire alla sua vigilanza e a raggiungere Cesare in Grecia.
Bibliografia
- Smith, William, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, v. 2, p. 780