Bruno Jossa
Bruno Jossa (Portici, 21 settembre 1935) è un economista italiano.
Biografia
Bruno Jossa è stato professore universitario dal settembre 1958 all'ottobre 2011.
Laureato in giurisprudenza a Napoli con dignità di stampa, discutendo una tesi sulla teoria econometrica della domanda, ha avuto il primo incarico di insegnamento all'Università di Pescara per l'anno accademico 1961-62.
Libero docente nella sessione del 1962, è stato dichiarato maturo nel concorso alla cattedra di Economia Politica della Facoltà di Economia e Commercio di Catania bandito nel 1961. 1° ternato, all'età di trent'anni, del concorso alla cattedra di Economia Politica della Facoltà di Economia e Commercio di Genova del 1965, ha insegnato alle Università di Pescara, Messina, Venezia e Napoli.
A Napoli è stato prima titolare della cattedra di Politica Economica della Facoltà di Economia e Commercio, dal 1970 al 1979, poi titolare della cattedra di Economia Politica della Facoltà di Giurisprudenza, dal 1979 al 2007.
Dal novembre 2011 è in pensione, con la qualifica di professore emerito conferitagli dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica.
E' stato tra i fondatori dell' "Associazione italiana per lo studio dei sistemi economici comparati", di cui è stato Presidente per il biennio 1992-93.
Dal 1994 al 2005 è stato Presidente dell'"Associazione per la collaborazione tra gli economisti di lingue neolatine", fondata da Giorgio Fuà.
Dal 1992 al 1995 è stato direttore del Dipartimento di "Scienze Economiche e Sociali" dell'Università di Napoli e dal 2007 al 2010 è stato direttore del Dipartimento di "Teoria Economica e applicazioni". Come responsabile di queste strutture ha organizzato numerosi convegni e conferenze.
Nel 1992 è stato eletto nel Senato Accademico dell'Università di Napoli.
E' stato nel consiglio di amministrazione dell'ISPE del Ministero del Bilancio e della Programmazione e dell' "Associazione nazionale per il progresso del Mezzogiorno" e dal 2001 al 2003 membro del consiglio direttivo dell' "Istituto di Studi sulle Strutture Finanziarie e lo Sviluppo Economico" del CNR.
Dal 2002 al 2004 è stato nel consiglio direttivo della "Società degli Economisti" e dal 2006 è stato nel Collegio dei probiviri della detta Società, per poi essere eletto di nuovo per il triennio 2007-2010.
Nel 2009-2010 è stato Decano dell'Università di Napoli "Federico II", dal marzo al luglio 2010 è stato facente funzione di Rettore della stessa Università e dal luglio al novembre 2010 è stato in quella Università presidente del Polo di scienze umane.
E' stato socio dell'"Accademia Peloritana" e dell' "Accademia Teatina delle scienze" ed attualmente è socio di numerose Società ed Accademie, tra le quali "la Società italiana degli economisti", la "Royal Economic Society", l' "Associazione internazionale degli economisti di lingua neo-latina", e l' '"Accademia di scienze, lettere ed arti" di Napoli.
E' stato referee del Cambridge Journal of Economics, della Rivista italiana degli economisti, di Rewiew of Radical Political Economics, di Studi Economici, di Economia Politica, di Studies in Surplus Economics.
Nel 1991 gli è stato conferito il V premio della Cultura Europea dell'ISTECOR, nel 1998 il Premio "Saint Vincent" e nel 2011 la medaglia d'oro del premio F.S. Nitti dell'Accademia dei Lincei.
Ha tenuto conferenze e partecipato a dibattiti in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Belgio, Portogallo, Cina, Stati Uniti, Canada e in numerose città italiane.
Ha pubblicato undici monografie, tre raccolte di suoi saggi, dieci volumi collettanei, cinque testi di lezioni e circa duecentocinquanta articoli in riviste scientifiche, italiane e straniere.
In campo giornalistico ha collaborato a Il Mattino, Politica ed Economia, Mondo Economico, Rinascita, Il Ponte, Paese Sera, L'Ora, Il Globo, Il Corriere del Mezzogiorno e Il Manifesto.
Il pensiero
Di orientamento marxista, Jossa si è interessato, tra le altre cose, al ruolo delle dinamiche democratiche e solidaristiche dell'economia di mercato, alle rapporto col socialismo, alle alternative democratiche al capitalismo. Jossa ha sottolineato il ruolo della cooperazione il cui scopo viene da lui individuato non nel perseguimento del fine mutualistico, ma nel raggiungimento dell'abolizione della divisione in classi sociali, realizzando il superamento del sistema economico capitalistico attraverso una transizione democratica e non rivoluzionaria al socialismo. (1)
La sua copiosa attività scientifica ha avuto ad oggetto temi di economia monetaria e creditizia, di economia del sottosviluppo e di economia keynesiana (è considerato, tra gli economisti italiani, uno dei più profondi conoscitori del pensiero dell'economista di Cambridge).
Tuttavia, i suoi più importanti contributi, tali da fargli meritare la qualifica di uno dei massimi esperti a livello internazionale, sono di teoria economica del socialismo. La sua vastissima produzione scientifica in merito, infatti, inizia sin dalla metà degli anni '70 ed arriva sino ai giorni nostri, abbracciando, quindi, oltre un quarantennio.
Nel corso del sovracitato periodo, l'economista napoletano ha elaborato un'originalissima teoria detta di un "sistema di imprese cooperative come nuovo modo di produzione", -le quali sono gestite dai lavoratori ed assumono il nome di "imprese democratiche" ovvero anche di "cooperative di produzione"-, che costituisce uno dei rari tentativi volti a proporre una forma di organizzazione economica alternativa al capitalismo, muovendosi nel solco tracciato da autori come Meade (1989), Roemer (1994), Schweickart (2002), che hanno teorizzato, in un recente passato, proposte di matrice socialista.
Jossa, nella sua citata teoria, traccia un sistema produttivo composto in prevalenza da imprese gestite dai lavoratori, in cui la sovranità appartiene agli stessi. I lavoratori, infatti, eleggono periodicamente, secondo il principio "una testa, un voto", gli amministratori (i manager) che gestiscono di fatto e correntemente l'impresa, mentre l'assemblea dei soci viene investita dei fatti di maggiori rilevo quali l'approvazione dei bilanci, la nomina o revoca degli amministratori, i piani strategici e i piani di natura straordinaria. Secondo l'economista napoletano, e ciò è un aspetto di rilevante importanza, per poter ben funzionare, essere efficienti debbono avere un finanziamento esclusivamente esterno, ad opera di terzi. I soci, infatti, non devono apportare capitale di rischio , anche se comunque, parimenti ai finanziatori terzi, possono prestare capitali all'impresa, restando, quindi, titolari di un diritto di credito. In tal modo, il salario viene completamente abolito ed i soci vengono retribuiti con il surplus costituito dalla differenza tra ricavi e costi di gestione. Negli ultimi, ovviamente, restano inclusi gli interessi pagati ai creditori sul capitale preso in prestito. Il residuo per i soci è così costituito, di fatto, dai redditi da lavoro e dal profitto. L'esclusione dell'autofinanziamento è necessaria per distinguere in modo costante il patrimonio dell'impresa da quello dei soci e per tenere separati i redditi di capitale da quelli da lavoro ed, eventualmente, da profitto. Nel momento in cui i soci escono dall'impresa conservano il diritto al rimborso di loro eventuali crediti non rimborsati, ma non possono avanzare alcuna pretesa su eventuali residue plusvalenze dell'impresa.
In questo tipo di imprese avviene un vero e proprio capovolgimento del rapporto capitale-lavoro tipico del capitalismo. Mentre nel capitalismo, infatti, il capitale assume lavoro, lo remunera con il salario, pagandogli, quindi, un reddito fisso e, alla fine del processo produttivo, si appropria del "residuo" ovvero della differenza che si viene così a determinare tra ricavi e costi di gestione e che è costituito dal profitto, in un sistema d'imprese cooperative di produzione, differentemente, è il lavoro che assume il capitale, lo remunera anticipatamente pagandogli l'interesse e, fatto ciò, si appropria del residuo o sovrappiù che viene così a determinarsi con la differenza tra ricavi e costi di gestione. Il capovolgimento del rapporto capitale-lavoro, quindi, sta sia nel fatto che nel capitalismo le decisioni sono prese dai capitalisti, mentre nell'autogestione le decisioni sono prese dai lavoratori sia (per conseguenza) nel fatto che nel capitalismo i lavoratori hanno un reddito fisso e i capitalisti hanno un reddito variabile, mentre in un sistema di imprese gestite dai lavoratori i capitalisti hanno un reddito fisso e i lavoratori hanno un reddito variabile e si assumono così la responsabilità delle decisioni che prendono.
Secondo l'economista napoletano un'economia del genere, in virtù del citato capovolgimento dl rapporto capitale-lavoro, non è assolutamente da considerarsi capitalistica, perché, anzi, pone la classe lavoratrice in una posizione di assoluta preminenza rispetto a quella capitalistica, togliendo ogni potere ai capitalisti. Inoltre, detto sistema realizza una forma di autentico socialismo perché il lavoro salariato, che è caratteristica tipica del capitalismo, viene completamente abolito. Esso è da considerarsi, però, una forma di socialismo di mercato, in quanto le imprese democratiche operano secondo le regole del mercato, in regime di concorrenza. Jossa sostiene che detto sistema sarebbe assolutamente in linea con il pensiero di Marx, quantomeno perché elimina quella che il pensatore di Treviri riteneva fosse una delle principali contraddizioni dell'economia capitalistica ossia la soggezione del lavoro al capitale, potendo considerarsi costituire una possibile fase di transizione verso il comunismo.
Opere
Oltre agli articoli scientifici, Jossa è autore o curatore di numerosi volumi, tra saggi, monografie, raccolte di saggi.
- Interesse, moneta e credito, Napoli, E. Jovene, 1960.
- Presentazione all'ed. italiana di George Barclay Richardson, Informazioni economiche e decisioni d'impresa, Milano, Etas Kompass, 1964.
- Analisi economica del progresso tecnico: primi elementi di una teoria neoclassica, Milano, Antonino Giuffrè editore, 1966
- (curatore), Economia del sottosviluppo, Bologna, il Mulino, 1973.
- Socialismo e mercato: contributi alla teoria economica del socialismo, Milano, ETAS libri, 1978.
- Economia keynesiana: una introduzione alla macroeconomia, Milano, Etas libri, 1980.
- curatore, con Augusto Graziani e Cesare Imbriani, Studi di economia keynesiana, Napoli, Liguori editore, 1981.
- (curatore), Autogestione, cooperazione e partecipazione agli utili, Bologna, il Mulino, 1988
- curatore, con Carlo Panico, Teorie monetarie e banche centrali, Napoli, Liguori editore, 1988.
- Teoria dei sistemi economici, Torino, UTET, 1989.
- con Adriano Nardi, Lezioni di macroeconomia, Bologna, Il mulino, 1992.
- con Mario Centorrino, Macroeconomia, Padova, CEDAM, 2a ed., 1993 (1a ed.: 1988; rist. riv. e ampliata: 1991)
- (curatore) Il neoliberismo. Teoria e politica economica (contributi di Augusto Graziani, Giorgio Lunghini, Ignazio Musu, Mario Amendola, Adriano Nardi, Lorenzo Rampa, Alessandro Roncaglia, Mario Tonveronachi), Milano, FrancoAngeli, 1994.
- con Marco Musella, Macroeconomia: teorie per la politica economica, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1997.
- con Ugo Pagano, Economie di mercato ed efficienza dei diritti di proprietà, G. Giappichelli Editore, 1997.
- (EN) con Gaetano Cuomo, The Economic Theory of Socialism and the Labour Managed Firm: Markets, Socialism, and Labour Management, Edward Elgar Publishing, 1997 ISBN 1858984319.
- con Vincenzo Buonocore, Organizzazioni economiche non capitalistiche, Il Mulino, 2003.
- Mercato, socialismo e autogestione, Roma, Carocci Editore, 1998.
- con Salvatore Vinci, Sviluppo, investimenti e occupazione nel quadro dell'integrazione europea, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1998.
- (EN) con Marco Musella, Inflation, Unemployment and Money. Interpretations of the Phillips Curve, Edward Elgar Publishing, 1998 ISBN 1858984572.
- La moneta unica europea: argomenti pro e contro, Roma, Carocci, 1999.
- Microeconomia in breve, Giappichelli, 2000 ISBN 883480533X
- (EN) con Marco Musella, The Economics of Unemployment in Europe: Neoclassical, Keynesian and Structuralist Interpretations, Edward Elgar, 2003 ISBN 9781840648409.
- (curatore), Il futuro del capitalismo, il Mulino, 2004.
- Macroeconomia elementare, CEDAM, 2005 ISBN 9788813260392.
- con Gaetano Cuomo, La teoria economica del socialismo e l'impresa autogestita. Mercati, socialismo e autogestione, G. Giappichelli Editore, 2000.
- La teoria economica delle cooperative di produzione e la possibile fine del capitalismo, 2 voll., Torino, G. Giappichelli Editore, 2005.
- con Mario Centorrino, Macroeconomia, Padova, CEDAM, 4a ed., 2005
- Esiste un’alternativa al capitalismo? L’impresa democratica e l’attualità del marxismo, Roma, manifestolibri, 2010.
- Il marxismo e le sfide della globalizzazione, manifestolibri, 2012 ISBN 9788872855690.
- Cooperativismo, capitalismo e socialismo. Una nuova stella polare per la sinistra, Novalogos, 2013 ISBN 9788897339090.
- (EN) Producer Cooperatives as a New Mode of Production, Routledge Frontiers of Political Economy, Routledge, 2014 ISBN 978-0-415-71988-9
- Un socialismo possibile- Una nuova visione del marxismo, Bologna, il Mulino, 2015.
Note
(1) Stefano Zamagni, Cooperazione, Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Economia (2012), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani