Omicidio di Yara Gambirasio

caso di omicidio avvenuto nel 2010

L'omicidio di Yara Gambirasio è un caso di cronaca nera che ha visto vittima una ragazza tredicenne di Brembate di Sopra (BG), scomparsa il 26 novembre 2010[1].

Il caso ha assunto una grande rilevanza mediatica, oltre che per la giovane età della vittima, per l'efferatezza del crimine e per diversi avvenimenti nel corso delle indagini, come l'arresto e il successivo proscioglimento di un primo sospettato, le circostanze del ritrovamento del corpo e le complesse modalità per l'individuazione dell'omicida. Il relativo procedimento giudiziario si è concluso in primo grado il 1° luglio 2016 con la sentenza di ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti, riconosciuto come unico colpevole[2][3].

I fatti

La scomparsa

Venerdì 26 novembre 2010. Alle 18:44 Yara lascia da sola il Centro Sportivo di Brembate di Sopra dove si allena in ginnastica ritmica. La sua casa dista 700 metri, ma la ragazza non vi arriverà mai, poiché le sue tracce vengono perse poco dopo. Alle 18:47 il suo telefonino viene agganciato dalla cella di Mapello, a tre chilometri da Brembate, dopodiché il segnale scompare.[4]

Mohammed Fikri

Il 5 dicembre viene fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri e indagato l'operaio marocchino Mohammed Fikri, che lavora in un cantiere edile di Mapello, dove i cani molecolari sembrano aver rilevato l'ultima traccia di Yara. L'operaio è incriminato per un'intercettazione telefonica ambientale nella sua lingua, rivelatasi poi priva di valore a causa di una traduzione errata. L'immigrato risulterà del tutto estraneo alla vicenda e riuscirà a dimostrare che il suo viaggio in Marocco era stato programmato da tempo; la sua posizione verrà così archiviata.[5]

Ritrovamento del corpo

Il corpo di Yara viene ritrovato casualmente solo tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, da un aeromodellista in un campo aperto a Chignolo d'Isola, distante 10 chilometri circa da Brembate di Sopra in direzione sud-ovest. Vengono rilevati numerosi colpi di spranga sul corpo, un trauma cranico (inferto probabilmente con un sasso), una profonda ferita al collo e almeno sei ferite da arma da taglio sul corpo, tuttavia non letali. Nei mesi seguenti si ipotizza che la morte sia sopraggiunta in un momento successivo all'aggressione, a causa del freddo e dell'indebolimento dovuto alle lesioni. Sul corpo non appaiono segni di violenza carnale.

Il 28 maggio si svolgono i funerali nel centro sportivo, seguiti da migliaia di persone e celebrati dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Viene anche letto un messaggio del presidente della Repubblica[6].

Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano ipotizza nel frattempo un possibile coinvoglimento della criminalità organizzata e del traffico di cocaina nei cantieri edili del bergamasco, ma la pista si rivela infondata. Saviano afferma che il padre di Yara, il geometra Fulvio Gambirasio, avesse testimoniato contro imprenditori collusi con la camorra e che il rapimento (degenerato in delitto) fosse una ritorsione malavitosa, ma la circostanza è smentita.[7] Le indagini sono poi proseguite a fondo, senza però dare nuovi sviluppi per oltre tre anni per carenza di indizi.

"Ignoto 1" e l'arresto di Massimo Bossetti

Il 16 giugno 2014 viene arrestato Massimo Giuseppe Bossetti, un muratore incensurato di 44 anni. A lui si è arrivati per la sovrapponibilità del suo DNA con quello di "Ignoto 1", rilevato sugli indumenti intimi di Yara e ritenuto dall'accusa riconducibile all'assassino. Tale DNA era risultato correlato con quello di un frequentatore di una vicina discoteca (persona estranea ai fatti e fra i tanti sottoposti a prelievo del DNA in un'indagine "screening"), dal quale, tramite l'esame di vari soggetti del ramo familiare con profilo genetico via via più strettamente correlato, si era risaliti a Giuseppe Guerinoni, autista di Gorno deceduto nel 1999[8], identificato come padre di "Ignoto 1". Solo dopo molti tentativi, con l'aiuto della confidenza di un collega dell'autista a proposito di una sua relazione risalente a molti anni addietro, si è riusciti a individuare anche la persona con DNA compatibile con la madre di Ignoto 1, abitante in un paese vicino. Sulla base di alcuni indizi, a uno dei due figli della donna, Massimo Bossetti, viene prelevato con uno stratagemma il DNA, che l'accusa, con la certezza virtuale propria della prova genetica, individua come corrispondente a quello di "Ignoto 1"[9]. Altro elemento portato dall'accusa è il fatto che Bossetti avrebbe stazionato e sarebbe passato ripetutamente con il proprio furgone davanti alla palestra di Yara, nella strada visibile nelle telecamere di sorveglianza. Tuttavia, per ammissione del colonnello del R.I.S. Lago, il filmato diffuso dallo stesso R.I.S. sarebbe stato montato a uso della stampa partendo da immagini diverse e, come dichiarato da subito, non è certo che mostri sempre lo stesso automezzo.[10]

La difesa contesta la prova genetica per la mancanza di DNA mitocondriale nel campione esaminato, che normalmente sarebbe sempre associato a quello nucleare. Inoltre tale tipo di DNA è presente sugli indumenti di Yara ed è riferibile a più individui, ma non a Bossetti; la procura sostiene che ciò sia effetto di contaminazione, affermando la validità del test anche se relativo al solo DNA nucleare. Bossetti sostiene il trasferimento accidentale di DNA da alcuni attrezzi rubatigli, sporchi del suo sangue a causa di epistassi, di cui soffrirebbe regolarmente. La moglie di Bossetti afferma che il marito era con lei a casa la sera del delitto[11], mentre la sorella gemella denuncia misteriose aggressioni, che per la procura sono infondate.[12][13]

Il processo

Il 28 febbraio 2015 vengono chiuse le indagini e per Bossetti, che resta l'unico indagato, viene chiesto il rinvio a giudizio. La difesa ne chiede invece la scarcerazione, valutando poi l'opportunità del rito abbreviato, sostenendo che tra i numerosi reperti di DNA presenti sul corpo sarebbe stata ritrovata una traccia più chiara di quella di Bossetti, relativa a un individuo definito dagli avvocati "Ignoto 2"[14]. Inoltre, sostenuta dal criminologo Alessandro Meluzzi, proprio consulente di parte, la difesa contesta il processo di identificazione di Bossetti con Ignoto1 in quanto il DNA sarebbe contaminato[15][16][17][18]. Chiede anche un'indagine sugli intestatari dei numeri di telefono presenti nella SIM del cellulare di Yara, molti dei quali sono stati sentiti dagli investigatori[19]. Gli avvocati contestano anche la presunta non ripetibilità del test del DNA, effettuato senza la presenza della difesa[20]; tuttavia nel momento della determinazione del profilo genetico di Ignoto 1 Bossetti non era noto alla polizia né tantomeno indagato. Il 27 aprile 2015 si apre con l'udienza preliminare davanti al GUP del tribunale di Bergamo il processo di primo grado, con l'accusa di omicidio volontario aggravato e calunnia nei confronti di un collega. Il GUP decide l'apertura del processo davanti alla Corte d'Assise per il 3 luglio 2015 [21]. La difesa di Bossetti convoca ben 711 testimoni, sostenendo che Yara sia rimasta vittima di bullismo[22].

Il 1 luglio 2016 la Corte d'Assise di Bergamo condanna Massimo Bossetti all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. La Corte riconosce inoltre l'aggravante della crudeltà e revoca a Bossetti la patria potestà sui suoi tre figli; non viene invece accolta la richiesta del Pubblico Ministero, che aveva chiesto per l'imputato anche l'isolamento diurno per sei mesi. La Corte dispone risarcimenti pari a 1 300 000 euro, di cui 400 000 euro per ogni genitore di Yara, 150 000 per ogni fratello di Yara e 18 000 euro per gli avvocati. Bossetti viene invece assolto dall'accusa di calunnia.[23]

La difesa ha annunciato ricorso in Appello.

Note

  1. ^ Il fatto quotidiano, su ilfattoquotidiano.it, 16 giugno 2014.
  2. ^ http://www.ilpost.it/2016/07/01/sentenza-yara-gambirasio/
  3. ^ http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/01/yara-gambirasio-massimo-bossetti-condannato-allergastolo/2876118/
  4. ^ Ansa, su ansa.it.
  5. ^ EcodiBergamo, su bergamo.corriere.it.
  6. ^ laRepubblica, su repubblica.it.
  7. ^ Yara e il «legame con la Lopav». Per Saviano chiesta l’archiviazione, l'Eco di Bergamo
  8. ^ Nicholas Farrel, The Murder Mystery Solved by DNA From the Back of a Postage Stamp, Newsweek, 10 Novembre 2014
  9. ^ In Search for Killer, Elisabetta Povoledo, DNA Sweep Exposes Intimate Family Secrets in Italy, New York Times 26 Luglio 2014
  10. ^ Processi da chiudere per inquinamento mediatico
  11. ^ Yara, la moglie di Bossetti: "Massimo la sera del delitto era con me"
  12. ^ Yara, la Procura smentisce la sorella di Bossetti: "Non ha mai subito aggressioni"
  13. ^ Yara, la lettera anonima: "l'assassino è un muratore polacco"
  14. ^ Yara, sugli indumenti c'è un altro Dna
  15. ^ Meluzzi: «Bossetti depresso» I giudici: non c’è alcun riscontro, in Corriere della Sera, 29 luglio 2015.
  16. ^ Alesandro Meluzzi, docente di genetica del comportamento, difende Bossetti. «Il DNA su Yara? Non ha nulla di scientifico. Su una rivista specializzata non sarebbe mai uscito», Il Garantista, 30 gennaio 2015
  17. ^ Yara, il professor Meluzzi: "Bossetti colpevole? La prova regina non c'è, il DNA è contaminato. La scienza non è una fede"
  18. ^ «Il DNA mitocondriale non può essere scomparso»
  19. ^ Yara, "L'assassino potrebbe essere un parente"
  20. ^ Yara, il test del dna può essere rifatto nel processo. La Procura: "Possibile il rito immediato", in la Repubblica, 23 giugno 2014.
  21. ^ Omicidio Yara, Bossetti rinviato a giudizio
  22. ^ I legali di Massimo Bossetti: "Yara è stata uccisa da un branco di ragazzi"
  23. ^ Omicidio Yara, Bossetti condannato all'ergastolo, su milano.repubblica.it, 1º luglio 2016. URL consultato il 2 luglio 2016.

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