Esercito Italiano
L'Esercito Italiano (EI) è la componente principale e più antica delle quattro forze armate italiane, delle quali fa parte assieme alla Marina Militare, all'Aeronautica Militare e all'Arma dei Carabinieri[2], tutte dipendenti dal capo di stato maggiore della difesa ed inserite nel Ministero della Difesa.
Nato come Regio Esercito nel 1861 in occasione dell'unità d'Italia dal nucleo della armata sarda, assunse la denominazione attuale dopo la nascita della Repubblica Italiana avvenuta nel 1946. Terminata la fase di transizione del secondo dopoguerra, periodo durante il quale alcune unità erano ancora sotto il controllo Alleato, l'ingresso dell'Italia nella NATO comportò per l'Esercito una riorganizzazione e un ammodernamento in funzione di contrasto a un'eventuale azione militare da parte delle forze del Patto di Varsavia. I mutevoli scenari a livello internazionale hanno fatto sì che l'Esercito Italiano partecipasse inoltre a varie missioni di pace sotto egida ONU o NATO, quale ad esempio la missione Ibis in Somalia cominciata nel 1992 nell'ambito della missione UNITAF o l'UNMIBH in Bosnia ed Erzegovina, durata dal 1995 al 2002.
Con l'avvento del XXI secolo l'Arma dei Carabinieri che prima faceva parte dell'esercito, è divenuta arma autonoma; l'emanazione poi della legge 23 agosto 2004, n. 226 ha determinato la sospensione alle chiamate del servizio militare obbligatorio a partire dal 2005 accanto ad un processo di riforma generale accompagnato da una progressiva riduzione di effettivi.
Storia
Dal Regio Esercito alla Repubblica
Subito dopo l'unità d'Italia nell 1861, venne costituito il Regio Esercito italiano, che nacque dalla fusione dell'"Armata Sarda" con gli altri eserciti operativi nei vari stati preunitari italiani; la denominazione venne stabilita il 4 maggio 1861, con decreto (nota n. 76 del 4 maggio 1861) del ministro della guerra Manfredo Fanti.[3]
Da allora il Regio Esercito ha partecipato alla terza guerra di indipendenza, alle campagne coloniali, alla prima e alla seconda guerra mondiale, prima dalla parte dell'Asse e dopo l'8 settembre 1943 dalla parte degli Alleati.
L'esercito repubblicano nacque dopo la proclamazione della Repubblica il 2 giugno 1946. La sua base consisteva nel Corpo Italiano di Liberazione, che aveva partecipato alla campagna d'Italia al fianco della forze Alleate contribuendo alla liberazione del territorio nazionale. Dopo la cessazione delle ostilità la Missione Militare Alleata il 14 novembre 1945 stabilì le norme alle quali il nuovo esercito, detto "di transizione", doveva attenersi.[4] La struttura doveva rimanere quella stabilita fino alla firma del trattato di pace. I cinque Gruppi di Combattimento che erano stati costituiti via via che le forze Alleate avanzavano divennero altrettante divisioni binarie, cioè formate da due reggimenti (solo di fanteria):[4] Divisione di fanteria "Friuli", "Cremona", "Legnano", "Folgore" e "Mantova".
A queste si aggiungevano tre divisioni di sicurezza interna, la "Aosta", la "Reggio (originariamente "Sabauda") e la "Calabria" cui si aggiungevano altri dieci reggimenti di cui tre alpini, portando la forza complessiva di quelle che venivano denominate "forze mobili e locali" a 90 000 uomini.[4]
Altre componenti dell'esercito di transizione erano l'Organizzazione Centrale e undici comandi militari territoriali che dovevano sostituire le funzioni dei preesistenti comandi di corpo d'armata in tempo di pace, per complessivi 9.000 uomini; l'amministrazione, comprendente le unità dei servizi con altri 31.000 uomini; la componente detta "Addestramento e complementi" che raggruppava il Centro Addestramento Complementi di Cesano e le scuole militari, per complessivi 10.000 uomini, che portavano il totale a 140.000 uomini.[4] Alcuni reparti, consistenti in una divisione, sei raggruppamenti e due gruppi di battaglioni (equivalenti a reggimenti) rimanevano ancora sotto il comando Alleato.[4]
L'organizzazione addestrativa di base era affidata ai comandi militari territoriali, attraverso i Centri Addestramento Reclute (CAR), con un organico a livello di reggimento, mentre l'addestramento avanzato veniva svolto dalle scuole militari. Inoltre ai comandi territoriali veniva assegnato un reggimento operativo in modo da garantire una presenza diffusa sul territorio, tranne in Sicilia nella quale i compiti di vigilanza vennero assegnati a due divisioni di sicurezza,[4] visti i problemi legati alle tendenze separatiste dell'isola.
Nel 1946 le tre divisioni per la sicurezza interna vennero trasformate in unità operative, con l'aggiunta di un gruppo di artiglieria ed un gruppo squadroni di cavalleria blindata (con cingolette CV35) della ricostituita arma di Cavalleria, e questa fu la struttura definitiva dell'Esercito di Transizione alla firma del trattato di Parigi nel 1947.[4]
Gli anni cinquanta
Dopo la fase di transizione, con l'accettazione dell'Italia nella NATO, le forze armate vengono rinforzate e riarmate, con un consistente concorso degli Stati Uniti d'America in termini di mezzi; la dottrina di impiego e l'addestramento vengono uniformati agli standard dell'alleanza, e vengono tenute regolarmente esercitazioni congiunte. La consistenza dei reparti operativi cresce fino a raggiungere dieci divisioni di fanteria e tre corazzate ("Ariete", "Centauro" e "Pozzuolo del Friuli") cui si aggiungevano cinque brigate alpine.[5] Nel 1954 la struttura di comando fu organizzata su due armate e cinque corpi d'armata, cui si aggiungeva il "Corpo per la sicurezza della Somalia", paese affidato all'Italia per mandato fiduciario dalle Nazioni Unite fino al 1956; di conseguenza, il corpo venne sciolto nello stesso anno.[5]
Con il concretizzarsi della minaccia di invasione da parte del Patto di Varsavia viene definita dalla NATO la dottrina di difesa avanzata, che in Italia portò alla denominazione della "soglia di Gorizia" come linea di difesa alla quale doveva essere idealmente fermata l'eventuale invasione e al miglioramento ed estensione del Vallo Alpino, sistema di fortificazioni inizialmente concepito sotto il fascismo per contrastare una minaccia proveniente dalla Germania e successivamente ripristinato dall'inizio degli anni cinquanta fino al 1992, sotto il presidio di reparti appositamente dedicati allo scopo: Alpini d'Arresto e Fanti d'Arresto.[6] Nacque la III Brigata missili che, dotata di missili "Honest John" prima (trentadue lanciatori[7]) e "Lance" poi, acquisì la capacità di lancio di testate tattiche nucleari.
Gli anni ottanta-novanta e le missioni internazionali
Con l'inizio degli anni ottanta l'esercito ha affrontato, dal 1980 al 1982, la sua prima missione armata (cioè non limitata alla sola presenza di osservatori) all'estero, la Missione Italcon, durante la guerra in Libano come forza di pace. Durante la missione, effettuata congiuntamente con forze di altri paesi NATO tra i quali Stati Uniti e Francia, il contingente ha guadagnato la fiducia delle parti contrapposte, riuscendo a non essere vittima di disastrosi attacchi che invece colpirono le altre forze multinazionali e perdendo alla fine un solo uomo a causa dell'esplosione di una mina.[8]
La caduta del muro di Berlino e il dissolvimento del Patto di Varsavia diedero una nuova dimensione alle forze armate italiane, non più in funzione esclusivamente difensiva ma anche e soprattutto in supporto alle iniziative di peacekeeping (come viene denominata internazionalmente una operazione di mantenimento della pace). L'esercito venne infatti schierato nella missione ONU in Namibia (UNTAG, 1989-1990), in Albania e Kurdistan nel 1991, e in Somalia con l'operazione IBIS dal 1992 al 1994, operando nell'ambito dell'UNITAF,una delle operazioni più complesse in teatro estero dalla fine della seconda guerra mondiale. Il contingente italiano nello svolgere il suo lavoro, sul campo somalo subì un'imboscata che causò la morte di alcuni soldati (battaglia del pastificio). Seguirono la missione ONU in Mozambico (1993-1995, ONUMOZ) e quelle in Bosnia ed Erzegovina (1995-2002, UNMIBH), Timor Est (1999-2000, UNAMET) e Kosovo (1999, UNMIK).[9]
Gli anni 2000 e la fine della leva
A partire dagli anni novanta del XX secolo l'esercito italiano cominciò ad attraversare una serie di trasformazioni come l'istituzione del ruolo dei volontari in ferma breve (VFB) prima[10] e dei volontari in ferma annuale (VFA) poi.[11]
Nel 2000 si ebbe poi la separazione funzionale dell'Arma dei Carabinieri dall'esercito, venendo ad essere forza armata autonoma[12], cessando di essere una specialità dell'esercito, pur mantenendo temporaneamente la tradizionale provenienza del suo Generale comandante dalle fila dell'Esercito, cioè dal personale proveniente dai corsi normali dell'Accademia militare di Modena.
Con la legge Martino e la sospensione delle chiamata al servizio militare in Italia,[13] venne avviata un notevole fase di ristrutturazione e ottimizzazione delle risorse soprattutto umane (la forza operativa passa in pochi anni da oltre 230.000 a circa 102.000) ne è discesa una concezione delle Forze armate e una razionalizzazione del loro impiego completamente nuove e molto più agili.[14]
Personale
Personale dell'Esercito Italiano per il 2014 | |||||
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Categorie | totale | Ruoli | |||
Ufficiali | 12.235 | ||||
Sottufficiali | 16.235 | Marescialli | |||
Sergenti | 7.842 | ||||
Graduati | 37.161 | ||||
Truppa | 28.672 | VFP4 / VFP1 | |||
Allievi | 850 | ||||
Totale | 102.995 |
Gradi e qualifiche
La gerarchia militare italiana è disciplinata dal d.lgs. 15 marzo 2010, in particolare sono previsti:[15]
- Ufficiali generali
- Ufficiali superiori
- Ufficiali inferiori
- Sottufficiali
- Sergenti
- Graduati
- Truppa
Struttura e organizzazione
Lo stato maggiore
Lo stato maggiore dell'Esercito (SME), con sede a Roma, è l'organismo deputato alla definizione delle politiche di Forza Armata ed è la struttura al vertice del comando dell'Esercito Italiano.[16]
Per l'attività di comando e controllo sulle unità dell'Esercito, il capo di stato maggiore dell'Esercito italiano,[17], coadiuvato da un sottocapo di stato maggiore, si avvale di cinque alti comandi[18] retti da cinque generali di corpo d'armata e da un Ispettorato diretto da un tenente generale.
Le aree di vertice
Questi sei enti assieme allo SME formano nel loro insieme le cosiddette aree di vertice:[19]
- Comando delle forze operative terrestri[20] o COMFOTER, acquartierato a Verona.[21] È responsabile del governo delle unità di manovra, pedine operative dell'Esercito;
- Comando militare della Capitale con sede a Roma,[22] Coordina le attività legate al Reclutamento, alle Forze di Completamento e alla Promozione e Pubblica Informazione sul territorio nazionale.;
- Comandi logistici dell'esercito[23][24] da cui dipendono, sul piano tecnico-funzionale, le unità della logistica di sostegno e della logistica di aderenza;
- Comando per la formazione, specializzazione e dottrina (COMFORDOT) di Roma, si occupa della formazione, specializzazione e dottrina di tutto il personale militare dell'Esercito;[25]
- Ispettorato delle infrastrutture: presiede gerarchicamente gli enti del Servizio dei Lavori e del Demanio,[26] che sul piano amministrativo e tecnico-funzionale ricevono le istruzioni dalla Direzione Generale dei Lavori e del Demanio, parte del Segretariato Generale della Difesa (SEGREDIFE).
Le Forze operative terrestri
Reparti sotto organico del COMFOTER :[20]
- NATO Rapid Deployable Corps - Italy[27] (NRDC-ITA, comando di corpo d'armata di reazione rapida) di Solbiate Olona,[28]
- Comando truppe alpine (COMALP) di Bolzano;
- Divisione "Friuli" di Firenze;
- Brigata Paracadutisti "Folgore" di Livorno;
- 2º Comando delle forze di difesa (2° FOD) di San Giorgio a Cremano;[29]
- Comando trasmissioni ed informazioni di Anzio;
- Comando aviazione dell'Esercito di Viterbo;[30]
- Comando artiglieria dell'Esercito Italiano di Bracciano
- Comando artiglieria contraerei di Sabaudia
- Comando genio di Roma
- Comando Forze di Difesa Interregionale Nord (COMFODIN) di Padova
Il "Comando truppe alpine" o COMALP (o anche T.A.) è dislocato nella città di Bolzano ed inquadra le Brigate alpine, il Centro addestramento alpini ed i reparti di supporto. Erede del 4º Corpo d'armata alpino, oggi è costituito dai seguenti reparti:[31]
Divisione Friuli
La Divisione Friuli, erede del 1° FOD ed ancora prima del 5º Corpo d'armata, è costituita dai seguenti reparti:
Reparto | Sede | Unità dipendenti |
---|---|---|
Reparto comando e supporto logistico "Friuli" | Firenze | Compagnia Comando
Compagnia Trasmissioni Compagnia Servizi |
132ª Brigata Corazzata "Ariete" | Pordenone |
|
Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli"
|
Gorizia | |
Brigata Aeromobile "Friuli" | Bologna |
COMFOD 2
Il "2º Comando delle forze di difesa" o COMFOD 2 (o anche 2º FOD) è dislocato a San Giorgio a Cremano (Città metropolitana di Napoli).
COMFOD 2 inquadra le seguenti unità:[32]
CoTIE
Al "Comando trasmissioni ed informazioni dell'Esercito", anche detto "CoTIE", sono affidati il controllo e la gestione delle comunicazioni della Forza armata. Ha sede nella città di Anzio (Roma) e si articola nelle seguenti unità:[37]
Comando trasmissioni ed informazioni dell'Esercito (Anzio) | |||||
Reparto | Sede | Unità dipendenti | |||
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Brigata trasmissioni | Anzio | ||||
Brigata RISTA - EW | Anzio | ||||
Scuola delle trasmissioni e informatica | Roma | ||||
Reparti ausiliari |
NRDC-ITA
Il Corpo d'armata di reazione rapida/NATO Rapid Deployable Corps - Italy (NRDC-ITA) si trova nella città di Solbiate Olona (provincia di Varese). È costituito da un comando alimentato con personale multinazionale e da una Brigata di supporto che inquadra solamente soldati italiani. Inoltre altri reparti sono a disposzione per un rapido intervento. È al comando di un generale di corpo d'armata.
NATO Rapid Deployable Corps - Italy (Solbiate Olona) | |||||
Reparto | Sede | Unità dipendenti | |||
---|---|---|---|---|---|
Brigata di supporto al NATO Rapid Deployable Corps - Italy | Solbiate Olona |
Aviazione dell'Esercito
Il "Comando aviazione dell'Esercito" (AVES) si trova nella città di Viterbo. Comprende sia reparti operativi che di supporto.[38]
Comando aviazione dell'Esercito | |||||
Reparto | Sede | Unità dipendenti | |||
---|---|---|---|---|---|
Centro addestrativo aviazione dell'Esercito | Viterbo | ||||
Brigata AVES | Viterbo | ||||
Comando Sostegno AVES | Viterbo |
Altre unità
COMFORDOT
Il Comando per la formazione, specializzazione e dottrina dell'Esercito si trova alla città militare della Cecchignola a Roma. Il nuovo comando è così configurato:[39]
Comando per la formazione, specializzazione e dottrina dell'Esercito (Roma) | |||||
Reparto | Sede | Unità dipendenti | |||
---|---|---|---|---|---|
Comando per la formazione e Scuola di applicazione | Torino | ||||
Centro di Simulazione e Validazione dell'Esercito | Civitavecchia | ||||
Comandante per la specializzazione |
Corpi ausiliari
Uniformi
Armi
Di seguito sono elencate le armi in dotazione ai Reparti dell'Esercito[41]
Tipo | Arma | Calibro |
---|---|---|
Baionetta | ||
Pistola | 9 x 19 mm Parabellum | |
Pistola mitragliatrice / mitra | 9 × 19 mm Parabellum | |
Fucile d'assalto | 5,56 × 45 mm NATO | |
Fucile a canna liscia | Calibro 12 | |
Mitragliatrice leggera | 5,56 × 45 mm NATO | |
Mitragliatrice media | 7,62 × 51 mm NATO | |
Mitragliatrice pesante | 12,7 × 99 mm NATO | |
Fucile di precisione | .338 Lapua Magnum, 7,62 × 51 mm NATO | |
Fucile di precisione antimateriale[42] | 12,7 × 99 mm NATO | |
Lanciafiamme | ||
Lanciagranate per fucili AR 70/90, SC 70/90, SCP 70/90 e ARX-160 | 40 × 46 mm | |
Bomba a mano | ||
Mortaio leggero |
|
60 mm |
Mortaio pesante |
|
120 mm |
Obice a traino | 155 mm/105 mm | |
Cannone senza rinculo |
|
80mm |
Lanciarazzi controcarro | 110mm | |
Missile controcarro a medio raggio | 90mm | |
Missile controcarro medio-lungo raggio | 130mm | |
Missile controcarro a lungo raggio | 127mm | |
SAM portatile per bassa quota | 70mm | |
SAM per media e bassa quota |
| |
SAM per bassa, media ed alta quota |
Equipaggiamento individuale
Tipo | Modello |
---|---|
Elmetto | |
Giubbotto antiproiettile | |
Equipaggiamento CBRN individuale | |
Visori notturni |
|
Ottica di puntamento a punto rosso | |
Mirino telescopico di squadra |
Mezzi terrestri
Cingolati
- Carri da battaglia
- Veicoli da trasporto e combattimento
- VCC Dardo - IFV
- VCC-1/2 - APC
- M106 - APC con mortaio da 120mm
- M113 - APC con sistema d'arma TOW
- AAV-7A1 - Veicolo d'assalto anfibio
- Arisgator - Veicolo d'assalto anfibio
- Semoventi
- PzH 2000 - Obice Semovente 155 mm
- M109L - Obice Semovente 155 mm
- MLRS (Multiple Launching Rocket System) - Sistema multiplo lanciarazzi terra-terra
- SIDAM 25 - Semovente d'artiglieria contraerea
- Veicoli speciali
- Bandvagn 206 - Versioni 206/206S/TOW
- M577 - Veicolo Posto Comando
- M548 - Veicolo Trasporto Munizioni
- Carro soccorso e recupero "Bergepanzer 2" - Mezzo del Genio
- Carro pioniere "Pionierpanzer 1" - Mezzo del Genio
- Carro veicolo gettaponte "Biber" - Mezzo del Genio
Ruotati
- Tattici
- Motociclo da ricognizione Cagiva 350 W12
- Land Rover AR 90 - Veicolo da ricognizione/attacco veloce
- VM 90T - Veicolo multiruolo versione "Torpedo"
- VTLM Lince - Veicolo trasporto leggero
- Lancia ACL 90 - Autocarro leggero
- Iveco ACM 90 - Autocarro medio
- Iveco ACTL 4x4 - Autocarro medio
- Iveco ACTL 6x6 - Autocarro tattico logistico
- Iveco ACTL 8x8 - Autocarro medio
- Astra SM 66.40 CAD - Autocarro tattico pesante per traino artiglieria
- Autocisterna tattica 6x6
- Protetti
- VM 90P - Veicolo multiruolo versione "Protetto"
- Blindati
- B-1 Centauro - Autoblindo/cacciacarri
- Puma 4×4 e 6×6 - APC ruotato
- VBM Freccia - IFV
- Renault VAB NBC (VBR NBC nella versione italiana) - Veicolo blindato da ricognizione
- Veicoli speciali
- TM 69 FH 70 - Trattore
- Fiat Ducato - Ambulanza
- VM 90 - Veicolo multiruolo versione "Ambulanza"
- Fiat 370 - Autobus
- Fiat A90.14 - Autobus
- Fiat M120 - Autosoccorso
- Fiat AG70 6605 DM - Autogrù media
- Fiat M200 - Autogrù
- M180 "ISOLI" - Autogrù M180
- Iveco ATC 81 - Autoarticolato trasporto mezzi corazzati da 50t
- Astra - Autocarro trasporto pesante 6x6
- Astra - Complesso traino pesante fino a 64 t 8x8
- FDOC (Fire Direction Operation Center) - Posto di comando elettronico del sistema d'arma
Genio
- Ponti
- Ponte su appoggi fissi "Bailey"
- Ponte galleggiante motorizzato "PGM"
- Ponte tattico "MGB"
- FD/175 - Apripista cingolato
- FL/175 - Caricatore cingolato
- JCB/426 - Caricatore ruotato
- FE/20 - Escavatore cingolato
- JCB 1CX/3CX - Terna ruotata
- FL 150C - Autolivellatrice
- Bitelli Mod. Condor - Autocostipatore
- Supporto generale
- Gruppo elettrogeno "COELMO"
- Astra - Autocarri/autoribaltabili pesanti
- Locatelli Grill 850 - Autogrù
- Ormig 603 TTV - Autogrù
- Piattaforma di lavoro sollevabile
- Camion betoniera
- Veicoli speciali
- Wheelbarrow Mk8 plus - Veicolo telecomandato
- Barchetto a scafo rigido
Sanità
- Unità sanitaria elitrasportabile MOD. 90
- Nucleo chirurgico campale
Commissariato
- Tende pneumatiche
- Shelter
- Impianti mobili
- Fresia F18 4x4
Aeromobili
Aerei da collegamento e trasporto
- Piaggio P-180 - Aereo collegamento regionale
- Dornier Do 228 - Aereo trasporto leggero
Elicotteri
- Esplorazione e scorta
- Agusta A129CBT Mangusta - Elicottero da attacco e ricognizione
- Supporto al combattimento
- Agusta A109 - Elicottero da collegamento, osservazione avanzata e posto C2 aeromobile
- Agusta-Bell AB 205 A-1 - Elicottero leggero multiruolo
- Agusta-Bell AB 206 C-1 - Elicottero da addestramento
- Agusta-Bell AB 212 - Elicottero da trasporto tattico e pattugliamento
- Agusta-Bell AB 412 - Elicottero da trasporto
- Trasporto
- NHIndustries NH90 TTH - Elicottero trasporto medio
- Boeing CH-47C Chinook - Elicottero trasporto pesante
- Boeing CH-47F Chinook - Elicottero trasporto pesante
Simbologia
All'Esercito Italiano è stato concesso un primo stemma con decreto del presidente della Repubblica del 22 luglio 1991, in seguito esso è stato modificato nel 2014. Nella prima versione il rosso del campo dello scudo indicava «l'audacia, il coraggio ed il sacrificio cruento» espressi dall'Esercito Italiano in tutte le guerra da lui combattute; il trofeo indicava l'insieme delle armi che compongono l'Esercito: «i fucili la Fanteria, le lance la Cavalleria,[7] i cannoni l'Artiglieria, le asce il Genio, le saette le Trasmissioni», mentre le due sciabole ricordavano la partecipazione alle battaglie risorgimentali; in ultimo la «granata d'oro, infiammata al naturale» è il simbolo che accomuna tutte le truppe terrestri; nella nuova versione la granata, spostata nella lista riportante il motto salvs rei pvblicae svprema lex esto, è stata sostituita da una «lorica d'oro, cimata dall'asta di legno al naturale, sostenente l'elmo».
Impiego operativo
Missioni ed operazioni nazionali
A partire, soprattutto anni ottanta dagli anni novanta del XX secolo, ha operato in concorso alle altre forze di polizia italiane in occasione di varie attività, come l'Operazione Vespri siciliani nel 1992, in Campania nell'Operazione Alto Impatto del 2002, nell'Operazione Partenope e nell'Operazione Strade Pulite nel 2008 per fronteggiare la crisi dei rifiuti in Campania, oltre a varie attività di polizia in diverse località.
L'arma è stata impegnata anche in diverse operazioni contro il crimine, come ad esempio nell'operazione "Partenope" - nella quale vennero impiegati 500 soldati - ed iniziò il 18 febbraio 1994 e fu interrotta il 15 dicembre 1995. Ripresa il 14 luglio 1997 cessò definitivamente il 30 giugno 1998. L'operazione ebbe risvolti positivi ma non riuscì a debellare il fenomeno camorristico, avendo comunque dei risultati nel ridurre la microcriminalità nella città partenopea.
Altre operazioni importanti sono l'operazione Vespri siciliani", l'"operazione Forza Paris", l'"operazione Riace", l'"operazione Salento", l'"operazione Old Bridge", l'"operazione Perseo" e l'"Operazione Strade sicure".
Missioni ed operazioni internazionali
Ha preso parte inoltre a varie missioni a livello internazionale, come ad esempio nella Missione Italcon nell'ambito della guerra in Libano del 1982 (la prima missione internazionale cui l'esercito italiano repubblicano abbia mai partecipato) ed alla Missione Ibis I, nell'ambito dell'Operazione Restore Hope in Somalia tra il 1992 ed il 1993.
L'impegno in ambito internazionale è continuato con le missioni in Congo (2001), Afghanistan (missione ISAF, dal 2002), Sudan (2003), Iraq (operazione Antica Babilonia, 2003-2006), Libano (operazione Leonte, dal 2006) e Libia (operazione Cyrene).[9]
Le funzioni C4IEW
Le funzioni di intelligence vengono ora svolte dall'AISI/AISE. In ambito forza armata la funzione C4I (comando, controllo, comunicazione, computer, informazione) è assolta dalla Brigata RISTA - EW, che raggruppa le unità di guerra elettronica appartenenti all'Esercito Italiano, alle dipendenze del Comando trasmissioni ed informazioni dell'Esercito (CoTIE).[55]
La sigla RISTA-EW sta per Reconnaissance, Intelligence, Surveillance, Target Acquisition - Electronic Warfare, sempre precisando che la funzione intelligence (a livello strategico e operativo) in Italia, dopo la riforma dell'intelligence italiana del 2007 viene assolta dalle agenzie alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri, che delega allo stato maggiore della difesa le funzioni tattiche, a sua volta supportato da organi delle singole forze armate (come appunto la Brigata RISTA - EW).
Funzioni di protezione civile
Talvolta l'esercito italiano è intervenuto con funzioni di soccorso alla popolazione in caso di disastri e calamità naturali prima della sua costituzione del Dipartimento della Protezione Civile avvenuto nel 1992. Dal terremoto di Messina del 1908, al terremoto del Friuli[56][57] al terremoto dell'Irpinia,[58], fino alla partecipazione annuale alle operazioni antincendio sia con uomini e mezzi da terra che con propri mezzi aerei (come gli elicotteri Chinook dotati di apposito cesto-secchio per il lancio di acqua),[59] l'esercito ha partecipato alle operazioni di soccorso in caso di calamità naturali, schierando ospedali da campo e mezzi per movimento terra, nel controllo delle coste in occasioni degli sbarchi (operazione Salento nel 1995, e a Lampedusa nel 2010), e in occasione di disastri e calamità naturali come l'alluvione di Sarno e Quindici del 1998, il terremoto di Umbria e Marche del 1997, il terremoto del Molise del 2002, il terremoto dell'Aquila del 2009 e il terremoto dell'Emilia del 2012 e alle numerose inondazioni/disastri geologici (varie esondazioni del fiume Po), e nel 2010-2012 (in Calabria, in Sicilia e in Toscana e alle Cinque Terre) e ogni volta in cui la Protezione Civile non sia riuscita a soddisfare con i propri uomini e mezzi le necessità di soccorso alla popolazione.[9]
L'esercito ha anche partecipato nel 2010 all'operazione Strade Pulite, ovvero allo sgombero delle strade di Napoli ingombre di spazzatura durante l'emergenza rifiuti in Campania[60] e ai lavori con organi del Genio per ripristinare e mettere in sicurezza numerosi siti in cui riporre l'enorme quantità di rifiuti che gli organi cittadini/provinciali e regionali preposti non erano in grado di soddisfare. Attualmente è impegnato in concorso alla Polizia ed ai Carabinieri nell'operazione Strade Sicure, mediante la sorveglianza di punti sensibili di grande transito (metropolitane, grandi stazioni ferroviarie) e presidio di posti fissi (ambasciate, consolati ecc.).[9]
Armi e Corpi dell'Esercito Italiano
Armoriali dell'Esercito Italiano
- Armoriale dell'Esercito Italiano
- Armoriale della Fanteria dell'Esercito Italiano
- Armoriale della Cavalleria dell'Esercito Italiano
- Armoriale dell'Artiglieria dell'Esercito Italiano
- Armoriale del Genio dell'Esercito Italiano
- Armoriale delle Trasmissioni dell'Esercito Italiano
- Armoriale dell'Aviazione dell'Esercito Italiano
- Armoriale dei Trasporti e Materiali dell'Esercito Italiano
Onorificenze
Alla bandiera di guerra
- Medaglia d'oro al valor civile (30 ottobre 1996, calamità naturali territorio nazionale 1861-1996);[61]
- Medaglia d'oro al valor civile (04 marzo 1999, sisma Marche e Umbria 1997-1998);[61]
- Medaglia d'oro al merito civile (19 novembre 2010, sisma Abruzzo, L'Aquila 6 aprile 2009);[62]
- Medaglia d'oro al merito civile (11 marzo 2011, difesa dei civili, confine orientale 1943-1945);[62]
- Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia (28 maggio 2003);[62]
- Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia (26 aprile 2012, Iraq, Afghanistan, Sudan, Libano 2003-2011).[61]
Alla bandiera
- Cavaliere dell'ordine militare d'Italia (20 maggio 1997);[63]
- Cavaliere dell'ordine militare d'Italia (29 gennaio 1999);[63]
- Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica (19 settembre 2006).[63]
All'Esercito Italiano
- Medaglia d'oro al valor militare (23 aprile 2015, missione Afganistan 2001-2014).[64]
Note
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- ^ Bernasconi & Muran 2009, p. 9.
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- ^ Esercito Italiano- IL 131° CAMBIA DENOMINAZIONE
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- ^ www.esercito.difesa.it
- ^ a b c d e f limitatamente alle forze speciali: 13.500 ad inventario
- ^ 105.000 unità ad inventario
- ^ 15.000 unità ad inventario
- ^ 2.000 unità ad inventario
- ^ più di 3000 ad inventario
- ^ circa 30.000 ad inventario
- ^ Programma trinazionale con Germania e Regno Unito FH-70 90 pezzi ad inventario + 72 di riserva
- ^ Circa 1000 ad inventario
- ^ Circa 75 ad inventario
- ^ 432 pezzi ad inventario
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore145 ad inventario
- ^ 24 ad inventario
- ^ 6 batterie in acquisizione
- ^ http://www.esercito.difesa.it/Organizzazione/Organizzazione%20Centrale/Comando%20delle%20Forze%20Operative%20Terrestri/cotie/brigata_rista/Pagine/default.aspx Link alla pagina della brigata sul sito dell'Esercito Italiano
- ^ http://www.esercito.difesa.it/root/unita2_sez/arma_gen_medal.asp Arma del Genio
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Bibliografia
- Giors Oneto, "L'esercito italiano alla luce delle novità tecniche", Spiridon Intar; Aubagne 2008
Atti normativi
- Decreto del presidente della Repubblica 14 febbraio 1964, n. 237, in materia di "Leva e reclutamento obbligatorio nell'Esercito, nella Marina e nell'Aeronautica."
- Legge 14 novembre 2000, n. 331, in materia di "Norme per l'istituzione del servizio militare professionale."
- Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di "Codice dell'ordinamento militare."
- Decreto del presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, in materia di "Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare."
Voci correlate
- Accademie e scuole militari in Italia
- Alpini
- Associazione nazionale volontari di guerra
- Atto di nascita dell'Esercito Italiano
- Bersaglieri
- Banda musicale dell'Esercito Italiano
- Corpi armati dello Stato
- Carta multiservizi della Difesa
- Decorazioni alla Bandiera dell'Esercito Italiano
- Etica militare in Italia
- Elenco dei reggimenti dell'Esercito Italiano
- Forze armate italiane
- Gradi e qualifiche dell'Esercito Italiano
- Gradi e qualifiche della Marina Militare
- Gradi e qualifiche dell'Arma dei carabinieri
- Gradi e qualifiche della Guardia di finanza
- Guardia nazionale italiana
- Legge Martino
- Legge di guerra e di neutralità
- Lista dei reggimenti italiani
- Medaglie, decorazioni ed ordini cavallereschi italiani
- Missioni militari italiane all'estero
- Reparti alpini
- Riserva selezionata
- Ruolo normale
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- Scuola di Guerra dell'Esercito
- Servizio militare obbligatorio in Italia
- Stato maggiore dell'Esercito
- Sotrin
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- Ufficiali in ferma prefissata
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- Volontari in ferma prefissata
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale dell'Esercito Italiano, su esercito.difesa.it.
- Sito Regio Esercito, su regioesercito.it.
- Sito ufficiale Corpo Militare CRI, su cri.it.
- Ministero della Difesa - "Direttiva sullo stato giuridico del personale volontario di truppa in ferm prefissata e in ferma breve" (Roma, 2007 (PDF), su militariforum.com.
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