Adoro te devote
Adoro te devote è uno dei cinque inni eucaristici attribuiti a San Tommaso d'Aquino e scritti in occasione dell'introduzione della solennità del Corpus Domini nel 1264 su commissione di papa Urbano IV. L'attribuzione non è certa, poiché le sue prime testimonianze risalgono a non meno di cinquant'anni dalla morte del Dottore Angelico[1]. Affronta il tema teologico e mistico della inabitazione.
L'inno (più precisamente un "ritmo") fu inserito nel Messale Romano del 1570, voluto da papa Pio V, ed è citato nel Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1381). Viene utilizzato durante le adorazioni eucaristiche e nelle preghiere di ringraziamento al termine della S. Messa, allo spezzare del pane.
Testo originale
Adóro te devóte, látens Déitas, Visus, tactus, gustus, in te fállitur, In cruce latébat sola Déitas, Plagas, sicut Thomas, non intúeor, O memoriále mortis Dómini, Pie pellicáne, Jesu Dómine, Jesu, quem velátum nunc aspício, |
Adoro Te devotamente, oh Deità che Ti nascondi, La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano[3] Sulla croce era nascosta la sola divinità, Le piaghe, come Tommaso, non veggo, Oh memoriale della morte del Signore, Oh pio Pellicano, Signore Gesù, Oh Gesù, che velato ora ammiro, |
Traduzione italiana (adattata)
Dio, che Ti celi sotto questi vel,
trepido T'adoro e m'affido a Te;
tutto a Te, Signore, s'abbandona il cuor,
tutto esulta e freme, quando guarda Te.
Nulla al tatto, al gusto, nulla all'occhio appar;
ma la Tua parola io risento in cuor;
credo quanto disse il Divin Figlio,
Tu, ne sono certo, sei la verità.
Hai nascosto in croce la divinità;
qui tu mi nascondi pur l'umanità;
ma io credo e spero come il buon ladron:
quello ch'egli chiese chiedo anch'io a Te.
Vide Te Tommaso e credette allor;
senza ch'io Ti veda credo a Te, Signor;
fa' che la mia fede cresca sempre più:
fammi in Te sperare arder sol per Te.
Vivo memoriale di Gesù che muor,
pane prodigioso, vita d'ogni cuor;
fa' che questo cuore viva sol per Te:
nulla gli sia dolce quanto il Tuo sapor.
Pio pellicano, mio Gesù Signore,
dal peccato, grido, lavami, Signore!
Il Tuo sangue è fuoco, brucia il nostro error,
una sola stilla tutti può salvar.
O Gesù, che vedo sotto questi vel,
d'una sete grande spasima il mio cuor;
il Tuo volto santo possa contemplar
nella piena luce della gloria in ciel.
Amen.
Note
- ^ Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, su zenit.org. URL consultato il 19-06-2008.
- ^ Per ragioni metriche, che porterebbero a dover spezzare in due parti la parola veritátis (veri-tátis), l'ultimo verso della seconda strofa può trovarsi anche nella forma Nil hoc veritátis Verbo vérius. Fonte: Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, su zenit.org. URL consultato il 19-06-2008.
- ^ Per una corretta interpretazione teologica di questo verso si veda l'omelia del teologo padre Raniero Cantalamessa, pronunciata alla presenza di papa Giovanni Paolo II nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano la seconda settimana di Avvento il 10 dicembre 2004: «Non è che i sensi della vista, del tatto e del gusto, per se stessi, si ingannino circa le specie eucaristiche, ma siamo noi che possiamo ingannarci nell’interpretare quello che essi ci dicono, se non crediamo. Non si ingannano perché l’oggetto proprio dei sensi sono le apparenze - ciò che si vede, si tocca e si gusta - e le apparenze sono realmente quelle del pane e del vino. Scrive san Tommaso: (latino)«In hoc sacramento nulla est deceptio, sunt enim secundum rei veritatem accidentia, quae sensibus diiudicantur. Intellectus autem, cuius est proprium obiectum substantia, per fidem a deceptione praeservatur.»(italiano)
«In questo sacramento, non c’è alcun inganno. Infatti gli accidenti che sono percepiti dai sensi ci sono veramente, mentre l’intelletto, che ha per oggetto la sostanza, viene preservato dal cadere in inganno dalla fede.»Fonte: Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, di padre Raniero Cantalamessa, su zenit.org. URL consultato il 19-06-2008.
- ^ Illi è un avverbio traducibile con "in quel luogo, colà", e dunque in senso figurativo "nella specie del pane".
- ^ Quit (da queo, cioè potere, essere in grado di) è nel verso successivo.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Eucaristia e poesia di Tommaso d'Aquino, Una goccia di Sangue per sollevare il mondo, su internetica.it.
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