Musica cinese
Coll'espressione "musica cinese" ci si riferisce alla musica del popolo cinese, che comprende sia quella della nazionalità han che quella delle minoranze etniche presenti nel territorio cinese. Essa include anche la musica composta dai cinesi delle origini in alcuni territori esterni alla Cina continentale, che fa uso degli strumenti cinesi tradizionali o è prodotta in lingua cinese.

Gli strumenti erano divisi in otto gruppi determinati dal materiale di costruzione: l'argilla, la pietra, il legno, il bambù, la seta, il metallo la zucca e la pelle. Nel corso della dinastia Han (206 a.C.-233 d.C.) si stabilì l'altezza di un "suono fondamentale", detto huang-kong ("campana gialla"), capace di costituire un riferimento fisso per l'intonazione e corrispondente al nostro Mi (per alcuni etnomusicologi al nostro Fa). Venne inoltre creato l'Ufficio imperiale della musica, col compito di raccogliere tutto il materiale musicale e gli studi di carattere acustico.
Storia
In Cina, tradizionalmente, si fa risalire l'origine della musica, divina e strettamente connessa alla cosmologia e all'astrologia, coi racconti mitici. L'origine della musica è riconosciuta ai tre imperatori leggendari Fu Xi, Huangdi e Shun. A Fuxi è attribuita l'invenzione del guqin e della musica li ben ("porre le basi"), al secondo l'invenzioone della musica xian shi ("benessere universale"). Ling Lun, ministro dell'Imperatore Giallo, trovandosi sui monti Kunlun, costruì dei flauti di bambù, che riproducevano il suono fondamentale (huang-kong). Con essi, inoltre, Ling Lun elaborò i 12 suoni base per imitare il verso di numerosi uccelli, compresi quello della fenice mascio e di quella femmina. Shun, invece, avrebbe inventato il paixiao, lo sheng e la musica da shao ("grande concordia").
Durante la dinastia Zhou (1122 a.C.-256 a.C.) aveva un ruolo importante all'interno delle complesse situazioni rituali e divine cinesi: associata alla danza, essa accompagnava i cerimoniali religiosi collegati alla natura e alle tappe fondamentali della vita umana ed anche la vita sociale nelle corti degli imperatori, dove non dovevano mancare mai le danze, inoltre si credeva che in Cina la musica avesse un ruolo formativo per lo spirito e l'anima. La musica di corte era spesso accompagnata dalle danze. Queste potevano essere civili (文舞S, wénwǔP) o militari (武舞S, wǔwǔP). In quelle civili, i danzatori si distribuivano in file di 8x8 e tenevano nella mano destra delle penne di fagiano e nella sinistra un flauto. In quelle militari, invece, i danzatori avevano nella mano destra un'alabarda e in quella sinistra uno scudo. Nel periodo dei regni combattenti s'ebbero numerose innovazioni in ambito musicale. Proprio in questo periodo, infatti, s'inventarono il guzheng e il pipa. Si riconosceva alla musica la capacità di agire sull'individuo condizionandone i comportamenti in senso positivo o negativo; il filosofo Confucio (551-479 a.C.) espresse opinioni molto simili a quelle che, nel V secolo a.C., il greco Damone divulgava ad Atene, soprattutto riguardo alla necessità di un attento controllo statale sulla diffusione dei repertori musicali. Poi, colle riforme di Qin Shi Huang, la musica fu tralasciata.
Bibliografia
- Maurizio Brunori, La Cina. Storia e civiltà del Paese di Mezzo, Milano, Mursia, 1988.
Voci correlate
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