Arrampicata
L'arrampicata può essere definita come la salita di un ostacolo, sia esso una parete rocciosa, naturale espressione e terreno preferito su cui l'arrampicata si è sviluppata in tutte le sue forme, sia esso un sasso, un pannello artificiale o una qualsiasi struttura urbana. Il percorso effettuato durante un'arrampicata viene detta via d'arrampicata.



Storia
L'uomo ha probabilmente affrontato le sue prime arrampicate senza l'ausilio di aiuti particolari. In seguito sono stati ideati attrezzi e tecniche per superare i limiti e le difficoltà di tale attività.
Nella storia dell'alpinismo, il primo a evidenziare il problema etico dell'arrampicata libera fu Paul Preuss all'inizio del XX secolo. Fino a quel tempo era comune il pensiero che la vetta dovesse essere raggiunta ad ogni costo e tutte le più importanti vette delle Alpi erano state salite con l'ausilio di scale, bastoni, picchetti, corde. Preuss, invece, reputava più importante lo stile di salita che il raggiungimento della vetta. Il suo integralismo lo portò a rinunciare perfino alla corda di assicurazione (cosa che gli causò la morte in seguito a una caduta). Anche Albert Frederick Mummery fu sostenitore dell'importanza di un corretto spirito di salita rispetto alla conquista della cima. Questi due precursori, tuttavia, non ebbero seguaci per molti anni a venire.
Negli anni cinquanta lo statunitense John Gill introdusse alcune tecniche fondamentali nell'arrampicata libera e l'uso della magnesite per favorire la presa mantenendo le mani deterse da sudore. Non a caso l'arrampicata libera si diffuse negli Stati Uniti: l'abbondanza di pareti di granito offre la possibilità di scalate su vie dotate di appigli solidi a differenza delle pareti calcaree.
In Europa l'arrampicata libera fu portata avanti soprattutto dagli inglesi che, avendo a disposizione per le scalate solo piccole pareti, erano alla ricerca di un modo per aumentare le difficoltà. Altri isolati pionieri in Germania ed Italia si resero conto di quanto fosse differente affrontare una parete progredendo grazie ai chiodi piuttosto che affidarsi solo al proprio corpo, tra questi Matthias Rebitsch, Fritz Wiessner, Gino Soldà e Batista Vinatzer.
Verso la fine degli anni sessanta negli Stati Uniti furono percorse alcune vie di difficoltà sempre più alta, Ron Kauk nel 1975 percorse la via Astroman di grado 7a. Molti anni dopo la stessa via venne percorsa da Peter Croft senza corda di assicurazione. Il gruppo di free climber sposò lo stile di vita hippy, allenandosi duramente e rimanendo ai margini della società. Uno di questi, Peter Livesey, nel 1975 tornò in Inghilterra dagli Stati Uniti e fondò una palestra di arrampicata per diffondere la scalata libera. Il francese Jean Claude Droyer nel 1975 diventò noto per aver scalato una via di difficoltà 6c+, Le Thriomphes d'Eros.
Altre imprese di Kauk ebbero risonanza oltreoceano: la scalata della Tales of power (grado 7b/7b+) nel 1977 e di Separate Reality nel 1978, leggermente meno difficile ma più spettacolare in quanto presenta un tetto sporgente sul vuoto.
Le immagini delle imprese degli scalatori suscitarono reazioni contrastanti in Europa: gli alpinisti classici erano increduli mentre alcuni giovani scalatori provarono ad emulare i colleghi statunitensi sulle varie pareti granitiche adatte. Reinhold Messner provò per breve tempo l'arrampicata artificiale, ma quasi subito se ne discostò.[1] Verso la fine degli anni sessanta pubblicò l'articolo L'assassinio dell'impossibile, nel quale polemizzava contro l'esasperazione dell'arrampicata in artificiale.[2] Più tardi, nel suo libro Settimo grado, spinse anche gli alpinisti classici ad usare meno chiodi possibile ed a salire senza sfruttare le protezioni.
In Australia, nel 1978 Kim Carrigan riuscì a scalare la via Prokol Orum di grado 7b+ sui Monti Arapiles, l'anno dopo scalò in libera una parete ancora più difficile.
Descrizione
Si tratta di una disciplina complessa caratterizzata sia da un aspetto fisico motorio che da un'importante componente psicologica e mentale.
Il termine arrampicata sportiva oggi indica l'insieme delle discipline sportive - discendenti dell'alpinismo - nate a partire dagli anni settanta. Se l'alpinismo classico aveva (ed ha) come scopo quello di ascendere avventurosamente una montagna (per vie tracciate o nuove), l'arrampicata sportiva ha come scopo il puro divertimento o la competizione sportiva, anche lontano da ambienti montani, su vie dove le protezioni (come i chiodi) sono normalmente già presenti, ponendo enfasi sulle abilità ginniche e sulla tecnica d'arrampicata.
L'arrampicata può essere distinta in:
- Arrampicata libera
- Arrampicata artificiale
Gli aggettivi libera e artificiale vengono utilizzati per sottolineare la differenza tra le due pratiche: nel secondo caso si utilizzano aiuti artificiali per compiere la scalata, nel primo no.
Si distinguono diverse specialità di arrampicata in funzione dell'ambito in cui essa si svolge:
- Su roccia - che si svolge risalendo pareti rocciose in ambiente naturale (falesie)
- Su ghiaccio - che si svolge risalendo ghiacciai e/o cascate gelate
- Arrampicata su terreno misto, caratterizzata dalla presenza di due o più tipologie di terreno da affrontare. Ad esempio, ghiaccio e roccia, ghiaccio e neve, roccia e terra. Il terreno misto richiede particolare attenzione per essere affrontato, in quanto richiede capacità, conoscenze e tecniche inerenti a diversi metodi di salita.
- Arrampicata indoor - arrampicata in palestre attrezzate con pannelli artificiali chiamate rocciodromi.
Tipi di arrampicata
Arrampicata libera
Per arrampicata libera (o free climbing) si intende lo stile di arrampicata nel quale l'arrampicatore affronta la progressione con il solo utilizzo del corpo: mani nude, piedi (normalmente con le scarpette da arrampicata), ma anche appoggiando e incastrando il corpo intero o sue parti.
Questo non esclude a priori l'utilizzo di attrezzatura, come la corda, l'imbrago, il discensore, i moschettoni, i nuts, i friends e i rinvii, ma tale equipaggiamento è usato esclusivamente per l'assicurazione, ossia per limitare i danni in caso di caduta.
La salita di una via di arrampicata viene distinta dagli scalatori a seconda di come viene effettuata in:
- In moulinette, Da secondo o Con la corda dall'alto - quando si scala con la corda che assicura dall'alto, corda che è stata posizionata in precedenza.
- A vista (in inglese On Sight) - scalata da capocordata eseguita la prima volta che si affronta una via, senza aver osservato un altro scalatore, senza alcun aiuto di attrezzature (per es. senza appendersi a riposare) o indicazioni di altri.
- Flash - scalata da capocordata eseguita la prima volta che si affronta una via, senza ausili artificiali ma usufruendo di indicazioni di scalatori che hanno salito la medesima via in precedenza.
- Lavorato - scalata da capocordata effettuata dopo alcuni tentativi che hanno consentito di individuare la migliore sequenza di movimenti. In inglese si dice redpoint, derivante dal tedesco rotpunkt. Il termine fu coniato dall'arrampicatore tedesco Kurt Albert negli anni '70. Quando lavorava una nuova via disegnava alla base un cerchio rosso. Quando infine la liberava da primo riempiva il cerchio, creando appunto un "punto rosso".[3]
Arrampicata senza assicurazione
Forme di arrampicata senza assicurazione sono il bouldering e il free solo. Il bouldering viene denominato anche sassismo e viene effettuato su piccoli massi fino a 5-6 metri di altezza. Il free solo invece è uno sport estremo, compiuto da chi arrampica senza alcuna sicurezza (come corde, chiodi, moschettoni,...) ed è quindi sempre a rischio della propria vita. Questa disciplina viene spesso chiamata impropriamente "free climbing".
Arrampicata artificiale
Per arrampicata artificiale (detta anche in artificiale) si intende lo stile di un'ascensione, su roccia o ghiaccio, nella quale si fa ricorso ad attrezzi e strumenti che aiutano la progressione. Se gli attrezzi, anziché per la progressione, sono utilizzati al solo scopo di garantire la sicurezza dell'alpinista, la salita viene comunemente considerata come "libera". Un esempio di tale differenza può essere dato considerando l'utilizzo della corda. Se essa viene utilizzata esclusivamente come strumento di sicurezza, per garantire l'incolumità di chi sale in caso di caduta, lo stile di arrampicata sarà considerato "libero". Se viceversa, nel corso della salita, essa viene altrimenti utilizzata, ad esempio per appendersi e riposarsi, la corda diventa uno strumento ausiliario che in qualche modo facilita la naturale salita (che "naturale", a quel punto, non è più). Si parla allora di stile di arrampicata "artificiale". Tra i classici attrezzi tipici dell'arrampicata artificiale si annoverano, per esempio, chiodi, spit, cordini in nylon (che tuttavia possono anche essere usati come strumenti di sola sicurezza) e attrezzi esclusivi dell'artificiale come le staffe o gli skyhook.
Arrampicata indoor
L'arrampicata indoor è l'arrampicata praticata su strutture costituite da pannelli su cui si montano delle prese, appigli artificiali di resina o altro materiale. L'arrampicata indoor serve sia come luogo di allenamento (infrasettimanale o nelle giornate di brutto tempo) che come terreno su cui disputare le competizioni. Solo le primissime gare d'arrampicata si disputarono sulla roccia ma fu subito evidente la difficoltà di creare e cambiare i percorsi di gara.
Competizioni d'arrampicata
Le competizioni di arrampicata cominciarono a svolgersi dalla metà degli anni '80. Le principali tappe dell'evoluzione agonistica dell'arrampicata sono:
- nel 1985 si svolge Sportroccia in Valle Stretta vicino a Bardonecchia, la prima competizione internazionale di arrampicata della storia
- nel 1987 nasce la Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (FASI)
- nel 1989 si svolge la prima Coppa del mondo lead di arrampicata organizzata dall'UIAA, circuito di gare organizzato annualmente
- nel 1990 la F.A.S.I. viene riconosciuta da parte del CONI
- nel 1991 si svolge il primo Campionato del mondo di arrampicata, evento a cadenza biennale
- nel 1992 si svolge il primo Campionato europeo di arrampicata, evento a cadenza biennale
- nel 1998 si svolge la prima Coppa del mondo speed di arrampicata, circuito di gare organizzato annualmente
- nel 1999 si svolge la prima Coppa del mondo boulder di arrampicata, circuito di gare organizzato annualmente
- nel 2007 nasce l'International Federation of Sport Climbing (IFSC) staccandosi dall'UIAA
- nel 2010 l'IFSC viene riconosciuta dal CIO[4]
- nel 2011 il CIO inserisce l'arrampicata in una rosa di otto sport uno dei quali parteciperà ai Giochi Olimpici del 2020.[5] A settembre 2012 l'IFSC ha scelto la specialità lead come disciplina da presentare.[6] A maggio 2013 il CIO ha infine ridotto i candidati a tre, escludendo tra questi l'arrampicata.[7]
Si distinguono 3 specialità: difficoltà (detta lead), boulder e velocità (detta speed).
Difficoltà
Detta lead, si effettua su vie che aumentano di difficoltà progressivamente fino a raggiungere gradi di difficoltà al limite delle capacità umane. Ad ogni presa viene assegnato un punteggio progressivo e ha tre valori: - se viene solo toccata; = se viene impugnata, + se dopo averla impugnata si inizia un movimento che però non permette di raggiungere la presa successiva. Ovviamente il massimo punteggio si ha nell'arrivare con entrambe le mani all'ultima presa: il "top". Si può effettuare con la corda di sicurezza dall'alto, nei giovanissimi, o con corda dal basso.
Boulder
Consiste nel dover arrampicare su vie basse, circa 3-4 metri, di diversa difficoltà senza l'uso dell'imbrago (l'incolumità è assicurata da morbidi materassoni). Nasce negli anni 40-50 negli Stati Uniti. Richiede uno sforzo di breve durata ma molto intenso e prevede una serie limitata di movimenti, 7-8 in media. Si tratta di partire con 1-2 prese obbligate di "start" per completare il percorso che culmina con un "top" che dev'essere tenuto dall'atleta per almeno 2 secondi consecutivi. Conta il numero di tentativi impiegati nel raggiungere il "top" in un determinato tempo che è, in genere, di 4 o 5 minuti. Si ha, inoltre, una presa intermedia chiamata "zona" (o "bonus") che attribuisce un ulteriore punteggio, sempre a seconda del numero di tentativi impiegati per raggiungerla.
Velocità
Detta speed, si effettua su vie più facili e, come dice il nome, l'obiettivo è quello di percorrerla nel minor tempo possibile. La via è sempre la stessa nelle competizioni.
Tecnica di arrampicata
In generale lo sforzo fisico compiuto nelle scalate è di tipo discontinuo e richiede una buona forza massima e resistenza allo sforzo[8].
Le tecniche di arrampicata sono molte e piuttosto varie; possono risultare differenti in virtù di caratteristiche peculiari di ciascuna persona quali, per esempio, lo stile individuale, le conoscenze ricevute da "maestri" o arrampicatori più esperti, la conformazione fisica e il coordinamento psicomotorio.
L'intrinseca pericolosità legata a questo sport impone che il loro apprendimento avvenga sempre sotto l'affidamento di una persona titolata. In questo senso, è bene sottolineare che la Legge italiana riserva la prerogativa dell'insegnamento outdoor delle tecniche di arrampicata alle guide alpine, a livello professionale, e alle Scuole del CAI a livello non professionale.
Il metodo Caruso
Una delle tecniche di insegnamento dell'arrampicata è quella che si basa sul metodo cosiddetto "Caruso", elaborato dall'alpinista e guida alpina Paolo Caruso. Tale metodo è utile nell'impostazione degli allievi, infatti razionalizza e schematizza i vari movimenti nell'approccio alla scalata su roccia.
Per conseguire lo scopo, Caruso ha individuato alcune posizioni e alcune progressioni "fondamentali". Tra queste, quella del cosiddetto "triangolo", in cui la posizione del baricentro del corpo resta sempre all'interno di un immaginario triangolo, appunto, costituito da almeno tre punti di contatto con la parete di roccia (due piedi e una mano o viceversa). Ci si può dunque appigliare con le mani e appoggiare un solo piede, che fa da vertice a un triangolo rovesciato, oppure appigliarsi con una sola mano e appoggiare entrambi i piedi, sempre formando un triangolo.
Strumenti utilizzati
A parte le già menzionate scarpette da arrampicata, gli strumenti utilizzati possono essere sia di assicurazione che strumenti specifici per l'arrampicata in artificiale. Ad esempio:
- Imbrago o Imbraco (ma anche Imbragatura o Imbracatura);
- Freno: lo strumento atto all'assicurazione del compagno;
- Discensore: utilizzato per le manovre di discesa con la corda;
- Moschettone
- Rinvio: sistema di due moschettoni collegati da una fettuccia di nylon o dyneema per agganciare la corda ad un punto di ancoraggio limitando l'attrito;
- Chiodi da roccia: solitamente in acciaio, ve ne sono di varie forme e dimensioni, a seconda del tipo di roccia e della fessura in cui si vuole piazzarlo;
- Nut (o dado): piccoli blocchi di metallo (solitamente acciaio) utilizzati ad incastro, nelle fessure della roccia, per fungere da punto di assicurazione;
- Friend: piccoli attrezzi con camme a geometria variabile che, incastrati nelle fessure di roccia, fungono da punto di assicurazione;
- Cordini: in nylon, kevlar o dyneema;
- Fettucce
- Rurp: particolare tipologia di chiodo da roccia, utilizzato prevalentemente in arrampicata artificiale;
- Staffe
- Cliffhanger (chiamati, più o meno propriamente, anche con molti altri nomi: cliff, ancorette, sky-hook, hooks, ecc.)
- Copperhead: particolare tipologia di nut, per l'arrampicata artificiale estrema.
Grado di difficoltà
In arrampicata e alpinismo si assegna un grado di difficoltà alle vie d'arrampicata su roccia, ghiaccio e agli itinerari alpinistici. L'operazione di assegnare un grado a una via è detta quotare o gradare e viene effettuata dagli apritori e dai primi ripetitori della via.
Le varie discipline dell'arrampicata e l'alpinismo usano differenti scale di difficoltà e inoltre a seconda dei paesi (Europa, Stati Uniti) ci possono essere scale diverse:
- arrampicata libera: la scala di difficoltà più usata è quella francese, espressa da una cifra (3 - 9) seguita da una lettera (a - c). Viene inoltre usato il simbolo "+" per i gradi intermedi. Ci sono anche altre scale come la UIAA, quella degli Stati Uniti, dell'Inghilterra o dell'Australia.
- arrampicata artificiale: viene utilizzata una scala di sei gradi crescenti dall'A0 all'A5 (più un settimo a parte) basata sulla difficoltà e sulla quantità di strumenti artificiali usati.
- difficoltà alpinistica: anche in alpinismo viene prevalentemente utilizzata una scala di difficoltà di origine francese che descrive complessivamente i valori di lunghezza, difficoltà, esposizione della via. Il grado è espresso con le lettere F, PD, AD, D, TD, ED, e ABO[9].
- arrampicata su ghiaccio: si utilizza una scala di difficoltà chiamata WI, Water Ice, che va dal WI1 al WI7.
- arrampicata su misto: si utilizza una scala di difficoltà chiamata M, Mixed che va dal M1 all'M13.
Evoluzione dei gradi
L'arrampicata libera è alla continua ricerca di vie di grado sempre maggiore. Le seguenti tabelle mostrano come è progredita la massima difficoltà oltre l'8a negli anni, attraverso i nomi delle vie e i loro primi salitori.[10][11][12][13][14]
Vie lavorate
Grado | Uomini | Donne |
---|---|---|
8a | Phlogiston, Devil's Lake (USA) Peter Cleveland, 1977, ora 7c |
Come Back, Val San Nicolò (ITA) Luisa Iovane, 1986 |
Grand Illusion, Sugarloaf (USA) Tony Yaniro, 1979 | ||
8a+ | The Face, Altmühltal (GER) Jerry Moffatt, 1983 |
Chouca, Buoux (FRA) Catherine Destivelle, marzo 1988 |
8b | Kanal im Rücken, Altmühltal (GER) Wolfgang Güllich, 1984 |
Sortilèges, Cimaï (FRA) Isabelle Patissier, novembre 1988 |
8b+ | Punks In The Gym, Monti Arapiles (AUS) Wolfgang Güllich, 1985 |
Masse Critique, Cimaï (FRA) Lynn Hill, 1991 |
8c | Wallstreet, Frankenjura (GER) Wolfgang Güllich, 1987 |
Honky Tonky, Araotz (ESP) Josune Bereziartu, 1º aprile 1998 |
8c+ | Hubble, Raven Tor (UK) Ben Moon, 1990 |
Honky mix, Araotz (ESP) Josune Bereziartu, 30 giugno 2000 |
9a | Action directe, Frankenjura (GER) Wolfgang Güllich, 6 dicembre 1991 |
Bain de Sang, Saint-Loup (SUI) Josune Bereziartu, 29 ottobre 2002 |
9a+ | Open Air, Schleierwasserfall (AUT) Alexander Huber, 1996 |
Bimbaluna, Saint-Loup (SUI) Josune Bereziartu, 1º maggio 2005 |
9b | Akira, Grotte de Vilhonneur (FRA) Fred Rouhling, 1995, Controversa |
|
Chilam Balam, Villanueva del Rosario (ESP) Bernabé Fernandez, 2003, Controversa | ||
Ali-Hulk sit+extension, Rodellar (ESP) Daniel Andrada, 2007, Boulder+Via | ||
Jumbo Love, Clark Mountain (USA) Chris Sharma, 11 settembre 2008 | ||
9b+ | Change, Flatanger (NOR) Adam Ondra, 4 ottobre 2012 |
Vie a vista
Grado | Uomini | Donne |
---|---|---|
8a | Samizdat, Cimaï (FRA) Antoine Le Menestrel, 1987 |
Simon, Frankenjura (GER) Lynn Hill, 1992 |
8a+ | Public Enemy, Cuenca (ESP) Stefan Glowacz, 1993 |
Bon Viatge, Terradets (ESP) Josune Bereziartu, 2000 |
8b | Serpentine, Grampians (AUS) Jerry Moffatt, 1992 |
Omaha beach, Red River Gorge (USA) Katie Brown, 11 aprile 1999 |
8b+ | Massey Ferguson, Calanques (FRA) Elie Chevieux, 1995 |
Hydrophobia, Montsant (ESP) Josune Bereziartu, 18 aprile 2006 |
8c | White zombie, Baltzola (ESP) Yuji Hirayama, 1º settembre 2004 |
Le roi du pétrole, Pic Saint Loup (FRA) Charlotte Durif, 23 luglio 2010 |
8c+ | Bizi Euskaraz, Etxauri (ESP) Patxi Usobiaga, 11 dicembre 2007 |
|
9a | Estado critico, Siurana (ESP) Alexander Megos, 24 marzo 2013 |
Note
- ^ ALP Ritratti n.1 - Reinhold Messner, CDA & Vivalda editori, marzo-aprile 2008
- ^ (EN) Reinhold Messner, The murder of the impossible, traduzione inglese de L'assassinio dell'impossibile
- ^ (EN) Jesse Guthrie, Kurt Albert (1/24/1954 – 9/28/2010), su climbing.com. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ Vinicio Stefanello, L'Arrampicata sportiva è definitivamente nel CIO. Intervista al presidente IFSC Marco Scolaris, su planetmountain.com, 23 febbraio 2010. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ L'arrampicata sportiva candidata alle Olimpiadi 2020, su planetmountain.com, 5 luglio 2011. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ (EN) Lead for the Olympic bid, su egw.ifsc-climbing.org, ifsc-climbing.org, 26 settembre 2012. URL consultato il 1º ottobre 2012.
- ^ (EN) The 2020 Olympic Dream ended yesterday evening..., su ifsc-climbing.org. URL consultato il 31 maggio 2013.
- ^ sportmedicina.com: "L'arrampicata sportiva" (PDF)
- ^ Il Grande Libro della Montagna, Ed. Mondadori - ISBN 88-04-54416-3, Pagg. 645-546
- ^ Maurizio Oviglia, L'evoluzione dell'arrampicata libera, su planetmountain.com, 21 dicembre 2012. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ (FR) Philippe Jourdain, L'histoire de l'escalade - introduction, su grimper.com, 5 ottobre 2009. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ (FR) Chronologie, su climbingaway.fr. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ (EN) Adrian Berry, Sport Climbing Records Page, su planetfear.com, 16 novembre 2004. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ Alexander Megos, primo 9a a vista al mondo, su planetmountain.com, 25 marzo 2013. URL consultato il 30 marzo 2013.
Bibliografia
- Reinhold Messner, Settimo grado, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1982.
- (FR) Patrick Edlinger, Alain Ferrand, Jean-François Lemoine, Grimper: Pratique et plaisir de l'escalade, Arthaud, 1985, ISBN 978-2-7003-0502-9.
- (EN) John Long, Sport Climbing, Falcon, 1987, ISBN 978-1-57540-078-5.
- Wolfgang Güllich, Andreas Kubin, Arrampicata sportiva. Tecnica, tattica, allenamento, Hoepli, 1989, ISBN 978-88-203-1754-6.
- (EN) Dale Goddard, Udo Neumann, Performance Rock Climbing, Stackpole Books, 1993, ISBN 978-0-8117-2219-3.
- (EN) Heinz Zak, Rock stars: the world's best free climbers, Cordee, 1996, ISBN 978-3-7633-7044-3.
- Paolo Caruso, Progressione su roccia - Testi tecnico-didattici : Collegio nazionale guide alpine Italiane, Vivalda, 1998, ISBN 978-88-7808-429-2.
- Collegio nazionale guide alpine italiane, Sicurezza, Cda & Vivalda, 2002, ISBN 978-88-7808-431-5.
- Andrea Gennari Daneri, Train: tutto l'allenamento per l'arrampicata, Pareti e montagne edizioni, 2004.
- (EN) Dan Hague, Doug Hunter, The Self-Coached Climber: The Guide to Movement, Training, Performance, Stackpole Books, 2006, ISBN 978-0-8117-3339-7.
- Craig Luebben, Guida completa all'arrampicata su roccia: tecniche, allenamento, sicurezza, Hoepli, 2007, ISBN 978-88-203-3900-5.
- Alessandro Lamberti, Jollypower. Metodi di allenamento fisico e mentale per l'arrampicata sportiva, Versante Sud, 2008, ISBN 978-88-87890-73-0.
- Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera, Manuale di arrampicata - Vol. 1, Milano, Club Alpino Italiano, 2009, ISBN 978-88-7982-030-1.
- Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera, Manuale di arrampicata - Vol. 2, Milano, Club Alpino Italiano, 2009, ISBN 978-88-7982-031-8.
- Roberto Bagnoli, Metodi moderni di allenamento per l'arrampicata sportiva. Lead - Bouldering, Roberto Bagnoli, 2011.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su arrampicata
Collegamenti esterni
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- Sito ufficiale della IFSC (International Federation of Sport Climbing)
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