Caproni Ca.16
Il Caproni Ca.16 fu il sedicesimo modello di aeroplano progettato e costruito dal pioniere dell'aviazione trentino Gianni Caproni. Si trattava di un monoplano monomotore caratterizzato da una configurazione moderna, con elica traente e impennaggi in coda. Simile al Caproni Ca.14 e al Caproni Ca.15, da cui era derivato, era anch'esso un biposto.
Caproni Ca.16 | |
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Descrizione | |
Tipo | Monoplano sperimentale |
Equipaggio | 2 |
Progettista | ![]() |
Anni di produzione | 1912 |
Sviluppato dal | Caproni Ca.15 |
Dimensioni e pesi | |
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Struttura | Legno |
Lunghezza | 7,92 m |
Apertura alare | 11,80 m |
Rivestimento | Tela |
Altezza | 2,85 m |
Superficie alare | 24,00 m² |
Peso a vuoto | 365 kg |
Peso carico | 615 kg |
Propulsione | |
Motore | Un radiale Gnome a 9 cilindri |
Potenza | 80 CV (59 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 110 km/h |
Record e primati | |
Record mondiale su circuito chiuso di 5 km con passeggero[1]
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I dati sono tratti da Gli aeroplani Caproni[1] | |
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L'aereo diede prova di ottime prestazioni. Nel 1913, ai comandi del pilota russo Chariton Nikanorovič Slavorossov, esso batté il record mondiale su circuito chiuso di 5 km con passeggero,[2] percorrendo 200 km in 1 h 56' 30'' e 250 km in 2 h 24' 30''.[1] Nello stesso anno, sempre con Slavorossov ai comandi, l'aereo effettuò inoltre un raid Milano-Roma; l'impresa, promossa dalla Gazzetta dello Sport, ebbe notevole risonanza mediatica.[3]
Storia del progetto e tecnica
Il Caproni Ca.16 era un monoplano monomotore biposto dalla configurazione moderna, con elica traente e impennaggi in coda. Esso derivava dal Ca.15, a sua volta basato sulla struttura – inizialmente derivata da quella del Blériot XI – che Gianni Caproni aveva introdotto per la prima volta a bordo dei suoi aeroplani a partire dal Ca.8, dopo gli esperimenti svolti con la serie dei biplani da Ca.1 a Ca.6[4] (il Ca.7 venne progettato, ma non realizzato).[5]
Il Ca.16 venne realizzato nel 1912.[1] Presentava i due posti separati e distanziati, come sul Ca.14 (mentre sul Ca.15 essi erano molto ravvicinati e accessibili attraverso un'unica apertura nella parte superiore della fusoliera). Sul Ca.16 era possibile, per il primo pilota, inserire o disinserire i comandi del secondo pilota (o passeggero).[1]
Impiego operativo
I record in circuito chiuso
La storia operativa del Caproni Ca.16 è in gran parte legata alla figura del pilota russo Chariton Nikanorovič Slavorossov. Costui si era presentato a Vizzola Ticino, dove all'epoca erano ubicate le officine della ditta Caproni e Faccanoni, nel gennaio 1913, per acquistare un'elica per il suo Blériot. Caproni conosceva già le capacità di questo pilota, che aveva visto volare a Vienna nel 1912. Gli offrì dunque un posto da pilota collaudatore, che Slavorossov accettò.[6] Il 24 gennaio, a bordo di un Ca.16, batté il record mondiale su circuito chiuso di 5 km con passeggero, percorrendo 200 km in 1 h 56' 30'' e 250 km in 2 h 24' 30''.[1][7]
Il raid Milano-Roma
Il 23 febbraio 1913, con l'intenzione (colorata di toni patriottici, o addirittura nazionalistici) di dare un impulso all'industria aeronautica italiana, il vicepresidente della Società Italiana Aviazione Luigi Origoni e il segretario generale del Touring Club Italiano e collaboratore de La Gazzetta dello Sport Arturo Mercanti decisero di mettere in palio un premio per il primo raid da Milano a Roma effettuato con un aereo italiano:[8]
Il regolamento ammetteva che venissero effettuati scali, ma prevedeva che la durata del volo (che doveva rimanere sotto le 11 ore) fosse calcolata dal decollo a Milano all'atterraggio a Roma, senza che da questo valore fossero sottratte le soste per il rifornimento.[10]}} Gianni Caproni e i suoi collaboratori, che già nell'aprile 1912 avevano ipotizzato, ma poi accantonato, un raid Milano-Roma, ritennero che la disponibilità del nuovo Ca.16 e quella dell'ottimo pilota Slavorossov rendessero accessibile l'impresa. Si scelse di impiegare un Ca.16 denominato Milano II, che doveva essere consegnato a Roma, e per il quale il colonnello Maurizio Mario Moris, in rappresentanza dell'Esercito italiano, autorizzò il trasporto via aria anziché, come previsto, via terra.[11]
La partenza fu pianificata per la mattina del 26 febbraio, e il 25 Slavorossov trasferì il Milano II da Vizzola Ticino all'aerodromo di Taliedo, presso Milano; le condizioni meteorologiche previste erano buone, almeno per il tratto tra Milano e Pisa, dove avrebbe dovuto essere effettuato l'unico scalo.[12]
Note
- ^ a b c d e f Gli aeroplani Caproni – Studi – Progetti – Realizzazioni 1908-1935, Edizione del Museo Caproni, 1937, p. 48, ISBN non esistente.
- ^ Abate, Alegi, Apostolo, p. 28.
- ^ Giovanni Celoria (a cura di), Tre anni di aviazione nella brughiera di Somma Lombardo (5 aprile 1910 – 5 aprile 1913), Milano, Stab. Tip. Unione Cooperativa, 1913, pp. 103-139, ISBN non esistente. (Ristampato in edizione anastatica a cura di Romano Turrini, Trento, Il Sommolago – Museo dell'Aeronautica G. Caproni – Comune di Arco, 2004).
- ^ Rosario Abate, Gregory Alegi e Giorgio Apostolo, Aeroplani Caproni – Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Museo Caproni, 1992, pp. 10-27, ISBN non esistente.
- ^ Gli aeroplani Caproni, p. 45.
- ^ Tre anni di aviazione, pp. 91-92.
- ^ Tre anni di aviazione, p. 95.
- ^ Tre anni di aviazione, pp. 103-104.
- ^ Tre anni di aviazione, p. 105.
- ^ Tre anni di aviazione, p. 106.
- ^ Tre anni di aviazione, p. 108-109.
- ^ Tre anni di aviazione, p. 110-112.
Bibliografia
- Rosario Abate, Gregory Alegi e Giorgio Apostolo, Aeroplani Caproni – Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Museo Caproni, 1992, ISBN non esistente.
- T.L. Barbero, I cento aeroplani Caproni 1909-1930, collana Aeronautica – Rivista mensile internazionale, ISBN non esistente.
- Giovanni Celoria (a cura di), Tre anni di aviazione nella brughiera di Somma Lombardo (5 aprile 1910 – 5 aprile 1913), Milano, Stab. Tip. Unione Cooperativa, 1913, ISBN non esistente. (Ristampato in edizione anastatica a cura di Romano Turrini, Trento, Il Sommolago – Museo dell'Aeronautica G. Caproni – Comune di Arco, 2004).
- Gli aeroplani Caproni – Studi – Progetti – Realizzazioni 1908-1935, Edizione del Museo Caproni, 1937, ISBN non esistente.
Voci correlate
Altri progetti
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