Partito dei CARC

partito politico italiano
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Il Partito dei CARC (acronimo dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo) è un partito politico extraparlamentare marxista-leninista-maoista italiano.

Partito dei CARC
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SegretarioPietro Vangeli
StatoItalia (bandiera) Italia
SedeVia Tanaro 7, Milano
Fondazione21-22 novembre 1992
IdeologiaComunismo
Marxismo-Leninismo
Antirevisionismo
Maoismo
CollocazioneSinistra extraparlamentare
CoalizioneLista Comunista per il Blocco Popolare
TestataResistenza
Sito webwww.carc.it

Storia

I CARC nascono con un convegno costitutivo tenutosi a Viareggio il 21 e 22 novembre 1992[1]. Primo segretario Segretario Generale del partito fu eletto Giuseppe Maj[2] , che nel 1981 era stato indagato per associazione sovversiva, venendo poi prosciolto nel 1986[3].

Presente soprattutto in Campania e Toscana, il movimento negli anni è stato al centro di forti polemiche riguardo ai legami tra il partito e i movimenti sovversivi operanti in Italia[4][5]. I CARC si rifanno all'ideologia marxista-leninista-maoista e hanno come obiettivo principale la ricostruzione del Partito Comunista: a tal fine nel 1998 viene redatto un manifesto politico[6].

La formazione pubblica anche un foglio mensile chiamato Resistenza. Inoltre è attiva una casa editrice collegata al movimento e denominata "Rapporti Sociali", che pubblica saggi storici, pedagogici e sociali oltre la vita e le opere dei più importanti interpreti del pensiero marxista-leninista-maoista.

I CARC dal 2004 hanno partecipato alle elezioni.

Nel 2009, in seguito alla terza Lotta Ideologica Attiva, si trasformano in partito assumendo la denominazione attuale Partito dei CARC (P.CARC).

Nel 2011, alle Elezioni Comunali di Napoli, ha sostenuto apertamente l'ex-magistrato Luigi De Magistris suscitando non poche polemiche[7][8]. E nelle elezioni politiche del 2013 ha deciso di schierarsi in favore del Movimento 5 Stelle[9][10].

Nel III°congresso nazionale tenuto nell'ottobre del 2012, il Partito dei CARC ha ribadito il socialismo come orizzonte, da conseguire attraverso il sostegno ai movimenti e un “Governo di Blocco Popolare” per contrastare la crisi[11].

Legame con il (nuovo)Partito comunista italiano

Il P.CARC riconosce che la Carovana del (n)PCI, alla quale è sempre appartenuto e ha dato il suo contributo, è la maggiore e la migliore concentrazione del movimento comunista che esiste nel nostro paese. Riconosce che la concezione, la linea, i metodi e i criteri che hanno guidato la costruzione del (n)PCI sono fondamentalmente giusti, relativamente giusti. Il P.CARC riconosce e fa propria, tenendo conto delle sue caratteristiche e del suo ruolo, l’analisi e la linea indicate dal (n)PCI nel Manifesto-Programma.

Il P.CARC riconosce nel (n)PCI il Partito comunista che conduce la lotta per l’instaurazione del socialismo nel nostro paese, attraverso la strategia della GPRdiLD, elaborando e attuando le tattiche più adatte. La costituzione del GBP è per il (n)PCI uno strumento di questo percorso e non necessariamente l’unico possibile. Nella società attuale due sono le vie aperte: mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria. Quindi è possibile anche l’instaurazione del socialismo passando attraverso la guerra imperialista.

La condivisione dell’obiettivo tattico del GBP e quello strategico del socialismo crea un legame speciale tra il P.CARC e il (n)PCI: è sulla base di questa condivisione che il P.CARC ammette per i suoi membri la doppia militanza, nel P.CARC e nel (n)PCI.

Linea ed obiettivi:Partito del Governo di blocco popolare

Per avanzare nella rinascita del movimento comunista fino all’instaurazione del socialismo e sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria delle masse, in una situazione caratterizzata

– dal precipitare della crisi generale del capitalismo nella sua fase acuta e terminale,

– dallo sgretolamento dei pilastri su cui si fondava il regime di controrivoluzione preventiva instaurato dalla borghesia imperialista dopo la Seconda guerra mondiale per mantenere il proprio dominio sulle masse popolari e per far fronte al movimento comunista,

– dalla debolezza del movimento comunista conseguente all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, – dalla presenza di un gran numero di dirigenti della sinistra sindacale, di sinceri democratici della società civile e delle amministrazioni locali, di esponenti della sinistra borghese non ciecamente anticomunisti (i tre serbatoi) che hanno seguito e influenza tra le masse popolari,

nel 2008 il (nuovo)Partito comunista italiano ha lanciato la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP).

Il GBP non è il governo dei comunisti (dittatura del proletariato), è il governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), è composto da persone che godono della loro fiducia e ha il compito di far fronte agli effetti più gravi della crisi attuando il programma riassunto nelle seguenti sei misure generali:

  1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa),
  2. distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi,
  3. assegnare a ogni persona un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato),
  4. eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti,
  5. avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,
  6. stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Su questa base il GBP avrà la forza di dare attuazione pratica a rivendicazioni generali delle masse popolari organizzate con provvedimenti quali l’abolizione del debito pubblico (tutelando i risparmi delle masse popolari), la nazionalizzazione delle banche, l’abolizione dei privilegi corporativi di cui godono il Vaticano e la Chiesa (Concordato e Patti Lateranensi con le successive modifiche, 8 per mille, esenzioni fiscali, immunità e impunità, le mille prestazioni di fatto della Pubblica Amministrazione al Vaticano e alla sua Chiesa, ecc.), il ristabilimento del potere dello Stato italiano sulle basi NATO e USA e la rottura della collaborazione politica e militare con i sionisti d’Israele, la mobilitazione delle masse contro le Organizzazioni Criminali, la stabilizzazione di tutti i precari a partire da quelli della Pubblica Amministrazione, l’assegnazione delle case vuote della Chiesa, delle immobiliari, delle assicurazioni, delle banche e dei ricchi alle famiglie sfrattate e senza casa, ecc.

La costituzione del Governo di Blocco Popolare è uno strumento della lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese, non è una terza via alternativa al permanere del capitalismo e all’instaurazione del socialismo. In questo si distingue da un governo tipo Tsipras (un governo elettorale e velleitario a cui aspira la sinistra borghese che pretende di eliminare i mali del capitalismo con l’approvazione della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti) e dai governi di Fronte Popolare degli anni ’30 del secolo scorso (che erano effettivamente governi dediti a dare forma e forza di leggi a misure che le masse popolari volevano e di cui avevano bisogno, ma che fallirono perché i partiti comunisti li avevano promossi senza un piano e i mezzi per far fronte alla immancabile controrivoluzione).

Non esiste in nessuna parte del mondo un capitalismo puro che si trasforma in socialismo puro: per arrivare a instaurare il socialismo, iniziamo dall’eliminazione degli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo e dalle misure connesse con questo e proseguiremo sistematicamente nell’opera che ne deriverà.

IV Congresso

Con il suo IV Congresso il Partito dei CARC assume il compito di mobilitare le masse popolari e in primo luogo gli operai a costituire un proprio governo d’emergenza, a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia (il Vaticano, la Confindustria e le altre organizzazioni padronali, le Organizzazioni Criminali, le agenzie dei gruppi imperialisti americani, sionisti ed europei operanti nel nostro paese) e a orientarne, sostenerne e difenderne l’opera dall’opposizione, dal sabotaggio, dalle pressioni e dai ricatti dei vertici della Repubblica Pontificia e della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

Con questa decisione il P.CARC accoglie l’indicazione e l’appello del (nuovo)Partito comunista italiano: il P.CARC condivide le motivazioni dell’appello e l’analisi nazionale e internazionale da cui il (n)PCI lo deriva. Il P.CARC è il partito dei comunisti che si battono per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, il governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari (cioè delle masse popolari organizzate) composto da persone che godono della fiducia delle organizzazioni operaie e popolari (dirigenti della sinistra sindacale, esponenti democratici della società civile e delle amministrazioni locali, personalità della sinistra borghese non accecate dall’anticomunismo) e che danno forma e forza di legge nazionale alle misure da esse indicate.

Note

  1. ^ Riccardo Affinati, Vita quotidiana delle brigate rosse, Soldiershop Publishing, 2016, p. 8.
  2. ^ Giovanni Fasanella e Monica Zornetta, Terrore a nordest, BUR Rizzoli.
  3. ^ Fissata per il 13 maggio, presso il Tribunale di Bologna - Italiano / - Indymedia piemonte
  4. ^ Pino Cadamassima, Il libro nero delle Brigate Rosse, Newton Compton Editori, 2012.
  5. ^ Rita Di Gioacchino, Il libro nero della prima repubblica, Fasi Editore.
  6. ^ Gianni Cipriani, Brigate rosse: la minaccia del nuovo terrorismo, Sperling & Kupfer, 2004, p. 188.
  7. ^ Il Partito dei CARC sostiene la candidatura di Luigi De Magistris, su carc.it, Partito dei Carc. URL consultato il 27 giugno 2011.
  8. ^ Il Pd a De Magistris:«Liberati dai Carc», su corrieredelmezzogiorno.corriere.it, Corriere del Mezzogiorno. URL consultato il 27 giugno 2011.
  9. ^ Anche i Carc, i comitati d’appoggio alla resistenza per il Comunismo, scelgono Beppe Grillo, su huffingtonpost.it, huffington post.it. URL consultato il 7 luglio 2013.
  10. ^ Comunicato ufficiale, su beppegrillo.it. URL consultato il 7 luglio 2013.
  11. ^ Latizia Tassinari, «Il socialismo è il nostro futuro», il convegno del CARC a Viareggio, su lagazzettadiviareggio.it, La Gazzetta di Viareggio. URL consultato il 7 luglio 2013.

Collegamenti esterni