Ermacora Zuliani
Ermacora Zuliani (Magnano in Riviera, 25 ottobre 1897 – Udine, 28 giugno 1958) è stato un militare italiano comandante del Reggimento Alpini Tagliamento.
| Ermacora Zuliani | |
|---|---|
| Soprannome | detto Make |
| Nascita | Magnano in Riviera, 25 ottobre 1897 |
| Morte | Udine, 28 giugno 1958 |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Regio Esercito Esercito Nazionale Repubblicano |
| Arma | Artiglieria |
| Corpo | Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale Alpini |
| Anni di servizio | 1916-1945 |
| Grado | Colonnello |
| Guerre | Prima guerra mondiale Guerra civile spagnola Seconda guerra mondiale |
| Battaglie | Battaglia di Guadalajara Battaglia di Santander |
| Comandante di | Reggimento alpini "Tagliamento" |
| Decorazioni | qui |
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Biografia
Nacque a Magnano in Riviera il 25 ottobre 1897, figlio di Giovanni e Emilia Ermacora.[1] Arruolato nel Regio Esercito il 21 settembre 1916,[2] partecipò alla prima guerra mondiale ricevendo diciottenne il battesimo del fuoco sulle pietraie del Carso,[3] combattendo sul San Marco, del San Michele e del San Gabriele.[2] Sul San Gabriele, il 15 giugno 1917, si guadagnò il brevetto di ardito, con diritto di fregiarsi del distintivo onorifico V.E.[2]
Dopo la fine della guerra si iscrive ai Fasci di Combattimento, entrando nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale il 22 febbraio 1923,[4] e e venendo eletto Podestà di Magnano in Riviera nel corso dello stesso anno.[5] Il 27 febbraio 1924 sposò la signorina Olga Vidoni,[4] originaria di Artegna.[6] Promosso al grado di Centurione, fu mobilitato durante la Guerra d'Etiopia,[7] assegnato come Aiutante Maggiore alla Legione CC.NN. di Gorizia, che aveva il compito di proteggere il confine orientale.[8]
Dopo lo scoppio della guerra civile,[8] il 3 marzo 1937 partì volontario per la Spagna assumendo il comando della Bandera "Implacabile",[9] con cui dal 18 marzo prese parte alla battaglia di Guadalajara.[8] Passato successivamente, con il grado di Seniore, al comando del 537º Battaglione "Inesorabile",[10] partecipò alle battaglie di Gondramendi, Guernica, Bilbao, e Santander (dal 14 agosto).[11] Rientrato in Patria per breve tempo nell'ottobre del 1938,[11] ritorno in Spagna nel gennaio 1939 dove assunse il comando del gruppo "Las Novas" della Divisione CC.NN. "Frecce Verdi".[11] Alle testa di questa unità partecipò alla battaglie per la conquista di Teruel, Cavalhambra e Madrid.[11] Al termine della guerra ridultava decorato con una Medaglia d'argento, una di Bronzo e la Croce di guerra al valor militare, mentre il governo spagnolo lo aveva decorato con due Cruz de guerra e della Medalla de la Campaña 1936-1939.[11]
Rientrato in Italia il 28 giugno 1939[12] assunse il comando del 63° Btg CC.NN. di Udine, al cui comando, a partire dal giugno 1940, prese parte alle fasi iniziali della guerra.[12] Con l'inizio della Campagna di Russia[13] nel 1941, partì volontario al comando del LXIII Btg CC.NN. della 63ª Legione CC.NN. d'Assalto "Tagliamento"[13] assegnata al Corpo di spedizione italiano.[12] L'unità entro in combattimento l'8 settembre 1941, sulla riva destra del fiume Dnieper.[14] Tra il 25 dicembre 1941 e il 25 gennaio 1942[15] partecipà ai combattimenti durante l'Offensiva di Natale, scatenata dai sovietici contro le linee italiane, resistendo brillantemente a Malo Orlowka.[15] Nel febbraio 1942 fu decorato dal generale Marazzani con una Medaglia d'argento al valor militare concessa “sul campo”, ma con il fisico logorato rientrò[16] in Italia il 13 marzo del 1942.[17]
Il 16 luglio[18] dello stesso anno assunse il comando della 63ª Legione CC.NN. "Tagliamento",[13] che il 2 maggio 1943, data in cui fu promosso Console comandante, divenne Gruppo battaglioni CC..NN. "Tagliamento",[19] assegnato alla 1ª Divisione corazzata "M".[19] La caduta del regime fascista, avvenuta il 25 luglio, lo sorprese a Trivignano,[18] vicino alla Capitale.[19] Rimasto fedele al governo Badoglio, fu lasciato al comando della sua unità, incorporata nel frattempo come reggimento all'interno della 136ª Divisione Corazzata "Centauro II",[19] e il 19 agosto 1943 gli fu riconosciuto il grado di Colonnello in S.P.E.[19] Mantenne l'incarico fino all'8 settembre 1943,[18] data dell'armistizio di Cassibile con gli anglo-americani.[18]
Dopo la proclamazione dell'armistizio ottenne dal generale Albert Kesselring[19] il ritorno della sua unità in Friuli, dove venne sciolta. Dopo un colloquio con Benito Mussolini,[20] avvenuto nel mese di ottobre,[20] aderì alla Repubblica Sociale Italiana,[20] ricostituendo il disciolto 8º Reggimento Alpini con il nome di Reggimento Alpini Tagliamento,[21] inserito all'interno dell'Esercito Nazionale Repubblicano al comando del Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani.[22] L'unità venne impegnata nella difesa del Friuli dai partigiani sloveni, che miravano ad annettere la Piccola Patria alla Jugoslavia.
Impegnato nell'alta val d'Isonzo e nella valle del Natisone[23] seguito ai fatti del 25 aprile, il suo reggimento lasciò Tolmino[24] facendo rientro a Cividale del Friuli, dove si sciolse.[23] il giorno 27.[23] Incarcerato come prigioniero politico[25] restò in carcere fino al settembre 1946,[24] e dopo l'amnistia svolse un modesto lavoro di rappresentante commerciale.[26] Si spense presso l'Ospedale civile di Udine all'alba del 28 giugno 1958.[26]
Onorificenze
Italiane
— Oliete, 13-16 e 19 marzo, Mufedes 1º aprile, Gandesa, 2 aprile 1938.
— Woroscilovka, 27-30 dicembre 1941.
— Monte Raspanera, 14 agosto 1937 XV – Monte Cabachos, 15 agosto 1937 XV.
— Rio Albertosa - Baracas, 15-16 luglio 1938 XVI.
- Brevetto di ardito con diritto di fregiarsi della sigla V.E.
- Distintivo della "Battaglia Invernale" 1941-1942
Estere
Note
- ^ Memoria di "Mache" 1959, p. 5
- ^ a b c Memoria di "Mache" 1959, p. 6
- ^ Memoria di "Mache" 1959, p. 7
- ^ a b Memoria di "Mache" 1959, p. 9
- ^ Memoria di "Mache" 1959, p. 8
- ^ La coppia non ebbe figli.
- ^ Nonostante le sue ripetute domande non venne destinato alle operazioni belliche in Africa Orientale Italiana.
- ^ a b c Memoria di "Mache" 1959, p. 12
- ^ Appartenente al 7º Gruppo inquadrato nella 2ª Divisione CC.NN. "Fiamme Nere".
- ^ Inquadrato nel 5º Reggimento fanteria della Divisione CC.NN. 23 Marzo.
- ^ a b c d e Memoria di "Mache" 1959, p. 14
- ^ a b c Memoria di "Mache" 1959, p. 15
- ^ a b c Rocco 2000, p. 215
- ^ Memoria di "Mache" 1959, p. 17
- ^ a b Memoria di "Mache",1959, p. 18
- ^ Alla vigilia della partenza per l'Italia ricevette la visita del comandante del CSIR, generale Giovanni Messe, che lo elogiò personalmente per la brillante difesa di Malo Orlowka.
- ^ Memoria di "Mache" 1959, p. 19
- ^ a b c d Memoria di "Mache" 1959, p. 20
- ^ a b c d e f Franci, Girolimetto, Minucci Teoni, Persiani 2010, p. 4
- ^ a b c Memoria di "Mache" 1959, p. 21
- ^ Rocco 2000, p. 216
- ^ Memoria di "Mache" 1959, p. 22
- ^ a b c Pansa 2007, p. 302
- ^ a b Memoria di "Mache" 1959, p. 23
- ^ Condannato dalla CsA di Udine venne radiato dall'Esercito in base alla Legge n.369 del 9 maggio 1940, articolo n.58 , e dopo la scarcerazione per amnistia nel settembre 1946 si ritrovò in disagiate condizioni economiche insieme alla moglie Olga Vidoni.
- ^ a b Memoria di "Mache" 1959, p. 24
Bibliografia
- Aldo Mansutti, Un soldato da ricordare tra grande guerra, Spagna, Russia e alpini della R.S.I. Mache, Ermacora Zuliani, Udine, Aviani & Aviani, 2012, ISBN 978-88-7772-150-1.
- Memoria di "Mache": Comandante Ermacora Zuliani. 25 ottobre 1897-28 giugno 1958, Udine, AGRAF, 1959.
- Gianni Oliva, Soldati e ufficiali. L'esercito italiano dal Risorgimento a oggi, Milano, Oscar Mondadori, 2012, ISBN 88-520-3128-6.
- Giampaolo Pansa, I gendarmi della memoria, Milano, Sperling & Kupfer Editori S.p.A., 2007, ISBN 88-200-4391-2.
- Giuseppe Rocco, Uomini di un tempo, Milano, Greco & Greco Editore s.r.l., 2000, ISBN 88-7980-225-9.
Periodici
- Sergio Franci, Nicolò Girolimetto, Paolo Minucci Teoni, Enrico Persiani, La 1. Legione “M” e i due reparti “Tagliamento”, in ACTA, n. 71, Terranuova Bracciolini, Fondazione della R.S.I.-Istituto Storico, gennaio-marzo 2010, pp. 4-5.