Elia Rossi Passavanti

militare e politico italiano

Elia Rossi Passavanti (Terni, 5 febbraio 1896Terni, 11 luglio 1985) è stato un militare e politico italiano. Fu podestà della città di Terni nonché storico locale. È stato uno dei due soli italiani ad essere decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare sia nella Prima che e Seconda guerra mondiale.

Template:Membro delle istituzioni italiane

Elia Rossi Passavanti

Podestà di Terni
Durata mandato1927 –
1928
PredecessoreErcole Felice Montani
SuccessoreLorenzo Amati (politico)
CoalizionePNF

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studiolaurea
UniversitàUniversità degli Studi di Torino

Biografia

Ai suoi buoni auspici presso il governo fascista viene fatta risalire l'istituzione della Provincia di Terni, avvenuta nel 1927. Partecipò volontario alla Prima guerra mondiale come soldato semplice poi promosso sergente nel 4º reggimento Genova cavalleria, in cui fu protagonista di incredibili atti di eroismo e ferito gravemente due volte. Nel 1919 fu a Fiume per combattere al fianco di Gabriele d'Annunzio.

Nel 1923 gli venne consegnata la medaglia d'oro al valore militare in seguito ai suoi eroismi durante primo conflitto mondiale. Nel 1924 venne eletto deputato; in seguito si laureò in giurisprudenza, lettere, scienze politiche e scrisse alcuni importanti volumi circa la storia della sua città. Durante la seconda guerra mondiale fu decorato con la seconda medaglia d'oro al valore militare, in Albania.

Dopo l'8 settembre 1943, fedele alla monarchia prese parte alla Guerra di liberazione arruolandosi nell'Esercito Cobelligerante Italiano. Il 29 luglio 1953 ottenne la nomina a consigliere della Corte dei Conti per meriti scientifici, ricoprendo la carica fino al 31 marzo 1954[1]. Fondò poi la Ternana Opera Educatrice, ovvero una fondazione con lo scopo di premiare laureati meritevoli e lavoratori distintisi nella professione.[2] Fu a lungo presidente dell'associazione nazionale arma di cavalleria.[3] Al momento di morire decise di donare tutto il suo fornitissimo archivio documentale alla biblioteca di Terni.[4]

Onorificenze

«Da soldato, da caporale, da aiutante di battaglia, fulgido, costante esempio, trascinatore d’uomini, cinque volte ferito, tre volte mutilato, mai lo strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a forza allontanare dalla lotta; sempre appena possibile, vi seppe tornare, ed in essa fu sempre primo fra i primi, incurante di sé e delle sofferenze del suo corpo martoriato. In critica situazione, con generoso slancio, fece scudo del suo petto al proprio comandante, e due volte, benché gravemente ferito, si sottrasse, attaccando, alla stretta nemica. Con singolare ardimento, trascinava il suo plotone di arditi all’attacco di forte, munitissima posizione nemica; impossibilitato ad avanzare, perché intatti i reticolati, fieramente rispondeva con bombe a mano, alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a ripiegare, sebbene ferito, sostava ripetutamente per impedire eventuali contrattaechi. Avuta notizia di una nuova azione, abbandonava l’ospedale in cui l’avevano ricoverato, e raggiungeva il suo reparto; trasportato dai suoi, riusciva a prendere parte anche alla gloriosa offensiva finale. Soldato veramente, più che di carne e di nervi, dall’anima e dal corpo forgiati di acciaio e di ottima tempra. Hermada, settembre 1916 - Grappa, 24 ottobre 1918.»
«Mutilato e superdecorato, volontariamente nei ranghi della nuova guerra, per la maggiore grandezza della Patria, riconfermava il suo meraviglioso passato di eroico soldato. A capo della propaganda di una grande unità, seppe dimostrare che più che le parole valgono i fatti e fu sempre dove maggiore era il rischio e combatté con i fanti nelle linee più tormentate. Nella manovra conclusiva, alla testa dell’avanguardia del Corpo d’Armata, entrò per primo in Korcia ed in Erseke, inalberandovi i tricolori affidatigli dal Duce. Superba figura di combattente, animato da indomito eroismo, uscì illeso da mille pericoli e fu l’idolo di tutti i soldati del III Corpo d’Armata, che in lui videro il simbolo del valore personale, della continuità dello spirito di sacrificio e della più pura fede nei destini della Patria, che legano idealmente le gesta dei soldati del Carso, del Piave, del Grappa con quelle dei combattenti dell’Italia fascista. Albania, gennaio - aprile 1941.»
«Mirabile esempio di coraggio sereno, di alto spirito militare e di profondo sentimento del dovere, rimase sul posto di combattimento, quantunque non lievemete ferito. Nuovamente e più gravemente ferito, prima di esser trasportato al luogo di medicazione, volle esser condotto dal comandante del gruppo, per riferirgli sulla situazione.»
— Altipiano Carsico, 14-16 settembre1916
— San Giovanni di Duino, 1917
— Pozzuolo del Friuli, ottobre 1917
— Monte Grappa, luglio-agosto 1918

File:VolontarioGuerra.png Medaglia di benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca 1915-1918

  Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana decreto dell 11/02/1966

  Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana decreto dell 02/06/1954 [5]

Note

Bibliografia

  • Santini L., Guida di Terni e del Ternano, 2003
  • Luigi Romersa, Uomini della Seconda Guerra Mondiale, Murisa, 2006, 248 p.
  • Vincenzo Pirro (a cura di), Elia Rossi Passavanti nell'Italia del Novecento, Atti del Convegno di studi (Terni 22-23 marzo 2002), Arrone: Edizioni Thyrus, 2004

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