Gruppo Labronico

associazione artistica italiana nata a Livorno nel 1920
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Il Gruppo Labronico è un gruppo formato da importanti pittori livornesi e attivo dal 1920.

Gruppo Labronico
Fondazione15 luglio 1920
FondatoreGino Romiti
Sede centraleItalia (bandiera) Livorno
PresidenteGianfranco Magonzi
Sito web

Storia

La storia del gruppo ebbe inizio dopo la morte di Mario Puccini, e l'organizzazione delle sue esequie da parte degli amici Llewelyn Lloyd, Benvenuto Benvenuti, Giovanni Bartolena, Oscar Ghiglia e Giovanni March. Dalle discussioni al Caffè Bardi di Livorno, raccogliendo l'eredità artistica di Puccini, oltre al funerale dell'amico, nacque l'idea della costituzione del Gruppo Labronico.[1][2]

Tale idea si concretizzò presso lo studio di Gino Romiti il 15 luglio 1920 alla presenza di molti artisti livornesi, Carlo Romanelli, Cesare Tarrini, Giovanni Zannacchini, Adriano Baracchini Caputi, Beppe Guzzi, Giovanni March, Renato Natali, Goffredo Cognetti, Giovanni Zannacchini, Corrado Michelozzi, Gino Cipriani, Gastone Razzaguta, Ferruccio Rontini, Tito Cavagnaro, Renuccio Renucci e Alberto Zampieri.[3] I componenti del gruppo, nato allo scopo di valorizzare l'arte livornese, vennero definiti come post-macchiaioli[1][4].

Altri importanti membri del gruppo furono Ulvi Liegi, Plinio Nomellini, Cafiero Filippelli, Giovanni Lomi, Giulio Ghelarducci, Manlio Martinelli, Umberto Fioravanti, Gio Batta Lepori e Carlo Domenici Il gruppo già dai suoi primi anni organizzò mostre a livello internazionale e nazionale, come l'Esposizione Internazionale d'Arte di San Remo e la 90ª Esposizione degli Amatori e Cultori di Roma (1921).

Gino Romiti, che fu presidente del Gruppo dal 1943 al 1967, dette al sodalizio artistico un'impronta tradizionalista, nel solco degli insegnamenti del grande maestro labronico Giovanni Fattori. Già nel 1951, però, con l'ingresso di Voltolino Fontani, artista sperimentatore vicino alle avanguardie italiane ed europee, si era affiancato alla tendenza più conservatrice un impulso innovatore che aprì la strada a molti pittori meno legati al post-macchiaiolismo.

Nel 1988 fu realizzato uno degli obiettivi riportati nell'atto costitutivo del Gruppo Labronico ovvero la trasposizione dei resti di Mario Puccini dal Cimitero della Misericordia e la loro tumulazione nel Famedio di Montenero.[5]

Il gruppo è ancora attivo e raccoglie tra i suoi soci affermati pittori in attività.

Nome

L'appellativo Labronico, sinonimo di livornese, rimarca il legame tra il gruppo e la città. Molti degli artisti che ne hanno fatto parte erano originari di Livorno e comunque, la città è stata fonte di ispirazione per tutti i membri del Gruppo.[6]

Note

  1. ^ a b Luciano Bonetti, Caffè Bardi a Livorno, "ritrovo" dei post-Macchiaioli, in CN - Comune Notizie, n. 32, Livorno, Comune di Livorno, ottobre-dicembre 2000.
  2. ^ Vittorio Sgarbi, Il genio dei «Labronici» pittori senza confini, in il Giornale, 10 aprile 2016.
  3. ^ Tommaso Paloscia, Accadde in Toscana: L'arte visiva dal 1915 al 1940, Milano, Trainer International Editore, 1991, p. 19, ISBN 888527109X.
  4. ^ Storia del Museo Civico Giovanni Fattori, su comune.livorno.it, Sito istituzionale del Comune di Livorno.
  5. ^ Il Gruppo Labronico in ricordo di Mario Puccini, su fondazionelivorno.it, Fondazione Livorno. URL consultato il 4 novembre 2016.
  6. ^ Il Gruppo Labronico, su giovannifattori.com, Museo civico Giovanni Fattori. URL consultato l'11 novembre 2016.

Collegamenti esterni