Gaetano Arezzo (Siracusa, 31 luglio 1911Malta, 15 dicembre 1942) è stato un militare italiano, barone della Targia, ufficiale e comandante di sommergibile, caduto durante la seconda guerra mondiale, insignito di una medaglia di bronzo al valor militare, di una medaglia d'argento al valor militare e di una alla memoria. Nella città di Siracusa gli è stata dedicata la scuola superiore che insegna la scienza nautica: l'Istituto Tecnico Nautico G. Arezzo della Targia.

Gaetano Arezzo della Targia

Biografia

Gaetano nacque a Siracusa, sua madre Margherita Deodato e suo padre Antonino Arezzo erano baroni della Targia; località sita a nord di Siracusa.[1] Si diplomò presso il liceo classico "Gargallo" della città e nel 1927 fu ammesso alla Regia Accademia Navale di Livorno. Uscito dall'Accademia venne nominato sottotenente e dopo quattro anni fu promosso al grado di tenente di vascello.[2] Il suo primo incarico fu sul Regio sottomarino Medusa, unità addestrativa di base a Pola. Il 30 gennaio del 1942 il Medusa fu attaccato dal sommergibile inglese HMS Thorn, il quale riuscì a colpire l'unità italiana con un siluro il cui colpo risultò fatale: Gaetano Arezzo si trovava sul ponte con gli altri ufficiali e venne sbalzato in mare, riportando ferite al piede, all'occhio e alla spalla; si prodigò per cercare di salvare i suoi compagni, annaspavano con lui in mare il comandante Bertarelli, che scomparve tra i flutti, e i guardamarina Firpo e Fei. Arezzo in seguito risulturà uno dei due soli sopravvissuti di quel 30 gennaio.[3][4]

 
Il sommergibile Uarsciek

Ancora convalescente ottenne l'incarico di salpare con il grado di comandante del Regio sommergibile classe 600 serie Adua Uarsciek, che nel 1942 era stato assegnato alla Xª Flottiglia MAS di base ad Augusta, nel siracusano. L'11 dicembre del '42 arrrivò l'ordine di perlustrare le acque limitrofe poiché sarebbe dovuto passare un importante convoglio, la motovane Foscolo diretta a Tripoli. L'isola di Malta era il principale luogo dal quale partivano le maggiori offensive inglesi, il compito di Arezzo era quindi di dirigere il pattugliamento e l'offensiva verso sud, nelle acque maltesi.[5] L'Uarsciek venne individuato dai britannici a bordo dell'Ultimatum alle ore 3:00 del 15 dicembre. Ciò che viene sottolineato nei resoconti è che il comandante Gaetano Arezzo quel giorno era febbricitante, ma che rimase ugualmente al suo posto: subito diede l'ordine di silurare, ma mancarono l'obiettivo, allora diede l'ordine di immersione. Scesi troppo velocemente, l'equipaggio udì sinistri scoppi, con urgenza quindi l'Uarsciek riemerse, scoprendo la sua posizione al nemico che con le unità leggere lo attaccò. I caccia aerei mitragliarono la coperta e la torretta, uccidendo in maniera fulminea il comandante Arezzo, l'ufficiale in seconda e il nostromo. Molti altri membri dell'equipaggio vennero uccisi dagli inglesi e il sottomarino, rimorchiato in un primo momento, alla fine affondò il 15 dicembre del 1942 nelle acque di Malta.[5]

Onorificenze

«Ufficiale Comandante che in menomate condizioni di salute e febbricitante, ha dimostrato alto senso del dovere e spirito aggressivo, attaccando una forza navale nemica e lanciando due siluri contro unità nemica con probabile risultato positivo e cadendo al suo posto di dovere, ha confermato le doti di slancio e dedizione dimostrate in precedente circostanza dalla perdita del sommergibile Medusa”»
— Capo Promontore (Istria) - 30 gennaio 1942[6]
«Comandante di sommergibile di elevate capacità professionali, partecipava con sereno ardimento ed eroico spirito aggressivo alla battaglia mediterranea di mezz'agosto, attaccando decisamente un numeroso convoglio nemico potentemente scortato da forze navali e aeree. Col tempestivo ed efficace lancio di siluri, infliggeva sicure perdite alla formazione avversaria, provocando il siluramento e l'affondamento di unità da guerra e mercantili, dimostrava nell'ardua brillante azione elette virtù militari e tenace volontà di vittoria".»
— "uarsceik" - mediterraneo centrale - 15 dicembre 1942[7]
«Valente comandante di sommergibile nel corso di ardua missione di guerra, avvistatata nottetempo una formazione navale avversaria, muoveva in superficie arditamente all’attacco. Nonostante il sommergibile fosse stato scoperto, riusciva con abile manovra a silurare un incrociatore avversario. Sottoposto a violenta caccia da parte di tre siluranti nemiche, nella impossibilità di resistere più a lungo in immersione per i notevoli danni riportati, emergeva nell’intento di affrontare in superficie le preponderanti forze avversarie. Nell’ardito tentativo, mentre raggiungeva il proprio posto di combattimento in torretta, cadeva colpito a morte da raffica nemica.»
— "uarsceik" - mediterraneo centrale - 15 dicembre 1942[8]

Note

  1. ^ La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalla loro origine... (a cura di Francesco San Martino De Spucches,Mario Gregorio), p. 123.
  2. ^ Arezzo Gaetano della Targia, su galleriaroma.it. URL consultato il 21 novembre 2016..
  3. ^ Due sommergibili che non dovevano affondare - La voce del popolo (PDF), su editfiume.com. URL consultato il 21 novembre 2016.
  4. ^ Pietro Spirito, Un corpo sul fondo, 2007.
  5. ^ a b Pancrazio “Ezio” Vinciguerra.
  6. ^ Ufficio Storico della Marina Militare (B.A. giugno 2006).
  7. ^ R.D. 17 dicembre 1942. Cfr. Ufficio Storico della Marina Militare (B.A. giugno 2006).
  8. ^ D.P. 18 dicembre 1951. Cfr. Ufficio Storico della Marina Militare (B.A. giugno 2006).

Voci correlate

Collegamenti esterni