Sūrdās (devanāgarī सूरदास; 1478 circa o 1483 – 1563 circa) è stato un poeta, mistico e musicista indiano, noto per i suoi poemi devozionali dedicati a Kṛṣṇa, come il Sūrsāgar ("L'oceano di Sūr"), la Sūr Sāravālī ("Il compendio di Sūr") e la Sāhitya Lahrī ("L'onda della letteratura").

Discepolo del filosofo Vāllabhacārya, fece parte della scuola Aṣṭchāp, corrente viṣṇuita della letteratura devozionale (bhakti) hindī dedita alla venerazione del dio Krishna. Contribuì all’arricchimento letterario e poetico della lingua braj, tanto da esserne considerato uno degli esponenti principali. Secondo le Āine Akbarī[1], fu anche un apprezzato musicista presso la corte di Akbar, terzo sovrano dell'impero Muġhal.

Biografia

Non tutti gli studiosi concordano sulla data e il luogo di nascita di Sūrdās[2][3]. Basandosi sul Sampradāya del filosofo indiano Śrī Vallabhācārya, alcuni studiosi collocano la sua data di nascita nel 1478, ritenendo che maestro e il discepolo sarebbe nati con soli 10 giorni di differenza. Lo studioso Rām Candra Śukla[4] situa invece la nascita di Sūrdās intorno al 1483, e la morte intorno al 1563.

Riguardo il luogo di nascita, secondo le Chaorāsī vaiṣṇavan kī vārtā [5] esso corrisponderebbe a Runakatā, un distretto interno di Āgrā. Nel Bhāvprakāś[6] viene invece ritenuto il villaggio di Sīhī, dove secondo le ricostruzioni di alcuni studiosi, Sūrdās si sarebbe però trasferito con la sua famiglia solo in un secondo momento.

Anche la cecità di cui avrebbe sofferto Sūrdās rimane oggetto di pareri contrastanti. Considerando la predisposizione dimostrata dal poeta nel descrivere con finezza ciò che lo circondava, la maggior parte degli studiosi attuali non ritiene che egli fosse affetto da cecità. Śyāmasundar Dās[7] ha scritto in proposito: “In realtà Sūrdās non era cieco dalla nascita perché ha descritto l’amore e i colori in un tal modo che un cieco non avrebbe potuto.”[8]

Sulla base dei testi Saṃskṛtavārtā Maṇipālā di Śrīnāth, contemporaneo di Sūrdās, Bhāv-Prakāś di Harirāy, Nijvārtā di Gokulnāth, Sūrdās invece sarebbe stato cieco dalla nascita, anche se questa, a detta di Hajārīprasād Dvivedī[9] , non deve essere ritenuta la sua particolarità: “Da alcuni versi del Sūrsāgar si può certamente concludere che Sūrdās fosse cieco dalla nascita e non avesse un buon karma, ma non dobbiamo considerare questo come il tratto caratterizzante dell’intera sua vita.” (MANCA NOTA CHE INDICHI DA DOVE HAI TRATTO QUESTA CITAZIONE)

Questo aspetto non avrebbe dunque influenzato in alcun modo l'universalità della sua poesia, sopravvissuta per cinque secoli, né ostacolato il suo genio e la sua profonda bhakti.

L'incontro fra il poeta e il suo futuro maestro Śrī Vallabhācārya sarebbe avvenuto nel 1510, dopo che Sūrdās si stabilì nei pressi della Yamunā, sul Gau ghāṭ, tra Āgrā e Mathurā. Śrī Vallabhācārya, profondamente colpito dal talento e dal genio di questi, lo avrebbe iniziato alla corrente del Puṣṭimārg.[10] (manca approfondimento di questa relazione discepolo/maestro)

Si ritiene che la morte di Sūrdās sia avvenuta tra il 1563 e il 1591 nel villaggio di Pārsaulī, nelle vicinanze di Gowardhan. (manca nota)

Opere

Le cinque principali opere letterarie scritte da Sūrdās sono le seguenti:

1.    Il Sūrsāgar, la sua opera più importante, costituita originariamente da 125.000 strofe;

2.    La Sūrsārāvalī;

3.    La Sāhitya-lahrī, nella quale sono inclusi versi non attribuibili con certezza all’autore;

4.    Nal-damyantī;

5.    Byāhalo.

Nell’elenco dettagliato dei manoscritti, pubblicato dalla Nāgarī Pracāriṇī Sabhā[11] , sono menzionate in totale 16 opere (dove lo trovo questo ELENCO?) attribuite a Sūrdās. Tra di esse oltre al Sūrsāgar, la Sūrsārāvalī, Sāhitya-lahrī, Nal-damyantī, è incluso il commentario Daṣamskandha (decima raccolta) del Byāhalo, Nāgalīlā, Bhāgvata, Govardhana Līlā, Sūrpacīsī, Sūrsāgar Sār, Prāṇapyārī, . Le prime tre di queste opere sono considerate dagli studiosi quelle più importanti.

Il tema principale del Sūrsāgar è quello della narrazione in forma poetica delle vicende di Śrī Kṛṣṇā ( Kṛṣṇā līlā ovvero “giochi di Kṛṣṇā”), ambientate in territorio braj (zona situata prevalentemente nell'attuale stato dell' Uttar Pradeś e comprendente Agra e Mathurā), con l'aggiunta nelle sue pādā (componimenti) di altri temi trattati più superficialmente, come quello della preghiera (vinaya). È quest'opera ad aver reso la sua poesia grande ed immortale.

La Sūrsārāvalī è ricca di descrizioni, racconti mitologici e altri eventi legati alla vita di Kṛṣṇā. Due distici finali esprimono, inoltre, la gratitudine verso il suo maestro Vallabhācārya, grazie al quale Sūrdās ha scoperto i segreti dell'amore verso Kṛṣṇā .[12] (CONTROLLA MEGLIO QUESTA CITAZIONE)

Per alcuni studiosi come Vrajeshwar Verma (FAI CITAZIONE), la Sāhitya-lahrī non dovrebbe essere attribuita a  Sūrdās in quanto né lo stile né la materia trattata rispecchiano il lavoro del poeta, propenso ad esplicitare la sua devozione verso Kṛṣṇā; si tratta infatti di una prosodia riguardo il Nāyākābhed.

Le caratteristiche della poesia di Sūrdās

  1. Secondo Sūrdās l’uomo può giungere alla salvezza attraverso la grazia di Kṛṣṇā. La bhakti (devozione) a Kṛṣṇā va oltre le differenze che ci sono fra le persone riguardo alle loro azioni, la loro casta, la loro conoscenza e la consapevolezza o meno che hanno della loro unione con l’Assoluto.
  2. Dalle opere di Sūrdās percepiamo come egli abbia fatto suoi i sentimenti di tenerezza, amore e pace. Con l’aiuto della sua fantasia e del suo ingegno ci offre un quadro complessivo dell’infanzia di Kṛṣṇā che oltre a essere vivace mostra anche aspetti psicologici, mettendo così in evidenza un'acuta capacità di analisi e la notevole intelligenza del poeta. Descrivendo i dubbi, le invidie, i desideri, le aspirazioni degli adolescenti, viene così   rappresentato l’Onnipresente nelle sembianze di un ragazzo. Egli ha anche ben descritto le qualità e virtù di Yaśodā (madre adottiva di Kṛṣṇā).
  3. L'unicità di Sūrdās risiede nel fatto di aver unito la bhakti alla passione che vi è tra i due amanti. Ci si può inoltrare nella devozione del poeta e dei suoi profondi sentimenti soprattutto attraverso le composizioni poetiche riguardanti la Kṛṣṇā-līlā.
  4. Sūrdās in altre opere ha anche presentato composizioni con versi enigmatici (kūṭ pad) ed ha inserito in molti passaggi vecchie leggende e riferimenti a eventi passati.
  5. Un'altra peculiarità è quella di aver offerto descrizioni rifinite e limpide dell’amore che rappresentano un primato nell'ambito letterario indiano. Un esempio tipico è rappresentato dalla sua descrizione dell’immagine di Rādhā nel momento della sua separazione da Kṛṣṇā.
  6. Emergono inoltre umorismo e satira soprattutto a partire dai dialoghi tra le gopī e Uddhav[13], insiti nella “Bhramargīta” di Sūrdās, opera non eminente per quanto riguarda la tematica amorosa.
  7. Il linguaggio di cui Sūrdās fa uso è semplice, naturale ed eloquente e inoltre anche la sua abilità nell’uso delle figure retoriche è notevole. Proprio questo è un aspetto da non sottovalutare nella sua poetica. A tal proposito Hajārīprasād Dvivedī ha scritto ciò in merito alla forza del contenuto poetico di Sūrdās : “Quando Sūrdās inizia a descrivere la sua tematica prediletta allora è come se porgendo i suoi complimenti alla disciplina degli abbellimenti (Alaṃkār-Śāstr) è solito rincorrerla. Le similitudini (lo) stanno inondando, le metafore hanno cominciato a piovere.” Dunque per la scelta attenta dei vocaboli, questo uso delle figure retoriche, la piacevole musicalità dei suoi versi , non è fuori luogo sostenere che proprio Sūrdās sia stato il primo a dare alla lingua braj quella forma letteraria che noi tutti oggi conosciamo.

Note

  1. ^ È il terzo volume dell' Akbarnāma (libro di Akbar), opera commissionata dallo stesso imperatore Akbar allo storico di corte, nonché primo ministro, Abu l-Fadl' Allami. Quest'ultimo volume registra sostanzialmente la gestione dell' amministrazione imperiale di quel periodo storico.
  2. ^ Secondo S.N. Srivastava spesso può egli esser confuso con  Sūrdās Blue Mangal, poeta dell'India meridionale del XII secolo conosciuto col nome di Leelashuka, il quale divenne cieco volontariamente per non essere deviato nel suo cammino di devozione verso Kṛṣṇa.
  3. ^ (EN) S.N. Srivastava, Sūrdās: poetry and personality, Agra, Sur Smarak Mandal., 1978, p. 10, OCLC 963462462.
  4. ^ Conosciuto anche come Acharya Shuklab(4 October 1884 – 2 February 1941 ), codificò per primo la storia della letteratura hindī attraverso un rigoroso sistema scientifico basato sulle fonti. "Hindi Sahitya Ka Itihaas" (1928-1929)
  5. ^ Narrazioni riguardo gli ottantaquattro viṣṇuiti. La più antica e conosciuta opera appartenente alla letteratura vārtā e le cui fonti d'ispirazione principali sono le Vacanāmṛt in braj-bhāṣā di Gokulnāth , nipote di  Vallabhācārya, al quale fu affidato il compito di redigere una guida per permettere ai seguaci della corrente di cogliere gli insegnamenti del suo fondatore. Tale guida , le  Vacanāmṛt,( nectar in speech ), prese forma in una collezione agiografica. Si veda BARZ, Richard K. 1994 “The  Chaorāsī vaiṣṇavan kī vārtā and the Hagiography of the Puṣṭimārg”. In According to Tradition: Hagiographical Writing in India. Wiesbaden:Harrassowitz Verlag , pp.43-64.
  6. ^ Opera di Goswami Harirāy, discepolo di Vallabhācārya, nella quale ha raccolto ed arricchito le tradizioni orali che abbondavano nella corrente del Puṣṭimārg.
  7. ^ Studioso, critico e pedagogo del XX secolo, autore del dizionario Hindī Śabdsāgar nonchè figura di spicco nella fondazione della Nāgarī Pracāriṇī Sabhā, organizzazione nata a Varanasi nel 1893 per la promozione dell'alfabeto devanāgarī.
  8. ^ Śyāmasundar Dās, Sāhityālochan, New Delhi, Vani Prakashan, 2014.
  9. ^ Scrittore, storico della letteratura, critico e scholar del XX secolo.
  10. ^ Setta viṣṇuita hindū fondata da lui stesso ed incentrata sul puro amore verso Kṛṣṇa espresso attraverso un servizio (सेवा  sevā) disinteressato nei suoi confronti.
  11. ^ Organizzazione fondata nel 1893 a Varanasi per la promozione dell'alfabeto devanāgarī.
  12. ^ Srivastava, S.N.  1978. Agra: Sur Smarak Mandal., Sūrdās: poetry and personality., Agra, Sur Smarak Mandal., 1978, p. 12, OCLC 7908522.
  13. ^ Amico di Kṛṣṇā.

Bibliografia

  • Srivastava,S.N., Sūrdās: poetry and personality, Agra, Sur Smarak Mandal, 1978, OCLC 963462462.
  • Barz, Richard K., The  Chaorāsī vaiṣṇavan kī vārtā and the Hagiography of the Puṣṭimārg, in According to Tradition:Hagiographical Writing in India, Wiesbaden, Harrassowitz Verlag, 1994, pp. 43-64.