Hop-Frog
Hop-Frog è un racconto scritto da Edgar Allan Poe nel marzo del 1849, l'anno della sua morte.
| Hop-Frog | |
|---|---|
| Titolo originale | Hop-Frog - The Eight Chained Orangutans |
| Autore | Edgar Allan Poe |
| 1ª ed. originale | 1849 |
| Genere | racconto |
| Lingua originale | inglese |
Trama
Hop-Frog era il brillante buffone di corte del re; nano e zoppo, come la sua amica Trippetta fu strappato dalla sua terra dopo una campagna militare per essere inviato in dono al sovrano. Proveniva da un'ignota terra barbara, e suo compito era quello di dilettare la corte, mentre Trippetta, molto graziosa e benvoluta, faceva valere le sue doti di ballerina.
Un giorno il re organizzò un grande ballo in maschera per celebrare un'importante solennità. A corto di idee sul travestimento, fece convocare Hop-Frog. Dopo aver costretto il buffone a ubriacarsi, il tiranno cominciava a spazientirsi perché il nano non gli forniva sollecitamente la soluzione richiesta. Per proteggerlo, Trippetta gli si inginocchiò davanti, ma il re le scaraventò sul volto il contenuto di un bicchiere riempito di vino. Hop-Frog, dissimulando la sua rabbia, propose allora al sovrano e ai suoi sette ministri di vestirsi da orang-utang, in modo da spaventare i convitati, che li avrebbero scambiati per animali veri.
Il re accolse la proposta con entusiasmo; applicato su di lui e sui suoi ministri il travestimento, Hop-Frog li legò assieme con una catena per rendere l'effetto più verosimile. A mezzanotte, i finti orang-utang entrarono nella sala da ballo, suscitando una viva impressione. Dopo la paura iniziale, gli invitati compresero che si trattava di uno scherzo e cominciarono a divertirsi, mentre il re gongolava per il successo riscosso dall'abile trovata. Con sorpresa generale, però, gli otto uomini, che Hop-Frog aveva legato al grande lampadario, furono risucchiati verso l'alto. Aggrappato sopra di loro, il buffone proclamò, in preda al furore: « Ora vedo chiaramente che razza di gente sono queste maschere. Sono un gran re e i suoi sette consiglieri privati; un re che non si fa scrupolo di colpire una ragazza senza difesa, e i suoi sette ministri che lo assistono nell'oltraggio. Io, poi, sono semplicemente Hop-Frog il buffone, e questa è la mia ultima buffonata! ».
Il nano diede loro fuoco con una torcia facendoli morire carbonizzati. Fuggì in seguito con Trippetta che lo aspettava sul tetto della sala. Di entrambi non si seppe più nulla.
Edizione di riferimento
- E. A. Poe, Hop-Frog (traduzione di Delfino Cinelli), in Opere scelte (a c. di Giorgio Manganelli), Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1971, pp. 927-938.
Collegamenti esterni
- Edizioni di Hop-Frog, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. (aggiornato fino al gennaio 2010)
